MEDULIN
La prima volta che vidi Medulin ci arrivammo in furgone.
La istarski Y è una comodissima superstrada che attraversa tutta la penisola nel senso longitudinale, collegando velocemente Rijeka a Pula, ma avendo tempo è molto più affascinante seguire le stradine che si inerpicano tra i paesini del cuore dell'Istria, dove i profumi della montagna si mescolano a quello del mare che sbarluccica di lontano.
Un amico ci aveva dato il riferimento di un tale, che forse avrebbe potuto tenere il nostro catamarano per un prezzo modico durante l'inverno, evitandoci così di riportarselo a casa finita la crociera. La necessità di verificare la disponibilità di questo personaggio e la possibilità di abbandonarvi Tomtom, si trasformò in una piacevole gita autunnale, lontana dalle frequentazioni dei vacanzieri estivi
L'Istria mescola una straordinaria miscellanea di paesaggi e di culture, in bilico tra la montagna e il mare, ma anche tra una cultura storicamente italiana e un'identità slava. Purtroppo però proprio a causa delle sua grandi attrattive turistiche e ldella vicinanza all'Italia e all'Europa, il suo fascino è annegato da fiumi di turisti che la invadono ogni anno. Passata la frenesia vacanziera, è possibile scoprire nuovamente i paesini abbarbicati in cima alle colline, i tesori veneziani delle cittadine rivierasche e una piccola konoba nascosta dove si mangiano fusi, tartufi e selvaggina.
La rimessa si trovava all'interno di un “ranch”, ampio appezzamento di terra, che il suo bizzarro proprietario aveva allestito come fosse un villaggio del far-west, con tanto di saloon e ufficio dello sceriffo. Il custode, Juka, viveva all'interno del ranch, in una barcacca con un'unica stanza, che fungeva da sala da pranzo, cucina e camera da letto, riscaldata da un gigantesco focolare.
Juka era un tipo alquanto singolare, ce ne rendemmo conto immediatamente. L'entrata del ranch era chiusa da un cancello, dal quale una stradina conduceva all'interno del paese far-west. Juka gentilmente ci aprì il cancello e noi entrammo col furgone e arrivati in paese aspettai che arrivasse anche il custode, ma passato qualche minuto del custode nessuna traccia. La cosa era singolare, perché tra il cancello e il paese, non c'erano più di 200 metri. Allora ci avviammo a piedi per capire cosa fosse accaduto e improvvisamente Juka sbucò da dietro un cespuglio dove si era nascosto.
«volevo accertarmi che nessuno ci avesse seguito».
E qui cominciarono a sorgermi i primi sospetti sull'integrità mentale di Juka.
Ci presentammo e con mia sorpresa Juka mi chiese
«do you speak english?»
risposi anch'io in inglese,sollevato, perché il mio croato è pessimo e per Violanda è molto faticoso tradurre di continuo una conversazione, quindi proseguii la conversazione in inglese, ma Juka mi interruppe immediatamente.
«Ne ne, ne razumijem english»
era evidente che la sua domanda era finalizzata solo a soddisfare una sua curiosità personale, cioè se io conoscessi l'inglese, ma la conversazione proseguì in croato.
Visitammo il ranch, ma ormai le sere autunnali si erano parecchio accorciate e il buio calò velocemente sul declivio che invita verso il golfo di Medulin e noi ancora non avevamo trovato un posto per accamparci. Chiedemmo consiglio a Juka, ma appreso che Violanda era in cinta non volle sentire ragioni e insistette perché fossimo suoi ospiti e noi accettammo di buon grado. Con le gambe stese verso il fuoco, Violanda chiacchierava mentre Juka preparava una frugale cena a base di pane e Kobasica. Noi ci aggiungemmo qualche scorta che portavamo dall'Italia e in breve la cena fu servita.
Juka era un ospite cordiale e chiacchierava amabilmente con Violanda, la quale qualche volta traduceva la conversazione, che però scorreva piacevole, mentre io fissavo il fuoco e mi concentravo sul retrogusto di una slivoziz, di produzione propria, particolarmente seducente. Juka aveva combattuto la fratricida guerra dei Balcani sugli scenari più drammaticamente famosi . Era un reduce, e una volta finita la guerra, la sua esistenza aveva perso senso. La sua famiglia non esisteva più, non esisteva più il suo paese, e la sua vita se l'era portata via la guerra. Probabilmente anche parte della sua mente era offuscata da fantasmi che qualche volta adombravano i suoi occhi, anche se le parole rimanevano ferme. Violanda ascoltava attenta e sempre più spesso si dimenticava di tradurre la conversazione, avvolta dai racconti di Juka che anche lei conosceva personalmente.
