Marinai di Terraferma

Viverone appare piu in basso della strada che attraverso i prati da risaia congiunge il casello di Shantià, sulla Milano-Torino, al lago.
Lo specchio d’acqua scompare sotto le fronde degli alberi d’alto fusto che coprono le rive.Una leggera foschia distesa su tutto il lago denucia l’assenza di vento.
La stagione è indietro e i preparativi per l’arrivo dei baganti sono appena all’inizio; scendendo per l’acciottolato che dalla provinciale porta a bordo lago appare l’ordine delle case, dei giardini: tipico della gente di queste parti. Il “Circolo Nautico Torino” è in fondo alla via sul lato sinistro della discesa. Sono arrivato presto e la casetta del circolo con spogliatoi, bar, griglia e terrazza sul prato: è ancora deserta. Sotto la terrazza , legate a terra stanno le barche: FJ adibiti alla scuola, derive più grandi, fireball; tutti ordinati sopra l’erba tagliata di fresco.
Poco alla volta arrivano gli altri: macchine con carrelli attaccati e sopra i fireball: è l’apertura di stagione, la prima uscita, la prima regata.
Il modo di comportarsi e l’espressivita delle persone descrive l’etnia di apparteneza, questa è Piemontese: discreta, raccolta guasi silenziona.
Ero atteso, sono pochi quelli che riescono (nemici il tempo e lo spazio) a ricostruire una barca e a farla ancora navigare, la barca è oggetto di tante attenzioni, di bussotti per saggiarne la rigidità, punti interrogativi per la disposizione delle manovre, assensi/dissenzi per le soluzioni. Mario come ho detto non c’è e gli onori di rito restano a ma, a lui l’unore di averla ritrovata: è la barca in assoluto più vecchia ( il nunero velico e il registro d’albo lo confermano) che ancora naviga.
Il guppo via via si ingrossa, famiglie complete: madre con la canoa figlia stesa a prendere il sole, figli e padre intorno alla loro barca, pulmino con le reclami della ditta famigliare di “imbianchino a Venaria” trasformato all’occorrenza in officina di supporto. Altro padre, altro figlio, lui esrodisce rivolto a me
—abbiamo la stessa età noi?!!—
E poi altri giovani ed anziani, un’età media pittusto alta:11 barche sotto gli alberi che ombreggiano il territorio, assadiati da carrelli ed auto parcheggiate.
Riscaldati dal tiepido sole che precede i tempi incerti gli equipaggi attrezzano le barche appaiono i libretti con gli appunti delle regolazioni, il presidente e campione europeo in carica si fa in 4 poi in 8 per dare aiuti a tutti.
Prime uscita poi ancora affinamenti, la stagiane è cominciata e dopo Viverone, Rosignano e gli italiani a Bracciano.
Il giorno dopo piove, tirano raffiche forti( 10/12 nodi) onda e freddo. