margutte ha scritto:
sotto ragazzi, meno poesia e più scrittura
Io Obbedisco!
Ma al racconto affascinante del Peltastis, non manca qualcosa?
SESTRUNJ
(Isola di Sestrunj)
COORDINATE: 44° 08,281 N – 15° 00,616 E
“Babbo, torniamo a Sestrunj? Così finalmente laviamo gli asciugamani dal sale”
Eh, già perchè a Sestrunj non c'è il paese, al porto, né alcun negozio, anzi il porto stesso è come se non ci fosse, per quanto è piccolo, ma c'è un rubinetto di acqua abbondante e libera dove con un secchio si possono lavare i panni.
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Eravamo già passati per Sestrunj proveniendo da Nord, e precisamente da “Er Pantera” il noto “quasi-atollo” nell'estremo Nord di Dugi Otok, dove la sosta era stata solo per il bagno. Un posto molto bello, “Pantera”, ma lontano da ogni opera umana, e noi dovevamo fare viveri, o almeno i pomodori, e soprattutto l'acqua, colpevolmente trascurata durante la sosta di due giorni ad Ist, con la Bora.
Ma a Sestrunj arriviamo ormai a sera, relativamente tardi, e di entrare nel minuscolo porticciolo, peraltro invisibile dal largo, non se ne parla; il nostro catamarano per piccolo che sia è visibilmente troppo grande. Fuori del porto, ai piedi di una “bella” casa grande, c'è un moletto, ed attaccata al moletto una barchetta da pesca.
“Non ci possiamo mettere qui anche noi?”
“E se si deve muovere stanotte? ”
“Massì, mettiamoci qui, vedrai che loro si arrangiano.”
Ci facciamo un sacco di scrupoli, al momento di fermarci per la notte, non vogliamo disturbare i bagnanti ed i locali, i quali invece, di regola, non si curano affatto di noi, e meno che mai ci manifestano alcuna contrarietà.
Riusciamo quindi miracolosamente a calare l'ancora alla giusta distanza dal moletto; il fondale è invisibile, penso intorno ai 10 metri, o anche di più, ma diamo calumo in abbondanza e poi con il canotto portiamo una cima a terra, da poppa, ad una bella bitta di pietra sul moletto. Dalle poche casette circostanti ci osservano senza troppo interesse, con blanda curiosità, e di certo non ostilmente.
Fatto, la manovra è decorosamente terminata, ed intanto l'acqua in pentola bolle per la pasta.
A sera da terra si sente cantare una qualche Opera, ed il cantante dopo poco passando mentre se ne va ci dà una voce “italiani, venite a cantare”, ma noi sciocchi rispondiamo che siamo stanchi ed è buio; che poi sono vere tutt'e due le cose, ma...
Domani è un altro giorno e Francesca e Roberto scendono a terra con il canotto per le compere, noi intanto ci tuffiamo per il bagno. I locali sono in tutto due signore con bambini, e sguazzano alla maniera croata, cioè visibilmente con gusto ed a lungo, nell'acqua fredda e pulita della baia. Un uomo lavora con del cemento a restaurare in qualche modo uno dei malandati moletti che coronano la baia.
Tornano infine i due. Raccontano:
“Su in paese non c'è niente, e non ci sono turisti ma solo residenti ed i loro parenti in vacanza. Le provviste all'unico negozio non erano fresche. I locali hanno alcune auto ma senza targa, perché c'è solo una strada, dal porto al paese, e le auto non sono autorizzate a circolare, e quindi i locali portano qui dei rottami inutilizzabili altrove. Ci hanno regalato dei pomodori coltivati qui e questo è tutto. L'acqua invece è disponibile, c'è un rubinetto al porto.”
Ripartiamo. Torneremo.