Ciai,
contavo di scrivervi per festaggiare, invece mi tocca farlo ora con il morale a terra.
Dopo settimane di negoziazioni, ero riuscito a mettere d'accordo il venditore, il gruista, il trasportatore, il cantiere e il circolo velico, ovvero tutti gli attori necessari per portare lo Stag 18 che, complice il Covid, era in attesa in Falconara da ormai quattro mesi.
Ecco in tutta la sua simpatia lo Stag 18 "PecoraNera" in attesa del disalbero:
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Qui il buon Claudio lo sta portando in favore di gru, passando accanto ad un bellissimo cugino Micropomo:
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E qui e' finalmente pronto per il viaggio di circa 200 km da Falconara in Ortona.
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Ho smontato le ruote e gli assi del carrello di alaggio: cosi' gli ingombri laterali sono a filo con i limiti del Codice, per cui l'ultimo ostacolo pensavo fosse la manovra in curva stretta da effettuare con un po' di attenzione per accedere al sottopasso che infine porta sulla viabilita' ordinaria.
Mi sono sbagliato e, come a volte mi trovo a ricordare sul lavoro: "si cade sempre sull'ultimo metro".
Letteralmente, perche' una volta imboccato il sottopasso, detto ultimo metro si e' presentato sotto forma di una cinquantina di metri di salita.
Penso che abbiate capito: a tre quarti della salita ho sentito il trasportatore che urlava :" No !" e ho visto il carrello che, sganciatosi, partiva per conto proprio e portava il barchino a sbattere prima con la sinistra di poppa su una parete del sottopassaggio, e poi con una evoluzione con il dritto di poppa sull'altra parete contro cui si e' "fortunatamente" fermato.
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E son contento, che il risultato e' "solo" quello che vedete qui, perche' siamo in piena riviera e, spostando il giorno di pochissimo, avremmo avuto la strada percorsa e affollata da altre auto e persone...
Bhe', ancora mi vengono i brividi a pensarci.
Mentre attonito correvo dietro il carrello impazzito mi prefiguravo un urto a cui sarebbe seguito un salto dello scafo fuori dalla sede con atterraggio e disintegrazione di tutto quanto sull'asfalto !
"fortunatamente" ho desistito dal cercare di raggiungere il freno che, peraltro sembra si sia attivato, ma che evidentemente non e' stato sufficiente.
Io non ho detto una parola, con il trasportatore che elencava ipotesi sulle cause dell'accaduto che, francamente, a tutt'ora non mi interessano: eppure uno che lo fa di mestiere... e certo spostare uno Stag 18 -con tutte le attenzioni che, evidentemente, vanno prese- non penso che comunque sia roba trascendentale...
Stranamente non mi interessa neanche lo sfacelo dello scafo: ero talmente attonito che sul momento avevo solo voglia di tornare in sede.
Il trasportatore ha ricomposto il rimorchio e mestamente siamo rientrati in Ortona, dove ora il barchino e' depositato presso il cantiere Boat Service del bravo Luca in attesa della riparazione che, per i lavori in corso di consegna, gia' mi e' stato detto che non porta' iniziare prima di un paio di settimane.
Io sono a casa con una tallonite fulminante che devo alla corsa forsennata lungo la discesa in rincorsa del carrello impazzito (o forse l'impazzito sono io...): sono a letto dolorante (anche dentro...) e qui restero' per almeno un altro paio di giorni. La cosa assurda e' che la mia attuale prima preoccupazione e' che per 'sta tallonite dovro' saltare l'uscita in Laser di sabato: evidentemente la mente sta elaborando un'ob;iterazione dell'esistenza dei due giorni passati.
Non posso neanche tenermi occupato con qualche attivita' manuale che mi tenga occupata la mente e mi distragga da questo delirio.
Buon Vento (per voi che potete !).