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 Oggetto del messaggio: Scuffia le cause
MessaggioInviato: 15/10/2010, 11:00 
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Perché un qualsiasi oggetto si rovescia (o cade di lato)? Ciò avviene quando il suo baricentro, il punto in cui agisce la forza di gravità, si sposta al di fuori della sua base di appoggio. Banalmente se mettiamo un disco di polistirolo simile ad una moneta, appoggiato su un tavolo su uno dei suoi lati corti basterà pochissimo per farlo cadere, mentre appoggiato su una delle facce sarà pressochè impossibile, anche se tentassimo di sollevarlo da un lato questo rimarrà stabile fino alla verticale, inoltre in mancanza di attrito tenderà a spostarsi scivolando sul tavolo scaricando parte della nostra forza in orizzontale.

Purtroppo la forza di gravita è sempre contrastata dalla spinta di archimede e, nel nostro caso specifico, l'acqua ha densità inferiore al legno del tavolo e quindi se riprendessimo in considerazione il nostro disco, appoggiato su una delle facce, noteremmo che rimarrebbe difficile farlo rovesciare di lato, ma al contempo man mano che la nostra mano lo solleva, come farebbe la spinta del vento, l'altro lato tenderà ad affondare aumentando l'attrito e impedendogli di scivolare come sul tavolo. Se a questo punto con l'altra mano gli diamo un colpo, a simulare la spinta delle onde, oppure appoggiamo un peso sul lato che si sta immergendo, velista che scivola sottovento, il nostro disco può arrivare a rovesciarsi.

Immaginiamo ora il nostro disco di polistirolo con incollato nella parte inferiore un secondo disco questa volta di metallo per cui il peso complessivo sia praticamente raddoppiato, è intuitivo che tornando a sollevarlo dovremo applicare il doppio della forza e che anche una volta giunti a posizionarlo in verticale lo sbilanciamento tenderà comunque a riportarlo in posizione, ma comunque se continuassimo a spingere raggiungeremmo prima o poi il limite e il disco si rovescerà. Se allo stesso disco al posto di un secondo disco di ferro aggiungessimo una lama, dello stesso peso della prima, posta in verticale il baricentro sarà posizionato ancora più in basso e in teoria per rovesciarlo bisognerà inclinarlo ben oltre la verticale e sicuramente molto di più del caso precedente.

Torniamo ora sulla nostra barca e piantiamola con esempi fatti con dischi di polistirolo.
Abbiamo capito che più il baricentro è in basso e più la nostra barca è stabile, per ottenere si sposta il peso verso il basso utilizzando elementi con peso specifico più alto di quello del resto della barca, piombo e/o ghisa (l'uranio è oggi vietato :shock: ).
Tutti quindi siamo d'accordo che una barca di 6 metri di 600 kg con un siluro in piombo di 100 kg posto al termine di una lama di deriva lunga 3 metri sarebbe molto stabile al punto che tornerebbe in posizione anche ad angoli prossimi ai 180°, ma purtroppo ciò non è praticabile nella realtà.
In definitiva oggi si tende a dare al rapporto peso/zavorra un valore intorno al 30/40% e a posizionarla dove le necessità di utilizzo lo consentono, nel nostro "microcosmo" si sono affermate due macrocategorie, le derive zavorrate con 150/200 kg posti a 100/150 cm di profondità e gli scafi zavorrati con 200/300 kg e derive che non concorrendo al raddrizzamento si limitano a 80/100 cm.
Ho detto non concorrono al raddrizzamento? L'ho fatto apposta per spiegare indirettamente perché questo tipo di deriva non è e non deve avere sistemi di bloccaggio che le impediscano di rientrare. Più sopra nell'esempio ho scritto che l'acqua ha un attrito superiore al piano del tavolo e nell'ottica di impedire il rivesciamento è utile che il nostro oggetto scivoli scaricando parte della forza in orizzontale. È esattamente ciò che fa una barca senza deriva.

Abbiamo visto che la forza che agisce su una barca a vela è in massima parte il vento sulle vele, ma man mano che sbandiamo il loro profilo al vento diminuisce e allora se il baricentro rimane sempre spostato in opposizione ad essere non possiamo rovesciarci!
È ovviamente vero, non fosse che il vento agisce anche sullo scafo ed è anche l'unica causa delle onde (se non si considerano vulcanio, frane, terremoti e motoscafi ;) ) si può quindi dire che la causa principale della scuffia sono le onde che vengono ad agire sul sitema quando questo si trova in condizioni di equilibrio precario.

Il nostro compito è quindi evitare di raggiungere questa precarietà evitando che le vele possano sbandarci oltremodo o, quando questo è impossibile o ancora siamo ormai senza vele e l'unica presa al vento è lo scafo, dobbiamo cercare di sfruttare la forma della barca posizionandola nel veros di maggior stabilità, ponendo quindi contro il vento e le onde uno dei lati corti.


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 Oggetto del messaggio: Re: Scuffia le cause
MessaggioInviato: 15/10/2010, 12:20 
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Se per caso qualcuno ha compreso da ciò che ho scritto la teoria per cui un oggetto si può rovesciare nell'acqua e cosa viene fatto progettualmente per impedire che questo avvenga nelle barche a vela possiamo provare ad estendere il concetto.

Tutto ciò di cui abbiamo parlato fino ad ora è riferito a delle forze. Dove si applicano queste forze? Su una barca esistono 3 punti fondamentali il Centro di spinta, il Baricentro e il Metacentro

Centro di spinta è dove agisce la spinta di archimede, questo punto essendo la carena di forma variabile non è costante, la sua componente è verso l'alto
Baricentro è il punto in cui agiscono le forze, la sua componente è verso il basso
Metacentro è dove agiscono le forze che tendono a modificare lo stato di quiete dello scafo.

