Marinai di Terraferma

Forum dei marinai carrellatori
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 Oggetto del messaggio: Re: Portolano MdT
MessaggioInviato: 10/10/2014, 20:33 
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Eh gia' ci tocca studiare, ora pero' basta con gli OT. :D che inquiniamo l'argomento.

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Ex: Aura (CNA - Brezza 22 ) http://lamiabarcabrezza22.myblog.it
Gli stolti corrono ove i saggi non osano nemmeno avventurarsi


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 Oggetto del messaggio: Re: Portolano MdT
MessaggioInviato: 11/10/2014, 7:12 
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NeXuS ha scritto:
brontolo ha scritto:
Ecco un sito per la conversione da centesimali a sessagesimali


Brontolo non farti corrompere, che (mi pare) il Navtex dia le coordinate sessadecimali, ricordati che siamo sotto esame noi..... :lol: :lol: :lol: :lol:


Alla patente, sulle carte e sugli scalimetri si lavora in gradi, primi e secondi, però per venire incontro ai moderni le ho messe tutte e due


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 Oggetto del messaggio: Re: Portolano MdT
MessaggioInviato: 13/10/2014, 10:31 
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Vrulije 43° 48.626'N 15° 18.298'E
Vrulije è l’unico insediamento sull’Isola Incoronata che abbia l’aspetto di un paese, ancorchè molto molto piccolo. Ci stavamo andando perché il posto mi piace, la baia è abbastanza riparata e soprattutto perché c’è il ristorante da Ante.
Ormeggiamo a metà pomeriggio proprio in fondo alla baia nell’angolo ad est, a due passi da un recinto dove stazionava un gruppo di asini. Il capobranco non apprezza per niente la nostra intromissione raglia con grande convinzione e corre tutto agitato lungo il margine del recinto nel tratto più vicino a noi.
Ripeterà la stessa pantomima per tutta la durata della nostra sosta ogni volta che ci vede risalire a bordo e poi riandare via.

Faccio finta di non capire il linguaggio dell’asino e vado subito da Ante a chiedergli che pesce c’è per cena. Ormeggiati alla banchina giusto davanti al ristorante ci sono tre, quattro grossi motoscafi ed uno ha una stretta ripida passerella, su cui sta tentando di salire un anziano, molto malconcio, con difficoltà a muoversi, tanto che una signora da dietro cerca di sostenerlo e spingerlo su .
Mi affretto e chiedo se c’è bisogno di una mano, ma la signora molto divertita fa segno che se la cava da sola e dice una sola parola: “travariza”.
Non capisco la parola, ma capisco che non c’è bisogno di me.

Ante va a prendere i vassoi con il pesce appena pescato dai pescatori delle casette intorno.
Spicca, da sola su un piatto una luserna (=gallinella) di almeno un chilo e mezzo. Decisamente troppo per noi. C’è anche vario altro bel pesce: dentici, scorfani, orate.
Dietro di noi un equipaggio formato da due coppie di Austriaci aspetta che io scelga per primo.
La luserna quando è fresca ha pinne bellissime : questa aveva due ali di almeno 25 cm iridescenti.
Al vederla gli Austriaci si eccitano.

In un lampo vedo i pirati Uscocchi, protetti da Vienna, che assaltano Ulbo veneziana e la depredano, vedo la mia scuola elementare dedicata al Generale Giardino, comandante del fronte del Monte Grappa, e vedo il plastico originale su cui lui studiava come fermare gli Austriaci sulle montagne e poi batterli. E’ esposto nell’atrio della mia scuola e ci passavo davanti tutti i giorni. Penso a mia nonna e tutta la sua famiglia sfollata in Piemonte dopo la ritirata di Caporetto e deciso indico la luserna e dico:
-questa qui, per noi, pronta alle 8.

Gli Austriaci sono delusi e rumoreggiano, ma Ante li convince che c’è pesce anche per loro, e per facilitare un armistizio ci tenta con giro di “travarica” specialità della casa.
Facciamo pace con quella.
La “travarica” è un bruciabudella tipo grappa , con erbe che vengono raccolte nelle isole e inserite nelle bottiglie per aromatizzare il distillato.
In Dalmazia , o almeno da Ante, lo considerano un aperitivo. Io non sono abituato agli aperitivi e trovo che potrebbe tramortire un toro, ma se lo bevo dopo cena mi sembra un eccellente sostituto di un bicchiere di grappa. Quella di Ante è la migliore che ho provato finora.

