Marinai di Terraferma

Forum dei marinai carrellatori
Oggi è 19/04/2024, 5:17

Tutti gli orari sono UTC +1 ora [ ora legale ]




Apri un nuovo argomento Rispondi all’argomento  [ 5 messaggi ] 
Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Rientro su frangenti e bassi fondali
MessaggioInviato: 11/11/2009, 10:28 
Non connesso
Amministratore
Avatar utente

Iscritto il: 14/11/2009, 10:10
Messaggi: 4574
Località: un romano tornato al mare!
Note sparse.. secondo me
- la prima variabile è: se li conosci, li eviti, nel senso che 'a casa propria' spesso si possono fare acrobazie altrove impossibili; e quindi, 'altrove' , vale solo la prudenza;

- la seconda: per le mie barche non ho mai superato i 500 kg in assetto di navigazione (più l'equipaggio - due soli se in navigazione costiera); in caso di vento e mare meglio gestire poca gente, e che la barca leggera risponda bene alle sollecitazioni che vengono da bordo (timone, deriva, vele), oltre a quelle 'esterne'

- un buon pozzetto autovuotante, un bordo alto in corrispondenza dell'ingresso in cabina, una buona chiusura dello stesso, consentono spesso di tornare 'tirati' dal solo fiocco, anche più appoppati del giusto, a rischio di imbarcare (adelante, Pedro, cum juicio!) (ovviamente se mare e vento coincidono in direzione, come spesso accade), con i seguenti accorgimenti:

a) deriva giù quanto basta per consentire al timone di 'fare perno' su di essa, ma ovviamente 'su' abbastanza per non favorire le imbardate quando il frangente ti prende; ricordare sempre che la portanza della deriva aumenta col quadrato della velocità --> basta poca deriva per avere lo stesso effetto antiscarroccio, ma meno braccio per la coppia sbandante (ma si rolla di più..); inoltre, se deriva pivotante, il centro di deriva arretra alzandosi, e ne consegue un comportamento meno orziero della barca, il che su mare di poppa è importante;
b) pala del timone giù tutta finché è possibile; si può pescare un po' meno appruando, ma così si favoriscono le imbardate di cui sopra (invece la pala alzata in orizzontale è meno efficace e fa troppa leva: si può rompere pala e/o barra e/o ferramenta del timone);
c) con fondale accettabile, invece, peso a poppa e barca magari anche un po' 'allagabile' da frangenti, perché non sia mai disposta a surfare;

- in presenza di frangenti è spesso consigliabile evitare di mettere la prua al vento rischiando l'intraversata in costa; preferibile dunque arrivare di prua, con vele che portano solo quanto vogliamo noi (quindi: prima giù randa, fiocco in mano a regolare la velocità, all'arrivo tutto in bando); ritengo tuttavia che un velista decente si riconosca anche dalla regolarità e dall'abilità con cui esegue la manovra di prua al vento e 'fondo';

-'spiaggiare' può anche voler dire dare fondo fuori dei frangenti, filare cima, dare prua a mare e vento (su deriva, timone fermo al centro o su), ammainare, assicurare equipaggio, far arare l'ancora alando a corto (un po' un tonneggio al contrario), filare di nuovo quando con la lunghezza di cima si può raggiungere la riva, sbarcare equipaggio, liberare la barca dalla cima dell'ancora, alarla a terra, lasciare l'ancora dov'è, segnalata con un peso e una boetta (la cima d'ancora non deve mai essere una galleggiante); l'ancora si recupera in sicurezza quando si riprende il mare.

- una volta spiaggiati, per alare la barca almeno fino a sicurezza serve spesso un aiuto esterno; due suggerimenti: a) essere dotati di un arganello tipo carrello, a una velocità, da assicurare a un punto fisso a terra (qualche volta si trova..) b) essere dotati di due grossi (120 cm?) parabordi cilindrici se la barca è sufficientemente piatta; io li tenevo in cabina, sulle cuccette di poppa, che non utilizzavo, sotto le panche di pozzetto; un paio di volte mi hanno tolto dagli impacci. Sarebbe ancora meglio avere una coppia di parabordi sferici tenuti insieme da una cima robusta lunga tanto da far appoggiare le murate sui due lati alle due sfere, ma corta abbastanza da non far toccare la chiglia sul terreno; non ne ho mai avuti perché non mi fidavo della tenuta degli attacchi ai parabordi e perché il diametro costituiva un probllema di stivaggio.

