Marinai di Terraferma

Lavsa.
Con Zakete (Farr 6.40 ) facevamo vacanze molto spartane. Avevamo il nostro fido Tohatsu 2,5 2t ed una tanichetta da 5 lt era tutta la nostra scorta di carburante. Non avevamo spazio per un tender ed avevamo un ancorotto ad ombrello che neanche se ce lo avesse passato la mutua, quindi andavamo direttamente ad ormeggiare a riva dovunque si potesse. A pranzo frutta o panini, ed alla sera cena in qualche ristorantino, konoba o qualsiasi altra struttura disponibile a sfamarci.
Lavsa è un punto di riferimento costante per me alle Incoronate .Ci andavo saltuariamente fin da prima che ci fossero gavitelli o ci fosse un ristorante in baia. Nei primi anni 80 c’era un pescatore disposto a vendere il suo pesce alle barche di passaggio. Quel pescatore si chiamava Bruno, e sua moglie Maria.
Poi col tempo si organizzarono ed aprirono il primo Grill.
All’inizio degli anni 2000 arrivammo a Lavsa ad ora di merenda con Graziella che aveva urgente bisogno di un piatto di prosciutto e formaggio. Era anche agitata perché doveva parlare con casa ma il telefonino non prendeva bene tra le isole. L’avevo rassicurata che salendo sulla montagnola di Lavsa sarebbe stata sicuramente in grado di parlare dato che è un punto alquanto elevato.
Ormeggiamo direttamente al moletto privato di Bruno e vado a chiedere il famoso piatto di prosciutto e formaggio. Come temevo: nema prsut, nema sir, ma Bruno è contento di vederci ed è molto premuroso: se vogliamo ci fa subito due calamari ai ferri anche se a 70 anni suonati a quell’ora avrebbe diritto ed una siesta.
Graziella è strafelice : molto meglio un calamaro che un piatto di prosciutto nella konoba a fianco e propone di mangiare prima i calamari e poi andare a telefonare. Passa poco e modifichiamo le nostre priorità, non appena vediamo come si svolge la cosa.
Bruno sveglia Maria dalla sua siesta e le passa la sua ordinazione. Poi con calma si mette a raccattare un po’ di legna- un pezzetto alla volta- per accedere il fuoco.
Maria dopo pochi minuti esce ciabattando da casa, va nel retro dove c’è il freezer e ne tira fuori due calamari da almeno un chilo ognuno e va ad immergerli nell’acqua giusto a fianco della nostra barca.
I calamari in Dalmazia li pescano in inverno e poi li mettono in freezer e li mangiano d’estate. Il ciclo di congelamento e scongelamento ne intenerisce le carni e noi siamo tutti contenti di mangiare pesce fresco pescato dal pescatore con le sue proprie mani.
Visto come butta decidiamo di andare a telefonare, facendo così passare un po’ di tempo. Dato che fa ancora molto caldo, facciamo prima un bagno a pochi passi dai nostri calamari e poi ci avviamo.
D’estate invece che sandali o scarpe io uso molto spesso le espadrillas: sono fresche, hanno un’ottima presa su tutte le superfici, si stivano dappertutto perché non occupano spazio. A patto di non bagnarle sono una calzatura che amo. Saliamo la collina saltando tra pietra e pietra. In cima Graziella può finalmente parlare con i suoi, e assolta questa incombenza ci godiamo il panorama veramente spettacolare. Alla fine ci decidiamo a tornare: i nostri calamari saranno sulla griglia e mi piace sorvegliare queste operazioni perché c’è sempre da imparare da uno che la griglia la fa tutti i giorni.
Scendendo e rimirando il paesaggio e chiacchierando di cose amene finisce che la mia espadrilla, che mi ostino anche ora a calzare come una ciabatta, si incastra malamente tra due pietre, mi fa lo sgambetto ed io rotolo su quelle pietre appuntite. Niente di grave, ma ho graffi ed abrasioni e sangue dappertutto: braccia, mani, gambe ed anche in faccia.
Arrivati giù, appena Bruno mi vede chiama subito la Maria. Neanche a parlare di disinfettante, qui hanno un rimedio universale: Rakjia. Tra Graziella e Maria lavano letteralmente le mie sbucciature con grande attenzione. In un minuto puzzo come neanche il più incallito degli avvinazzati. Per scongiurare la setticemia in agguato decidiamo che non c’è di meglio di un paio di dosi per uso interno e provvedo subito avendo come compagno Bruno. Appena completato questo rito Bruno si dedica di nuovo ai nostri calamari.
E puntuale e ineluttabile come il giorno del giudizio, verso le 7 di sera ci serve i più buoni e desiderati calamari alla griglia che ci sia mai capitato di mangiare.
Da allora quando siamo in zona Graziella vuole sempre passare di là anche se ormai da molti anni Bruno e Maria non ci sono più. Il vicino di casa e di konoba ci ha detto che sono morti.
L’anno scorso, quando ci siamo passati, la loro casa era ancora disabitata. Ed il moletto a cui avevamo ormeggiato Zàkete era sempre lì e sempre libero. Una piccola barca ci si può mettere senza problemi, al riparo da ogni intemperia e ad una distanza di non più di 7 metri dal più vicino tavolo della konoba.
Ma i calamari non sono più quelli di una volta e così abbiamo mangiato un soaso (rombo non chiodato) da almeno un kilo e mezzo accompagnato dalla onnipresente blitva (cicoria bollita) patate e birra. Io preferisco il vino se c' e' pesce, ma nelle isole non c’è molta scelta di vini : in ogni bettola ti propongono il Debit. VADE RETRO. Se c’è Grascevina, o Posip, o Malvasia va bene, altrimenti birra.
Nella foto si vede dove ormeggiare al moletto di Bruno, e com’è Zàkete.