Un paio di anni fa eravamo passati di nuovo da Vrulije , avevamo preso l’ultimo gavitello libero ed ero molto soddisfatto perché si stava preparando un temporale. Dopo l’ormeggio ero andato al ristorante per prenotare il tavolo e scegliere il pesce per la cena , poi ero tornato in barca per farmi una doccia in attesa dell’ora concordata. Il temporale è arrivato con vento molto violento ed anche un po’ di pioggia. Alla nostra cena abbiamo dovuto rinunciare, perché il vento da Nord Ovest si incanalava nella baia e avrebbe spedito il nostro piccolo gommone verso il ristorante a grande velocità, ma poi non avremmo saputo come rientrare, con i nostri remi di plastica e quella quantità di vento. Senza contare tutta l’acqua che avremmo imbarcato affrontando la maretta che il vento aveva mosso.
Graziella mi rinfaccia ancora la delusione del risotto in busta che le ho preparato quella sera in sostituzione del pesce al ristorante. Nella sua versione sembra che io abbia scatenato gli elementi solo per privarla della meritata cena di pesce.


Alcune barche a vela che non avendo trovato posto ai gavitelli erano all’ancora hanno arato ed hanno dovuto ridare fondo più volte nel corso del temporale. Prima che mettessero i gavitelli ho avuto anch’io problemi di tenuta dell’ancora una sera in quella baia. Dopo di allora non mi fido più a stare alla fonda.

La baia di Vrulije oggi ha numerosi gavitelli che sono a pagamento, mentre gli ormeggi davanti ai ristoranti sono gratis almeno per chi al ristorante ci mangia.

A me il posto piace e si può scendere a terra e fare anche lunghe passeggiate. Vicino alle case i locali mostrano la piazzola su cui durante la guerra gli Italiani avevano messo una batteria di contraerea. Poveracci: in un posto così scoperto i servitori del pezzo saranno durati in tutto pochi secondi, al primo attacco. Appena sopra all’insediamento c’è un oliveto con oltre mille alberi, e c’è la possibilità di vedere quei curiosi muretti a secco che attraversano tutta l’isola da parte a parte in più punti e dividono in parcelle giganti questo deserto di pietre.
Si può meditare sulle grandi opere che anche nel passato non sempre erano opere di buon senso.

Nella foto si vedono i posti di ormeggio che abbiamo utilizzato prima che fossero disponibili i gavitelli.


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 Oggetto del messaggio: Re: Portolano MdT
MessaggioInviato: 13/10/2014, 12:44 
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Iscritto il: 15/11/2009, 16:44
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Bella storia.
Io avrei pensato a mio nonno Bruno, comandante di batteria, che in Val D'Astico sparava cannonate sugli austro-ungarici (come diceva lui). Salvo il fatto che io non mi arrischierei a mangiare pesce alle Incoronate.

Solo, una domanda:
ma tu riesci a distinguere austriaci da tedeschi? e come? :o


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 Oggetto del messaggio: Re: Portolano MdT
MessaggioInviato: 13/10/2014, 16:43 
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Iscritto il: 19/09/2014, 10:48
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Il pesce, dovunque, io lo guardo prima di comprarlo. Quello ,anzi, la mia luserna era stata pescata quella stessa mattina. Garantito.

Me lo avevano detto loro che erano Austriaci.E tra di noi parlavamo in Inglese.

I Tedeschi dicono Ja, e gli Austriaci Jo. Ma il tedesco non lo parlo più da quasi cinquanta anni e non lo conosco più.(L'ho studiato da prima ancora di andare alle elementari fino a quando avevo dieci anni).Mio nonno durante la prima guerra mondiale faceva da interprete negli interrogatori dei prigionieri. Non solo sapeva il tedesco, ma sapeva riconoscere vari dialetti. Aveva lavorato come agente delle Generali in Germania per vari anni prima della prima guerra.


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 Oggetto del messaggio: Re: Portolano MdT
MessaggioInviato: 14/10/2014, 9:54 
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Iscritto il: 16/02/2010, 15:13
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mi fa piacere che vi siate messi sotto. Molto bene.
per quello che riguarda le coordinate, aspetterei la versione deifinitiva per capire qualia sono quelle da usare. Io non lo so. Il gps non lo so usare.
dire che forse Guru, possa esprimere un parere autorevole e definitivo.
comunque ricordiamo che la parte tecnica del portolano è minimale, anche se importante.
Non basterà il portolano per girare in mare. Questo sarà bene specificarlo a chiare lettere nell'introduzione.

detto questo, vi invito ad abbassare i toni. Tutti.

ho ancora un dubbio. avete pubblicato un sacco di foto, ma

Lorenzo:

- quanto viene a costare pubblicare una foto per scheda (pagina)?
- possiamo usare le foto di google earth?

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Piccolo è meglio


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 Oggetto del messaggio: Re: Portolano MdT
MessaggioInviato: 14/10/2014, 11:02 
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Iscritto il: 17/11/2009, 12:30
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Località: Ponsacco (pi)
Ho buttato giù due conti, considerando 4 schede e 2 pagine per scheda circa 100 pagine, stampato a colori.
Se facciamo un lavoro "per noi" una cinquantina di copie stiamo intorno a 10 €/cad.
Altrimenti se pensiamo di divulgarlo in maniera diversa e con quantitativi diversi, provvedo a fare altri due conti.

Per quanto riguarda le foto di google earth, penso che probabilmente saranno un po' a bassa risuluzione, ma se non esageriamo con la dimensione, si potrebbe fare, comunque verifico.

_________________
Lorenzo


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 Oggetto del messaggio: Re: Portolano MdT
MessaggioInviato: 14/10/2014, 11:52 
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Iscritto il: 15/11/2009, 16:44
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Pasadur, Isola di Lastovo
42° 45,24 N - 16° 49,08 E

LA MIA PRIMA MARINA

Eccola, Lastovo, alla fine. Era da tanto, da tutto l'inverno, che la desideravo, che la osservavo dal satellite, che speravo di arrivarci. Eccola, alla fine. La meta agognata della mia crociera.

Siamo in navigazione da due giorni con forte Maestrale ed onda formata; fortunatamente di lasco.
Ieri sera ci siamo fermati a Korcula, nel porto di Vela Luka, sulla punta occidentale dell'isola, in porto si, ma sull'ancora (e pagando!!!)

Oggi in due ore di lasco veloce siamo arrivati a Lastovo; ed entrati nel magnifico ridosso di Velji Lago-Pasadur, uno dei due che sono creati dall'isolotto di Prezba, proprio sulla punta occidentale dell'isola di Lastovo, siamo pronti per un bell'approdo sicuro ed un bagno in questo mare invitante.
Ma naturalmente le cose si complicano: quando vado per accendere il motore, questo si rifiuta di partire. Tira, strappa, bestemmia e impreca; niente.

Che fare? Sono convinto che sia ingolfato, un po' di tempo e ripartirà, ma intanto? Mica possiamo incrociare avanti e indietro per tutta la giornata. Però le raffiche, forti, turbinando a casaccio nel ridosso, ci rendono impossibile passare ad ovest dell'isolotto posto in mezzo alla baia di Pasadur ed io non riesco a capire se aggirandolo ad est sia possibile avvicinarsi agli approdi. C'è da dire che siamo arrivati qui con il GPS nuovo, ma che questo è del tutto privo di cartografia di base, mentre le carte nautiche e le immagini satellitari le ho tutte sul tablet, il quale a sua volta non funziona da giorni. Della cartografia che ho su carta, mi manca proprio questa zona, e senza carta proprio non capisco la morfologia della baia. Il meteo poi denuncia possibili temporali diurni, neanche a dirlo, anche se la giornata è splendida.

Comunque qualcosa bisogna pur fare, ed io decido stupidamente di accostarmi a vela nella zona vicino al bunker, con l'idea di metterci all'ancora ed aspettare che il motore si decida. Naturalmente, non ho calcolato affatto la via di fuga in caso di manovra mal riuscita, così, pur avendo visto i fondali profondissimi, invece di poggiare ed andare via, comando alla Gio "Fondo! Giù le vele!".

Manovra perfettamente eseguita dal mio fedele secondo, ma, mal concepita com'era, diventa una mezza debacle, con l'ancora che agguanta (un rottame metallico, si scoprirà poi...) a pochissima distanza dalla spiaggia di sassi, ed il vento che, infame, traditore, fetente, prima di prora, adesso ci gira da dietro e ci spinge verso terra con la poppa.

