Murter
43° 49.738'N 15° 35.285'E
Partiti prima di mezzogiorno da Biograd,a metà pomeriggio eravamo già arrivati a Katina al passaggio di Proverska Mala con il programma di passare la notte o lì o a Telscica all’ansa di Mir.
Conosco piuttosto bene la zona, ma ho un’improvvisa incertezza sulla conformazione del paesaggio e decido di dare un’occhiata alla carta nautica. Dico a Graziella:
-per favore, tira fuori la cartina da Biograd a Solta
Le mie carte da sempre le conservo in una grande cartella: è così ingombrante che il posto migliore per stivarla è sotto il materassino della mia cuccetta.
-non c’è nessuna cartella, sotto al materassino. E non c’è neanche il libro dell’Adriatico.
Maledizione! Vedo perfettamente carte e portolano a casa proprio sopra il tavolo in soggiorno pronte per essere caricate ma nella fretta di partire evidentemente lasciate lì.
Poco male, stanotte ci fermiamo a Proversa Vela e domani attraversiamo tutto l’arcipelago ed andiamo fino a Murter. A Murter c’è un buon marina e lì sicuramente avranno le carte per noi. Poi con le carte, semmai torniamo di nuovo alle Incoronate.
Facciamo quanto programmato. Costeggiamo Incoronata per quasi tutta la sua lunghezza a motore perché non c’è una bava di vento, solo verso la fine, e comunque solo dopo mezzogiorno si alza un po’ di bava. Si alza il Nord Ovest del pomeriggio e cresce , cresce rapidamente.
Appena doppiata la punta sud di Incoronata decido di tornare indietro, ripararmi un po’ mentre prendo la prima mano di terzaroli e armo la seconda. Poi torno fuori e vedo com’è. E’ solo il secondo giorno di ferie, abbiamo tutti i bagagli a bordo, non ci sono molte barche in giro ed io non voglio rischiare una scuffia in mare quasi aperto.
A Murter ci arriviamo in un attimo, con la barca che è in planata per buona parte del tempo. Doppiamo la punta nord dell’isola, ci infiliamo tra gli isolotti che riparano il golfo verso Nord, l’onda si calma e noi arriviamo tranquilli al Marina, troviamo le nostre carte nautiche ed anche un atlante stradale che è dettagliatissimo anche su ogni più minuta isola della Dalmazia.
Decidiamo che passeremo la notte al marina e che ci meritiamo una cena per celebrare il possesso delle nuove carte. Troviamo un pergola quasi sulla riva sotto cui hanno organizzato un bel numero di tavoli. Il posto è ruspante e con poca scelta , ma fuori fa caldo e sotto la pergola si sta da dio.
Con la carne io chiedo birra per me, ma Graziella vuole vino. Hanno solo debit. Le dico:
-lascia perdere, l’ho provato due tre volte ed era sempre una schifezza. Meglio la birra.
Ma lei non si scoraggia, e ne chiede un quartino per sé. Lo assaggia, chiama la cameriera e si ordina una birra.
Il debit è un vino locale che evidentemente non resiste al caldo estivo. Quando l’ho provato io aveva sempre un forte sapore di aceto. Gli anziani locali lo bevono allungato con acqua e dicono che disseta.
Al tavolo a fianco si siede una coppia di giovani. Si capisce lontano un miglio che si sono conosciuti da poco, trovati e piaciuti e il loro dopocena si prospetta infuocato. Lui è pimpante, gasatissimo e già pregusta il dopo. Vuole fare una figura degna, per cui ordina scampi alla buzera e scampi alla griglia. E vino, naturalmente.
Noi ci godiamo la scena.
Arriva il vino, lui ammaliante mesce , e poi brindano allegri.
Assaggiano il vino e vediamo crollare la libido a livelli di guardia in un niente.
L’espressione di lei è sconcertata.
Lui annaspa, si guarda intorno, è smarrito. Già vede sparire l’incanto della notte pregustata.
Ci fanno un po’ di tenerezza per cui decidiamo di intervenire e spiegargli la situazione decantandogli le qualità salvifiche della birra. Grati seguono il nostro consiglio e dopo poco tornano a dedicarsi alle loro manovre preparatorie.
Murter è un posto grade ed affollato, ma mi piace molto lo stesso perché conserva il suo carattere anche in piena stagione. In porto ci sono ancora gli squeri (cantieri) che costruiscono le Gajete, barche tradizionali in legno armate con vela latina che sono diffusissime. Sono belle barche e vanno bene. Con quelle in passato i pescatori di Murter trasportavano ogni cosa che potesse servire sulle isole all’intorno, comprese le pecore che andavano a pascolare su Incoronata : una navigazione altamente pericolosa che ha causato grandi lutti alla comunità locale. Forse anche perché custodiscono tanti ricordi i murterini sono tenacemente legati alle loro tradizioni e le conservano gelosamente.
Sulla Gajeta vale la pena di leggere questo documento
http://www.magnamare-extra.com/joomla/i ... gajeta.pdfI porto è molto grande ci si può ormeggiare in vari posti, anche ai moletti dei ristoranti, oppure si può stare alla fonda. Bisogna tuttavia fare attenzione alla bora, che qui può soffiare molto forte e rendere insicuro l’ancoraggio in rada.
Ci è successo pochi anni fa di andare a cena su un molo con la barca alla fonda a non più di cento metri . Appena arrivati il cameriere mentre ci stava facendo sedere ci ha informati:
-attenzione, stasera potrebbe esserci vento forte
Abbiamo cenato prestino proprio per questa ragione, per avere il tempo finire la cena, tornare a bordo e di spostarci in un luogo più sicuro prima che facesse troppo buio.
Ai primi accenni di vento ci siamo spostati ed abbiamo dato fondo al riparo del cimitero, in una zona poco esposta.
Tuttavia dato che c’era un’altra barca alla fonda lì vicino non ho avuto il coraggio di stendermi per buona parte della notte. Restando di guardia ho avuto tutto il tempo di rimproverarmi la mia imprevidenza. E così mi sono ripromesso che la prossima volta che andrò a Murter ispezionerò con cura la zona degli isolotti che chiudono la baia verso nord e mi sceglierò uno o due posti sottovento a bora dove andare a riparare e stare tranquillo in caso di necessità. La baia è così articolata che c’è l’imbarazzo della scelta.
Alla fonda a Murter non si paga. Ai moli dei ristoranti non si paga a patto di mangiare lì. Alcuni dei moli sono gestiti da privati che riscuotono un diritto di ormeggio, ma se si atterra con il tender e di ormeggia in modo non invasivo nessuno ha niente da obiettare.
Nella cartina indico il ridosso del cimitero ed un migliore ridosso da bora, oltre che la zona di ormeggio alla fonda in baia.
Nell’altra foto la Gajeta Falkusa di Komiza in navigazione