[Su suggestione di Fidi altrove, apro questo come primo thread su aspetti da cercar di trattare in modo un po' unitario.]
Lontana l'idea di voler essere esaustivo, ovviamente.
Ma mi preme stabilire (parolone) qualcosa che dovrebbe esser chiara a tutti; invece mi è capitato di essere in crociera con due barche, e lo skipper della prima faceva una prua di avvicinamento al porto, con mare formato anche se non ancora frangente,
in perfetto fil di ruota. Io "avrei dovuto seguirlo" con la mia barca; entrambi avevamo a bordo ospiti 'allievi', non proprio esperti
Bene, credo che l'andatura in poppa sia il modo peggiore di avvicinarxi alla costa o porto; e penso in particolare al Tirreno, dove nella gran parte delle occasioni al rientro si ha mare e vento dal largo.
In poppa non è agevole accostare su entrambi i lati, se necessario, potendo orzare sì, ma dovendo abbattere nel caso opposto. E la strambata improvvisa (frangente, rischio di abbordo con imbarcazione su rotta convergente, incidente a bordo) è sempre in agguato ed è da evitare il più possibile, anche con timoniere esperto. Insomma se si può evitare è meglio, tenendo conto che più ci si avvicina a terra/porto, più gli ostacoli e gli imprevisti sono o possono essere più numerosi.
Ok, che fare? Semplice (

).
Caso a) se ci avviciniamo sulle stesse mure che prevediamo di tenere in ingresso, poggiamo leggermente e teniamo l'obiettivo qualche grado sopravvento; ulteriore naturale affinamento è prendere una prua che ottimizzi l'assetto dello scafo rispetto all'onda. Saremo intorno a lasco / gran lasco, con barca veloce ma manovriera, potremo poggiare un po' se serve, senza abbattere, e potremo orzare (semplice) man mano che ci avviciniamo, fino a poter 'centrare' precisamente l'obiettivo quando saremo in acque più pericolose certo, ma generalmente più protette, e per un tratto più breve possibile.
Da notare che questa conduzione è valida anche avvicinandosi a motore, credo generalmente.
Caso b) se ci avviciniamo su mure opposte a quelle che dovremo tenere in ingresso al porto o alla rada - che quindi rileviamo sottovento - non facciamoci prendere dalla smania di poggiare e far prua diretta.
Con la prua sull'obiettivo, potremmo trovarci con il vento in poppa, e questo è da evitare.
Proseguiamo invece per un tratto sulla nostra vecchia prua, fino a poter abbattere e metterci nelle condizioni già descritte sopra, per un avvicinamento al (gran) lasco.
L'abbattuta necessaria sarà programmabile e comunicabile all'equipaggio, tanto più controllata quanto più saremo lontani dall'obiettivo (acque meno pericolose / frequentate).
Inoltre, un eventuale errore nella bontà della prua di avvicinamento (abbattuta troppo presto o troppo tardi) ci consentirà di correggere con calma e possibilità di poggiare o orzare essendo ancora lontani dai pericoli, compreso il 'fil di ruota'.
Se il rientro sarà a motore, si tratterà di eseguire nello stesso modo, cercando di scegliere con cura la zona giusta (libera) per accendere "lui" ed ammainare le nostre farfalle.
Io la vedo così, e mi sono anche capito...