Mi fermo qui, per ora, ma ripeto non ho la pretesa di essere esauriente, né esaustivo (col mare è impossibile..), né ordinato.

_________________
Buon Vento!
Alberto
________________________________________________
Il più bello dei mari è quello che non navigammo (N. Hikmet)


Top
 Profilo  
 
 Oggetto del messaggio: Re: Rientro su frangenti e bassi fondali
MessaggioInviato: 11/11/2009, 10:28 
Non connesso

Iscritto il: 05/11/2009, 18:02
Messaggi: 3741
.... da velista "poco decente", mi posso appigliare solo alla teoria e per confortare quanto già scritto e, soprtattutto, "vissuto" da Tramp cito i Glenans (pagg. 322, 323):

L'arrivo in spiaggia
All'arrivo certi problemi che si ponevano alla partenza si ripresentano, in particolare la scelta del punto di approdo. Con il vento di prua meglio arrivare su una spiaggia abbastanza ripida per mantenere deriva e timone il più a lungo possibile. Se ci sono onde lunghe che frangono, cercate di atterrare nel punto più sopravvento della spiaggia, dove sono meno forti. I frangenti sono più pericolosi all'arrivo che alla partenza. Ricordatevi di sollevare in tempo la deriva e pala del timone. .... L'imbarcazione è più vulnerabile a poppa che a prua, è quindi consigliato di fare un dietrofront finale per presentarsi con la prua ai frangenti. L'equipaggio deve scendere appena possibile, in modo da alleggerire la barca e mantenerla perpendicolare alle onde. Mettetevi subito sopravvento per non rischiare di essere investiti dallo scafo e passargli sotto . Ma non dimenticate l'essenziale: arrivare in spiaggia con pochissima velocità, o senza velocità del tutto.

1. Con solo il fiocco si può governare anche se il vento non è proprio in poppa. Tutta la zona in azzurro chiaro è facilmente accessibile:

Immagine

2. Se non è possibile ammainare la randa è meglio arrivare con la prua rivolta ai frangenti. ma fare un dietro front e rialzare la deriva è una manovra delicata:

Immagine

3. Con poco vento mettetevi di bolina larga alla fine dell'avicinamento, senza cazzare le vele. La barca scarroccia lentamente verso il bordo:

Immagine

4. Quando c'è vento fresco, l'avvicinamento alla spiaggia con il solo fiocco è la manovra più sicura. Lo si può anche ammainare appena prima dell'arrivo:

Immagine

Arrivo con il vento in poppa
Con poco vento, quando il mare è calmo, si può arrivare in poppa a vele spiegate. all'ultimo momento ci si porta al traverso, con timone e deriva rialzati e le vele cazzate per la bolina larga: la barca scarroccia lentamente verso la spiaggia.

Arrivo con vento al traverso
L'arrivo con vento al traverso è l'ideale, come la partenza. Se il tempo è bello puntate dritti sulla spiaggia, poi orzate un poco per portarvi di bolina larga, alzando deriva e timone: la barca scarroccia e avanza come un granchio verso la spiaggia.

Arrivo con vento di prua
Quando il vento soffia da terra, generalmente non vi sono onde frangenti sulla spiaggia, ma c'è un altro problema: bisogna arrivare di bolina e non sempre è possibile, perché si devono pur alzare deriva e timone in prossimità della sponda ... Occorre quindi trovare una via d'uscita. Forse una piccola insenatura permette un arrivo al traverso, oppure il vento non soffia proprio perpendicolare alla spiaggia, di certo deviato dagli alberi e dalle case....
All'arrivo, presentandosi dalla parte più sopravvento rispetto alla spiaggia, ci si avvicina di bolina stretta, guardando come diminuisce il fondale. Ci si lascia portare via via che si rialza la deriva, lascando le scotte perché la barca accelleri: con una superficie di deriva minore, ma con una velocità maggiore, lo scarroccio non aumenta né la barca avanza di lato come un granchio. All'ultimo momento una brusca orzata permette alla barca di raggiungere la riva sul suo abbrivio, con deriva e timone alzati. Se la deriva tocca il fondo con violenza...... se succede un incidente...DATEVELA A GAMBE (ndr)!