Vabbè, alla fine non ci sono danni, salvo una grattata di timoni sul fondo, ma davvero mi dico del cretino. E mo' come ne usciamo, senza motore? Già, perché passa il tempo ma il motore continua non saperne. Ci viene in soccorso il potente gommone di un potentissimo motoryacht croato, il quale, ancorato vicino a noi e con le cime a terra, evidentemente non ci sopporta più. Guidato da uno dei due marinai dello yacht, il gommone ci consegna con gentilezza al "marina" dell'Hotel Solitudo. Da terra mani precipitose e sollecite ci prendono le cime; una moto d'acqua, comparsa non so da dove, ci assesta la poppa prima che scada, le prue miracolosamente non toccano contro il molo, una trappa viene fissata a poppa, poi un'altra, e l'ormeggio è fatto. Non so neanche chi ringraziare, se il cielo, oppure tutta questa efficienza marinaresca.

E' la prima volta in vita mia che approdo ad una banchina di marina, in transito!
Subito mettiamo la passerella, da prora, e giù a terra. Il "marina" del Solitudo non ha avuto il rinnovo della licenza e perciò per quest'anno è gratuito. Quando si dice la fortuna! E ci sono anche le docce dell'hotel, cioè del marina, disponibili e gratuite e per di più pulite! Troppo, per noi. La sosta forzata in attesa di un motorista si annuncia decisamente comoda.

Come ho detto, è la prima volta che mi trovo in una banchina di transito; siamo alla francese, cioè prua verso terra ma stretti fra due barche e con le auto dei turisti parcheggiate a 2 metri. Fa uno strano effetto, essere così fitti, dopo settimane di gavitelli ed àncora, ma la cosa mi diverte, e poi scendere a terra con la passerella invece che con il canotto è davvero un lusso; e le docce calde a due passi, poi!

Intanto ci sono da conoscere i vicini di barca: di fianco a noi un “medio” motoryacht di Bari, con due coppie a bordo, ospitalissimi, che ci danno il benvenuto con del prosecco fresco; dall'altra parte una barca a vela di anconetani, con a bordo una famiglia ed i loro ospiti, direi.

Come mai l'ho sempre snobbata, la banchina? Semplice, da un lato la mia abituale tirchieria, che si maschera da francescana frugalità, dall'altro la scarsa fiducia nelle mie capacità di manovrare a motore per l'approdo e di fissare una trappa; il tutto unito anzi contrapposto alla libertà della rada alla fonda, alla riservatezza del gavitello, che confinano però con l'isolamento.

Insomma per forza di cose siamo in banchina e mo' ce la godiamo. Hic manebimus optime. La prima sera, dopocena, si passeggia sul lungomare, ad osservare la baia riparatissima (Luka Mali Lago) che si apre sul lato opposto dello stretto di Pasadur, cioè quella con entrata da NW.
Banchine sommarie sul lato settentrionale di questa baia, ma con molti posti liberi. Spazio alla ruota, in mezzo alla baia, e di sicuro su buoni fondali. Macchia mista, e rare case, sul lato meridionale.

Dove Lastovo sfiora Prezba, e le due isole sono unite da un ponticello basso, (creando così un istmo artificiale) sorge l'Hotel Solitudo: strano nome, chi mai lo sceglierebbe per le sue vacanze? Eppure ha i suoi bravi ospiti, gente elegante, e la sera dopo, per cena, avrà anche noi, a gustare il maialino cotto alla brace.

Dalla parte a sud dell'istmo, cioè nella baia in cui siamo noi, Velji Lago, quella con ingresso da SW, in cui si trova appunto Pasadur, c'è parecchio da esplorare a piedi lungocosta. Il sentiero tra gli alberi si dirige verso un'altra baietta che si affaccia da Ovest sull'insenatura principale, e che ospitava una base della Marina Militare Yugoslava. Ne restano alcuni moletti su bassi fondali, uno scivolo largo, edifici diroccati, qualche boa sicuramente abusiva. Intorno alla baia ombra fitta di pini profumati ed angoletti deliziosi dove fare il bagno. Alla fine del sentiero poi si arriva al bunker da sommergibili vicino al quale abbiamo spiaggiato ieri.

Sicuramente una barchetta con bassissimo pescaggio qui ha di che divertirsi, e trova ancoraggio od ormeggio a costo zero. La ex base militare infatti offre un ridosso totale dal mare, anche se le raffiche forti del Maestrale, scendendo dalle colline circostanti, scorrazzano a casaccio sull'acqua, alternando increspature dell'acqua a momenti di caldo torrido. L'odore della vegetazione ed il colore dell'acqua ricordano Caprera. Solo un affollamento di barche varie, per lo più in sosta balneare, ci ricorda che è Ferragosto.

