E' lo sbandamento che fa orzare la barca. Questo, sia pure dato per scontato da tutti, non è forse chiarissimo nelle sue componenti, cause e conseguenze. Vediamo in poche parole cosa succede; se la barca sbanda, il centro velico di entrambe le vele si sposta molto sottovento (essendo in alto) mentre i centri di resistenza (laterale
e all'avanzamento) si spostano anch'essi sottovento, ma di molto meno; ciò provoca un aumento di tutte le coppie sbandanti (forza su CV della vela X braccio/distanza dalla relativa resistenza, meno una:
a) randa, comp. sbandante: resta costante finché la barca è dritta, aumentando istantaneamente sotto raffica; questo non si trampduce subito in accelerazione, mentre è istantaneo l'aumento dell'angolo di sbandamento; solo quando quest'ultimo aumenta molto, la forza sulla vela diminuisce;
b) randa, comp. di avanzamento: aumenta con lo sbandamento, e fa aumentare la tendenza orziera; semplice, ma pericoloso;
c) fiocco, componente laterale: fa poggiare, ma non aumenta con lo sbandamento, anzi diminuisce;
d) fiocco, comp. avanzamento: spesso trascurata, si comporta come quella della randa, comp. fortemente orziero;
e) scafo: le linee immerse, da simmetriche a barca dritta, diventano asimmetriche, con curva più pronunciata sottovento e quasi retta sopravvento: depressione sottovento allo scafo, tendenza orziera (effetto gondola).
[/u]
Allegato:
LINEE D'ACQUA A BARCA SBANDATA.jpg [ 336.24 KiB | Osservato 5131 volte ]
L'effetto di tutte le inerzie sulla barca fa sì che 'ella' sia disponibilissima ad andare all'orza, meno disponibile ad accelerare (il che, assorbendo energia ne toglierebbe a quella di sbandamento); al contempo, se non interveniamo, fa finire il bottaccio in acqua: carico di peso/acqua sottovento, cadute accidentali di pesi/persone sottovento, minore efficienza di tutte le componnti raddrizzanti in barca (tutto ciò che è sopravvento al centro di rotazione laterale, ha componente raddrizzante
finché è sopravvento, quanto più sopravvento possibile);
f) manovra lascare randa:
se violento perché in ritardo, può far finire la varea del boma in acqua, con effetto poggero (freno) sì, ma anche e soprattutto di 'schiacciamento' del piano velico sull'acqua;
g) manovra di timone alla poggia (istintiva): agisce soprattutto da freno; esalta tutte le inerzie (moti di sbandamento e mancate accelerazioni per avanti); diventa presto inefficace in termini di direzionalità;
h) manovra lascare fiocco: toglie sbandamento ma toglie anche tendenza alla poggia (punto c) e capacità di accelerazione (tirar fuori la prua); da usare semmai con molta moderazione;
i) pesi a poppa, almeno quelli mobili (equipaggio); sulle lunghe tratte, anche l'ancora, l'acqua e il carburante se possono fanno una passeggiata verso poppa.
Tutto questo per dire? che è vitale la tempestività di intervento!
- terzaruoli e riduzione fiocco quando è ora, meglio prima;
- prevenire la raffica, lascando prima/subito randa poi - semmai - fiocco: si agevola la poggiata col timone (randa meno orziera, barca dritta, no cadute/aumento pesi sottovento, timone efficiente), si agevola l'accelerazione;
- poggiare tempestivamente e progressivamente; la manovra salvavita è l'orzata, ma se serve vuol dire che abbiamo già sbagliato qualcosa, e può metterci in ulteriori difficoltà (ritardo dell'equipaggio a rientrare, sbadacchiamento di vele, fiocco a collo, eventuale virata accidentale, scuffia sul 'vecchio sopravvento')
- in condizioni costanti di vento forte alzare la deriva quanto basta per non sbandare pur senza scarrocciare: ricordiamoci sempre che la portanza della deriva è proporzionale al quadrato della velocità: se teniamo la barca veloce, basta molta meno deriva per avere la stessa efficacia antiscarroccio, e contemporaneamente un effetto sbandante molto meno pronunciato.
In più, guardiamo la deriva del Vaurien (il vau rien = non vale niente...):

Il taglio obliquo consente di spostare in avanti la testa nella cassa, la pinna indietro; con vento fresco ciò equilibra la barca (CD indietro, meno orziera) e quasi per incanto alza la prua e fa planare!
Con una pivotante, quindi, bastano pochi cm di immersione in meno e qualche grado di rotazione a poppa per avere di nuovo la barca equilibrata, veloce, manovriera, sicura. (Salvo poi arrivare all'ormeggio in arie calme e non avere evoluzione perché la deriva è troppo su..

e magari 'toccare' qua e là..)
Tutto questo, prima di pensare al vang...
In assenza di carrelo di scotta randa, la manovra del vang e/o del paterazzo possono avere effetti positivi, a condizione che:
- la randa non sia un lenzuolo;
- l'equipaggio sia capace, pronto, affiatato (e non è poco)
(Ho deciso di non scrivere oltre, per lasciare ad altri più bravi di me il seguito: almeno l'uso del vang e del paterazzo. Gradisco al solito osservazioni su quanto ho scritto, ma chiedo a chi vorrà estendere queste note:
- di valutare l'importanza di parlar chiaro a vantaggio di chi non è espertissimo,
- e di tener conto delle azioni/manovre possibili in funzione della loro efficacia e praticabilità non in regata ma in crociera, in sicurezza e con euipaggio limitato in numero/capacità. Grazie)