Immagine

L'arrivo in spiaggia con il vento di prua: all'ultimo momento si orza e si continua sull'abbrivio, ma attenzione alla deriva.


Top
 Profilo  
 
 Oggetto del messaggio: Re: Rientro su frangenti e bassi fondali
MessaggioInviato: 11/11/2009, 10:29 
Non connesso
Avatar utente

Iscritto il: 19/11/2009, 21:19
Messaggi: 1840
Località: roma
Le situazioni che avete descritto sono fruibili essenzialmente per una deriva od una cabinatino veramente molto leggero (es micropomo). Le vedo molto piu' complicate per una barca sugli 800 -1000kg (che con equipaggio, attrezzature etc puo' facilmente arrivare ai 1500kg). In questa condizione, quando nell'altro post parlavo di "spiaggiare" mi riferivo al caso di situazione catastrofica nella quale poco importa se la barca viene sbattuta in malo modo sulla spiaggia, quello che importa e' arrivarci interi (le persone). Le soluzioni allora (in caso di costa sabbiosa naturalmente) sono molteplici: la piu' valida credo sia quella di utilizzare o l'ancora al contrario in modo che costituisca solo un peso senza fare presa oppure un'ancora galleggiante che tenga la prua alle onde mentre la barca si avvicina a riva (frangenti= vento dal mare). Rimettere poi in acqua una barca cosi' pesante e' tutta un'altra cosa!!!

Io mi riferivo invece ad una situazione di questo tipo (e' un esempio ma molto frequente):

Rientro all'imboccatura di un fiume (es foce di un fiume con fondale sabbioso massimo di 50-70 centimetri) a secco di vele (o con il solo fiocco) con pala del timone sollevata (si spaccherebbe altrimenti) e controllo quindi della barca facendo uso del solo fuoribordo (che, lo ricordo, funziona da timone solo in accelerazione).

In queste condizioni, il rischio di far traversare la barca è molto elevato in quanto il motore fuoribordo non permette un controllo direzionale continuo come nel caso di timone abbassato (anche tenuto conto che non e' al centro della poppa e che l'elica tende ad uscire dall'acqua se sollevata dall'onda). In altri termini con l'onda frangente che preme sulla poppa tendendo a far traversare la barca, se ci fosse la possibilità di tenere abbassato il timone questo, permetterebbe un controllo continuo con piccole correzioni progressive, invece, poiche' il motore fuoribordo agisce da timone solo se e' in tiro, la cosa non funziona (anzi accelerare implicherebbe il rischio di accentuare il fenomeno dell'intraversamento in quanto un seppur minimo disallineamento della barca o del fuoribordo, darebbe una vlocità trasversale ancora maggiore).
Ne' è possibile pensare di rientrare a tutta velocità seguendo un'onda (come si fa con i motoscafi/gommoni) in quanto la velocità di un onda di 70-100cm è già intorno agli 8 nodi, superiore quindi alle ns velocità.

Esposto fin qui il problema, vedo possibili due soluzioni:
1a soluzione:
Rientrare filando a poppa un'ancora galleggiante che freni la poppa stessa quando essa sta per essere intraversata: il rischio è che la cima che tiene l'ancora finisca nell'elica.

2a soluzione: Rientrare alla velocità minima possibile, lasciando che le onde si abbattano sulla poppa e passino sotto la barca: in questo caso, avendo la barca una velocità quasi nulla, anche se essanon è perfettamente perpendicolare all'onda, non ha comunque una velocità propria che si sommi vettirialmente con quella impressa dall'onda e, di conseguenza è piu' facile che quest'ultima passi senza troppi sbatacchiamenti; lo svantaggio e' che ad ogni onda il pozzetto si riempie d'acqua (ma con un pozzetto aperto, l'acqua come entra, poi riesce facilmente).

Aggiungo che quando parlo di frangenti mi riferisco a quelli che si osservano in prossimità della riva su coste sabbiose e con poco fondale con mare mosso (non in burrasca!!) quindi in condizioni meteo buone.


Che ne pensate?