Già, l'affollamento: complice il Ferragosto ed anche la previsione di temporali, sono molte le barche grandi che si affacciano al Solitudo alla ricerca di ormeggio, ma per fortuna ai nostri lati ormai la situazione è stabilizzata e vanno oltre. Non ho pratica di vicini di ormeggio e non vorrei trovarmi con barche pesanti che mi si appoggiano contro alle prime raffiche di vento.

Intanto il motorista, chiamato al telefono dagli ormeggiatori del Solitudo, si è fatto finalmente vivo. E' il classico ometto che non spiccica né italiano né inglese, ed a fatica riesco a capire che intende cambiare le candele del motore; le mie secondo lui sono sporche. E' vero, sono sporche, ma io sono certissimo che non è quello il problema, e con pazienza cerco di spiegare che invece secondo me si è bagnato qualcosa di elettrico, con il mare grosso dei giorni scorsi.
Niente da fare, lui è persuaso di essere nel giusto e comunque tentare non nuoce, e così al calar della sera lui arriva con le candele giunte in traghetto da Spalato, in poche ore. Le monta e.... niente, il motore non parte. Allora sarà la bobina? All'indomani l'ardua sentenza.

Noi stasera andiamo a cena al Solitudo, con la scusa che non paghiamo l'ormeggio, "qualche kuna bisognerà pur che ce la lasciamo”, e domani si vedrà.
Il maialino alla brace è irresistibile, la birra è buona, l'ambiente è alquanto figo, la musica di piano bar “internazionale” è suonata da un vero pianista. E dopo, la serata è incantevole, tiepida, calma, l'aria è profumata, si sta bene anche sul ponte a guardare le stelle; l'unica sera davvero bella di tutta l'estate...

Alla fine ce ne andremo, salpando a vela e con il motore ancora inservibile e finalmente a Korcula si troverà il guasto: un banale interruttore da sostituire.
Ma Lastovo mi resterà davvero nel cuore


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 Oggetto del messaggio: Re: Portolano MdT
MessaggioInviato: 18/10/2014, 22:50 
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Iscritto il: 19/09/2014, 10:48
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Ist 44° 16.272'N 14° 45.906'E
Ist è un posto del cuore, ogni volta che lo rivedo, rivedo e risento le sensazioni provate il giorno del mio primo arrivo .
Il Paese di Ist è adagiato in testa ad una lunga baia che è rivolta verso SE . all’inizio la baia è larga e si restringe molto come due lati di un triangolo al cui vertice sta il paese.
Dietro il paese sta un monte piuttosto elevato, con in cima una cappella, ed a mezzavia ci sta il grande bacino di raccolta dell’acqua piovana. Sotto c’è il paese e quasi in faccia a chi gira la testa di molo c’è la spiaggia e poi all’estrema sinistra il cimitero.
A Ist ho trovato sempre vento e sempre di bora cioè proveniente dal paese e dal monte con folate che scendono giù rapide ad investire tutta la baia.
Per un velista è un momento magnifico: il paese è come la boa numero 1 di una immaginaria regata e la layline sono le rocce ai due lati. una serie di bordi di bolina, falchetta spesso in acqua, virata a pochi metri dalle rocce e poi nuove mura e avanti sul nuovo bordo.
Ce ne stavamo così su Isola Bianca I la barca di Angelo Preden appena varata e lui ci stava facendo un corso di vela d’altura. In silenzio stavamo assaporando il piacere di quella veleggiata, solamente di tanto in tanto si sentiva Angelo dire calmo:
-viriamo fra dieci secondi.
-Viriamo.

Manca ancora un quarto di miglio ad arrivare al molo, siamo mure a sinistra e nel silenzio e nella luce del primo tramonto vediamo gli abitanti del paese in una lunga processione che camminano verso il cimitero.
In testa c’è il prete con il bastone con sopra la croce, poi i chierichetti, poi 4 suore di quelle che hanno i lunghi cappelli bianchi e poi in ordine un po’ casuale i paesani.
Il vento muove le vesti del prete e dei chierichetti. Quello che porta l’incensario semina una scia di fumo che presto si dissolve nell’aria. Le suore devono tenere con le mani i cappelli che il vento fa ondeggiare e vorrebbe strappare via.
Il tutto nel più assoluto silenzio. Quasi in controluce .Non sentivo più neanche lo sciabordio dell’acqua.
Quando ci ripenso mi commuovo anche ora.