Uno scafo su cui non agisce nessuna forza esterna avrà il centro di gravità e il centro di spinta allineati verticalmente e così il metracentro sarà posizionato sopra di essi ad un'altezza pari alla somma delle prime due.
Se ruotiamo (incliniamo) lo scafo per effetto delle onde o del vento, diciamo in senso orario, il centro di gravità, che sulle barche a vela è molto in basso, si sposterà verso sinistra mentre il centro di spinta si sposterà verso destra verso cioè la parte di scafo che rimarrà più immersa; è intuitivo pensare che uno scafo più largo avrà una forza di "spinta" maggiore.
Man mano che ruotiamo lo scafo (senso orario) il centro di gravità si sposterà verso sinistra fino a che non avrà raggiunto i 90° per poi iniziare a spostarsi verso destra, mentre il centro di carena "navigherà" sullo scafo a seconda della sua forma fino a tornare sulla mezzeria dello scafo quando questo avrà raggiunto i 90° e da questa inclinazione in poi diverrà, ai fini del raddrizzamento, negativo. Che fa il Metacentro? Si sposta anche lui all'inizio era perfettamente allineato sulla mezzeria durante la rotazione è rimasto ben saldo al di sopra del centro di spinta ad una distanza pari alla componente delle forze aumentando in proporzione alla distanza di queste sull'asse orizzontale.
Oltre i 90° abbiamo detto che la componente del Centro di spinta spinge ancora verso l'alto, ma ai nostri fini è negativo, il Baricentro invece inizierà a spostarsi verso destra, quando questo avrà superato (avrà alla sia sinistra) il centro di spinta l'effetto della coppia farà rovesciare la barca.


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 Oggetto del messaggio: Re: Scuffia le cause
MessaggioInviato: 15/10/2010, 15:52 
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Ora non andate a mettere dei bollini rossi sulla barca ad indicare metacentri e baricentri vari! Anche se devo dire che io qualche volta ci ho pensato. :lol: mi capita di cercare di visualizzarle, il Viko ha stabilità di forma ovviamente e ho capito ad esempio che fino a 10/15° non oppone resistenza per poi "imporsi" fino ai 25/30° con molta forza, opposizione ch viene gradaualmente meno fino a circa 40° quando la mia analisi pratica termina di schianto con lo stallo del timone che porta la barca all'orza. Dovrei proseguire i test in laboratorio.

Se a questo punto siamo coscenti di come si comportano le forze coinvolte e in un certo qual modo possiamo immaginarcele,
cerchiamo di capire quali comportamenti possiamo mettere in campo per aiutare la nostra povera barchina.
L'elenco è ovviamene lunghissimo, partendo dalle soluzioni statiche e arrivando alle regolazioni dinamiche, e invito tutti a partecipare alla sua stesura (l'elenco si riferisce ovviamente ad un piccolo cabinato, anche se tutti dovrebbero prestarvi attenzione):

Satiche:
- posizionare ogni oggetto pesante in basso, non parlo delle batteria che ovviamente sono poste in sentina, mi riferisco alle masserizie che carichiamo in barca; provate a farvi riferimento in percentuale: 20 bottiglie di liquidi potabili vari da 1,5 litri 30 kg, 3 borse con vestiario vario 10 kg, tanica d'acqua 15 kg, cucina a gas e bombole di scorta 7 kg. Anche solo con un lenco approssimativo siamo a più di 60 kg, il 10% del peso del Viko e il 50% della sia zavorra!!
- tenere il motore abbassato, ci fa rallentare è vero ma se c'è vento più essere un bene e con un semplice gesto spostiamo in basso 20/30 kg
In una lunga traversata può valer la pena caricare un paio di taniche d'acqua da posizionare in quadrato e magari di portarvi anche ancora e catena.

Dinamiche:
- Essere dinamici, inutile illudersi solo sul firstino o su un mini potremo permetterci di rimanere sottovento a goderci il flusso d'aria dietro al fiocco, su le altre in falchetta a schiacciare! E non mi frega se è scomodo timonare con lo stic, anche il timoniere va in falchetta!
- Paterazzo cazzato, drizza, cunningam e vang a ferro, le vele sono il massimo colpevole dello sbandamento, ma noi ci ostiniamo a volerle usare e allora cerchiamo almeno di configurarle in modo adatto a seconda del vento, nessuno di noi immaginerebbe di superare la barriera del suono su un Foker
- Carrello del fiocco, esiste quindi tutto indietro
- Ridurre randa e fiocco, non è roba da pavidi anzi spesso la velocità aumenta, va però fatto con criterio, una randa ridotta ma non ben cazzata è peggio di una randa piena bella tesa


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 Oggetto del messaggio: Re: Scuffia le cause
MessaggioInviato: 19/10/2010, 7:22 
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Paddy ha scritto:
- Carrello del fiocco, esiste quindi tutto indietro


tutto indietro = tutto sottovento ?


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 Oggetto del messaggio: Re: Scuffia le cause
MessaggioInviato: 19/10/2010, 7:37 
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Località: un romano tornato al mare!
Carrello di scotta del fiocco: quando il punto di scotta non è fisso, è scorrevole su binario prua-poppa, con eventuale curvatura o inclinazione fissa sul piano orizzontale.
- Indietro per boline con vento fresco/forte, per scaricare in balumina e chiudere in base,
- avanti con vento leggero e nelle andature portanti
- sulle piccole, la funzione del carrello può essere svolta da barber hauler per migliorare la direzione del tiro sulla bugna di scotta.

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Buon Vento!
Alberto
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Il più bello dei mari è quello che non navigammo (N. Hikmet)


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