By Brontolo

_________________
Ex: Aura (CNA - Brezza 22 ) http://lamiabarcabrezza22.myblog.it
Gli stolti corrono ove i saggi non osano nemmeno avventurarsi


Top
 Profilo  
 
 Oggetto del messaggio: Re: Rientro su frangenti e bassi fondali
MessaggioInviato: 11/11/2009, 10:29 
Non connesso
Amministratore
Avatar utente

Iscritto il: 14/11/2009, 10:10
Messaggi: 4574
Località: un romano tornato al mare!
Ok, chiarito che parliamo di barche e di situazioni diverse (quanto diverse!), io la penso così:

a) se hai vela su, non togli timone; se devi togliere timone togli anche vela: la vedo difficile governare (anche le vele) col fuoribordo, che richiede 'tiro' e grandi movimenti di barra, senza un po' di deriva che ti faccia da 'perno' di rotazione;

b) in situazioni non proprio limite, se ho bisogno di motore in tiro, lo metto in parallelo al timone o fisso al centro, e governo comunque col timone (la distanza tra i due deve consentire la coesistenza in acqua);

c) l'ancora galleggiante (o l'ancora filata di poppa, alla lunga) potrebbero (sottolineo il condizionale) bastare da sole a risolvere la situazione; cioè: motore im moto, ma a folle; pazienza e fede (e forse anche fiocco su, ora che ci penso: tirando la prua, aiuta a che la poppa sia tenuta al frangente, e non dovrebbe esserci bisogno/possibilità di governare poi molto..);

d) il problema vero secondo me è: ma il motore che va su e giù dentro l'acqua (il frangente che lo inonda a piacere..) continua a funzionare? Nonostante gli anni di gommone dietro alle mie derive di scuola, ho sempre diffidato del motore, che non funziona mai (abbastanza / a modo) se non ha come platea almeno le vele (che a loro volta lo guardano recitare il suo ruolo come si guarda un guitto a teatro... e si domandano, discrete ma implacabili: "tutto qui quello che sai fare?")

Infine: ma se parliamo di fondali proprio bassi, chi ti impedisce di filare àncora da prua e arare/tonneggiare all'indietro? in questo caso il motore avanti al minimo può essere efficace per tenere la prua al mare; e magari può aver senso anche sbarcare l'equipaggio che possa soffrire troppo la situazione..

p.s. d'accordo, d'accordissimo sul rientro 'lento', non sull'onda col motore in tiro...

_________________
Buon Vento!
Alberto
________________________________________________
Il più bello dei mari è quello che non navigammo (N. Hikmet)


Top
 Profilo  
 
 Oggetto del messaggio: Re: Rientro su frangenti e bassi fondali
MessaggioInviato: 11/11/2009, 10:30 
Non connesso
Avatar utente

Iscritto il: 19/11/2009, 21:19
Messaggi: 1840
Località: roma
Ritorno su questo argomento (rientro in porto con frangenti), non per aggiungere altro a quanto già detto, quanto per inserire due foto che potrebbero rendere l'idea di che tipo di frangenti ci si puo' aspettare vicino a riva, tra due moli, in condizioni che, pur non essendo proibitive in mare, lo possono diventare al momento del rientro, in caso di bassi fondali (intorno al metro e anche meno). Per dare un'idea delle proporzioni, la lingua di sassi (braccio a mare) che si vede in fondo, è alta un paio di metri sul mare.

BV

Immagine
Immagine

By Brontolo

_________________
Ex: Aura (CNA - Brezza 22 ) http://lamiabarcabrezza22.myblog.it
Gli stolti corrono ove i saggi non osano nemmeno avventurarsi


Top
 Profilo  
 
Visualizza ultimi messaggi:  Ordina per  
Apri un nuovo argomento Rispondi all’argomento  [ 5 messaggi ] 

Tutti gli orari sono UTC +1 ora [ ora legale ]


Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 10 ospiti


Non puoi aprire nuovi argomenti
Non puoi rispondere negli argomenti
Non puoi modificare i tuoi messaggi
Non puoi cancellare i tuoi messaggi
Non puoi inviare allegati

Cerca per:
Vai a:  
cron
Powered by phpBB © 2000, 2002, 2005, 2007 phpBB Group
Traduzione Italiana phpBB.it