Arriviamo in porto. Al molo non c’è posto ed Angelo decide di dar fondo poco lontano dalla testa di molo. Dice che il fondo non è dei migliori e lui resterà a bordo, ma noi possiamo scendere a terra con il gommoncino.
E’ un gommone da spiaggia portato via dal vento e da noi trovato in mare. Ha solo un piccolo foro sul fondo per cui c’è sempre un po’ d’acqua che ristagna tra i tubolari del fondo.
Non è un problema, basta entrarci a piedi nudi e mettere le scarpe solo una volta scesi a terra. In compenso è grande abbastanza da portare 3-4 persone per volta . Scendiamo in tre belli, lavati e vestiti per la sera e con le scarpe legate appese al collo.

Per ultima scende Barbara. Scivola con il piede nudo sul fondo bagnato ed infila l’alluce proprio nel foro che è al limite della saldatura fra il fondo ed un tubolare. Il tessuto cede di colpo e Barbara si ritrova con tutto il piede oltre il fondo . Avevamo giusto lasciato la presa della scaletta della barca ed eravamo a neanche un metro. Il tubolare è lacerato, l’aria esce con grande allegria e con pernacchie dal tubolare.
Affondiamo in 3, in piedi sull’attenti, mano alla fronte per l’ultimo saluto ad Angelo ed ai pochi sfaccendati sul molo. Una condotta altamente dignitosa.
Poi con due bracciate riconquistiamo la barca salpiamo i poveri resti del gommone, ci rilaviamo, ricambiamo e poi un’anima buona che aveva assistito alla scena, come ringraziamento viene da riva a prenderci e ci porta a terra per cena.

All’interno del porto di Ist ci si può mettere alla fonda quasi dappertutto nella zona che sta davanti alla spiaggia (tenendosi ovviamente molto al di qua della linea di galleggianti che delimita l’area bagnanti) purchè si peschi meno di un metro. Sotto c’è sabbia e grandi sassi ed occorre fare attenzione che l’ancora abbia preso bene e sia puntata contro un masso in modo da non poter arare.

In questo modo abbiamo preso un colpo di bora molto forte e Magna Sionere non si è mossa neanche di un millimetro mentre tutto intorno a noi motoscafi di tutte le misure aravano, ridavano fondo ed alla fine si spostavano in altra zona nei presso del molo. Fino a che avevamo motoscafi intorno sono rimasto di guardia, appena quelli se ne sono andati mi sono buttato in cuccetta sicuro che non c’era da preoccuparsi.
Avevamo cenato al “Maestral” con maialino allo spiedo. E poi eravamo tornati di corsa a bordo ai primi segni del colpo di bora. Il maialino era cotto bene e costa molto meno del pesce. A Ist i ristoranti non sono granchè. In particolare ce n’è uno lungo la riva lato Est -mi pare si chiami da Kety- che è piuttosto pretenzioso. Abbiamo pagato un conto molto elevato per un brodetto che conteneva forse 30 grammi di pesce in tutto.
Allora maialino per noi va bene, nonostante un deciso rimbrotto ricevuto da una simpatica anziana signora che faceva colazione con noi la mattina dopo nel bar vicino alla spiaggia. E’ nata a Ist e sposata a Monfalcone . Passa le sue estati ad Ist.
Quando ha saputo che cosa avevamo mangiato la sera prima non ha saputo frenare la sua indignazione.
-come mi te dovevi far, andare dall’altra parte del paese, sull’ affaccio a nord, dove ci sono i pescatori, andavi da Barba ….(non mi ricordo più il nome del pescatore) e ti compravi il pesce appena pescato e poi lo preparavi alla griglia in barca .
Non poteva concepire una barca senza il posto per una griglia.

In porto a Ist alla radice del molo c’è una doccia gratis. L’acqua per una o due taniche è gratis ed è fornita dal marina che ha in concessione lo spazio sul molo ed i gavitelli. L’erogazione acqua anche per la doccia è solo verso sera e forse anche la mattina .Nelle ore centrali può essere chiusa. La chiave di apertura è nelle mani del responsabile del servizio di marina. Se si ormeggia all’ancora non si paga.


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 Oggetto del messaggio: Re: Portolano MdT
MessaggioInviato: 22/10/2014, 19:00 
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Iscritto il: 02/11/2013, 11:31
Messaggi: 77
Località: Treviso
Leggo i vostri racconti e li trovo oltre che utili di piacevole lettura.
Complimenti per la bella iniziativa.


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