Mala Rava
a quanto ho già detto aggiungo ora che la banchina è gratuita per il transito.
Il pescaggio è sufficiente anche per barche grandi in un solo punto, il vecchio approdo del traghetto (il nuovo è stato costruito fuori), mentre per noi va bene quasi ovunque, all'inglese.
Con vento da ovest o sud ovest in banchina entra mare, non pericoloso, credo, ma fastidioso si. IL ridosso è ottimo da bora.

Ci ho passato una notte in compagnia di certi vicentini con la loro barca di 15 metri.
E c'era una simpatica ex-infermiera, di stazza un po' generosa, che faceva mostra di apprezzare molto i catamarani...oppure erano i catamaranisti?
Boh, non ricordo bene, mi hanno fatto bere del wisky e poi...
e poi tutti a nanna, ognuno nella sua cuccetta!

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Drvenik Veli, Isola di Drvenik
43 27,07 N - 16 08,54 E

Una Mala Rava al quadrato.
C'è una grande diga foranea, che copre a Maestrale; nel porto anche una banchina in fondo a sinistra, adatta per due tre barche piccole, all'inglese.
Al molo foraneo si ormeggia invece di poppa, con l'àncora verso l'interno del porto; ci sono anche i corpi morti, da quella parte, ma non le trappe; la profondità è ragguardevole, e servono buoni polmoni per catturarne uno.
Ci sono negozi e posta, e c'è anche il traghetto per Trogir.

Non si paga; o per lo meno, hanno provato a chiedere dei soldi, il giorno prima del nostro arrivo, a Luglio, ma la rivolta corale delle barche in transito (soprattutto inglesi e svedesi) ha respinto vittoriosamente il tentativo.
Quando ci sono ripassato, in Agosto, nessuno ha chiesto niente, salvo di non mettersi all'inglese ma di poppa, per farci stare più barche (più barche significa più birre da servire per il bar che si affaccia sul porto, con una piacevole veranda, dal lato settentrionale).

Si racconta che il molo sia stato costruito per opera di una miliardaria americana che si era invaghita del posto ed intendeva realizzarci un marina; ma aveva mal riposto la sua fiducia, ed il suo "agente" croato, incaricato delle operazioni, si è mangiato tutti i soldi e poi è scomparso.

Rimane questa banchina con le prese di corrente e di acqua ma senza corrente e senza acqua.
Da visitare la chiesa incompiuta sopra il porto, con ombra e panorama.
C'è anche un B&B in magnifica posizione proprio al centro del porto.