Finita la guerra, Juka aveva trovato lavoro come custode e la sua vita si era rinchiusa all'interno dello steccato del ranch. Non ne usciva mai e il padrone della proprietà gli portava da mangiare e ciò di cui aveva bisogno.
Ormai ero abbastanza escluso dalla conversazione e dai racconti di Juka e allungai una mano per prendere un'arancia sul tavolo, mentre con gli occhi cercavo un coltello per sbucciarla. Juka notò il mio gesto e con galanteria sfilò dalla giacca un coltello, che più che un coltello sembrava una spada, lungo almeno quanto il mio avambraccio e me lo porse dalla parte del manico: «Toh, usa questo.»
Mi stupii che lui fosse a tavola con noi da qualche ora e che continuasse ad indossare sotto la giacca, quest'arma quanto meno ingombrante. Allora lui mi guardò come fossi io quello strano e dopo una pausa mi disse.
«Sono il custode no? Dovrò pure proteggervi no?»
E anche Violanda, mi fece cenno con gli occhi che in effetti non c'era nulla da replicare.
Ci coricammo sulle panche attorno al fuoco, che fungevano anche da letto per Juka. Lui però non si stese come noi. Per tutta la notte continuò ad alimentare il fuoco e periodicamente usciva per ispezionare la proprietà finché le prime luci del mattino non filtrarono dalle assi sconnesse della baracca.
Il nostro viaggio doveva proseguire, ci congedammo da Juka e non lo rivedemmo mai più.
Sia che si costeggi l'Istria, sia che si decida di traversare direttamente, per chi salpa dal nord Italia con rotta sulla Croazia, Medulin è una delle tappe obbligate, proprio sulla punta più meridionale dell'Istria, da cui poi si può fare rotta verso le prime isole del Quarnaro e da lì, chi lo sa. L'abitato, oramai in veloce sviluppo, si innesta all'interno di un profondo golfo, costellato da isolotte e insenature. Oramai la genuinità tipica dell'Istria è stata vinta da una fortissima vocazione turistica, che ha piano piano trasformato Medulin in un grande centro per vacanze, ricco di campeggi e strutture turistiche. Tuttavia sapendo cercare non è difficile incontrare ancora rade affascinanti e se non proprio solitarie, quanto meno più discrete.
Nel 2013 l'”astronave” di Joe cerca riparo proprio tra le sue coste prima di fare rotta verso casa.
Siamo arrivati qui dopo un terribile temporale, bagnati ed infreddoliti, ed abbiamo cercato a lungo nel golfo di Premantura un ridosso dove ancorarci e portare una cima a terra sugli alberi.
Purtroppo è stato tutto inutile, dato l'affollamento di barchette davanti ai campeggi, cioè lungo tutte le sponde interne della grande e ramificata insenatura, e guarda caso proprio laddove il fondale è umano.
Alla fine abbiamo dato àncora sull'allineamento Medulin - Pomer, quasi esattamente a metà distanza, su fondale fangoso ottimo tenitore, di oltre 5 metri, per altro invisibile a causa della torbidezza dell'acqua.
Il ridosso è buono, il posto appena decente. Per fare un bel bagno, comunque, basta portarsi più in fuori, verso Premantura
(scivoli, windsurf, barchette, bagnanti). Elabori meglio questo passaggio?Da notare il WIFI gratuito dei numerosi campeggi, con un ottimo segnale anche in rada.
A terra, a Medulin, negozi, market e agenzie di viaggio; intorno alla baia ovunque, i campeggi; ed infine il Marina, a Pomer.
SCHEDA TECNICA
COORDINATE: 44° 49.240'N - 13° 55.193'E
RIDOSSO: buono
ORMEGGIO:
FONDO: fangoso, ottimo tenitore.
ACQUA DOLCE:
SERVIZI: in paese
INTERNET: wi fi gratuito, segnale buono
ATTRATIVA DEL SITO:
sufficiente – discreta – buona - eccellente
Allegato:
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che ne dici?
troppo? troppo poco?
hai foto? si possono rubare quelle di panoramio citandone la fonte?