margutte ha scritto:
... ma se lavorano per forma, a cosa serve cambiare il peso?
Facciamola semplice:
[tanto semplice che uso ancora le vecchie unità; se qualcuno ha voglia di correggere (bastano e avanzano brontolo e/o guru
) è pregato di farlo; e correggere anche l'impostazione tutta se necessario, grazie]- a parità di forma, più la barca è grande più devono aumentare le misure dell'ancora;
- questo consente l'uniformità della pressione sull'unità unità di superficie utile dell'ancora; tiro maggiore su dimensioni maggiori = rapporto costante, più o meno; tenuta "uguale" per le due ancore;
- ma la 'lamiera' dell'ancora ha bisogno di essere più spessa per l'aumento delle leve (momenti) all'aumentare delle dimensioni, cioè anche delle distanze di applicazione delle forze;
- prendiamo ad es. lo stesso punto di riferimento nei pressi dell'unghia di due ancore di uguale forma, ma di dimensioni doppie l'una rispetto all'altra; diciamo una A) la cui "punta dell'unghia" disti 20 cm dalla base dell'unghia e l'altra B) dove lo stesso valore sia di 40 cm;
- ricordiamo che la forza applicata sui due punti omologhi delle due ancore è la stessa (approssimativo, solo concettuale); diciamo 300 gr (inventato)
- la forza applicata alla base dell'unghia è calcolabile come momento (forza x distanza); nei due casi: A) = 0,3 Kg x 0,2 m = 0,06 Kgm (kilogrammetri); B9 = 0,3 Kg x 0,4 m = 0,12 Kgm;
- per cui è evidente che la resistenza a flessione del materiale di costruzione (identico) nella seconda ancora deve esser doppia della prima in ogni punto omologo dell'unghia, variando solo e parallelamente i punti di applicazione;
- da cui la necessità di spessori maggiori nella seconda ancora, cui corrisponde necessariamente un aumento di peso.
Per semplicità, le indicazioni dei costruttori sono relative ai pesi e alle dimensioni della barca o ad altri parametri confrontabili, restando più o meno costante il coefficiente di efficienza della forma (vero solo entro certi limiti, ma quanto basta per noi)