Jo,
a Mala Rava verso l'8-10 di agosto due anni fa siamo arrivati e c'era la notte bianca.
Naturalmente non lo sapevamo, e siamo stati un po' incerti a domandarci " ci sarà molto casino?" ma come si fa a pensare che a Mala Rava ci possa essere casino?
Non ci crederai ma verso mezzanotte saremo stati almeno in 150 persone. Erano arrivate barche e barchette di locali dalle isole vicino.
Con il traghetto era arrivato un gruppo musicale e sul davanti della costruzione dietro al molo avevano fatto il banco gastronomico con la griglia che sfornava cevapcici e pliescavica a nastro.
Siamo andati in cuccetta all'una ma tutti i bambini erano ancora in giro. Ogni tanto ce n'era qualcuno per terra che dormiva alla grande, ma evidentemente per i genitori era tutto a posto..
Non ci crederai ma alle quattro stavano ancora suonando.Poi non so.
A parte la notte bianca confermo in pieno la tua preferenza: Mala Rava è un luogo del cuore.

Margutte,
va bene la storia di Lavsa?

la leggo stanotte, ma sbirciando direi di sì.

a occhio mancherebbe una piccola descrizione tecnica.
dove e come ormeggiare, ridosso....una cosa così. più pratica

vi segnalo, anche se forse già la conoscete la nuova iniziativa di Magnabosco, l'editore di 777. Si tratta di un blog che integra le informazioni dei pianette dei porti del 777 con notizie varie e disegni dettagliati.
Finora ha pubblicato due articoli: Molat http://magnamare.wordpress.com/2014/09/ ... menticare/
e Veli Rat/Punte Bianche.
Sono fatti molto bene, e mi sembra che svuotino abbastanza di significato la iniziativa del portolano di Mdt.
Infatti se di informazioni specifiche per piccole barche abbiamo bisogno, varrebbe la pena di segnalare quelle che ci interessano al Blog affinchè vengano inserite a completamento dell'informazione.
Una volta fatto questo, restano solo le storie o aneddoti che noi possiamo associare ad un determinato ormeggio.
Mi sembra il caso di riconsiderare l'approccio al portolano di Mdt alla luce di questa iniziativa

io ho il frangente ma penso proprio che acquisterò anche il 777

Giorgio, io uso il 777, e quindi parteciperò alla nuova edizione come meglio posso.

ciononostante credo che il portolano MdT sia una cosa un po' diversa, soprattutto come concezione globale dell'opera e poi posso dirlo? anche per stimolare la nostra nautica.

chissà mai che il mercato si interessi a noi,e più che il mercato, porti a secco, tutti quei porti che non si possono usare perché c'è SOLO un metro per entrare, e a noi andrebbero daddio...

non lo so, secondo me intanto buttiamo giù quello che abbiamo e poi vediamo.

l'altra sera ho sbirciato la cartella dove raccolgo le segnalazioni in attesa di essere ordinare e corrette.
ce ne sarebbe già abbastanza per un volume primo. Adesso quando comincia l'autunno mi ci metto di impegno.

p.s bellissima la tua storia. mi ci metti un qualche dettaglio utile?

@Mauvria

ben vero che è a pagamento, ma vero è anche che tu rappresenti quella fetta di piccola nautica che si sposta con famiglia e cui serve una giostra, una gelateria, la necessità di non perdere le notti a causa di un ormeggio ballerino.
Quindi se hai altre notizie non aspettare

Se decidiamo di togliere tutte le schede a pagamento, dovremmo togliere anche i moli comunali, dove si paga, poco, ma qualche volta si paga, ma che ci piacciono un casino...mi pare

Margutte, ok aggiungerò dei dettagli pratici.
Non chedermi longitudine e latitudine perchè non le so, oppure spiegami dove trovarle per esempio in google earth.

Penso di poterti mandare una decina di storie come questa sui posti a cui sono più legato.Alcune storie le ho già scritte, mi basta solo adattarle, altre richiederanno un po' più di tempo. Ma a mano a mano che si accorciano le giornate...

Se vuoi potrei mettere insieme una lista dei posti, così se si tratta di doppioni già coperti da altri mi evito di dedicarmici. Ad esempio Mala Rava è un posto del cuore per me, ma è già stato detto molto da Jocondor, e quindi io non mi ci cimento.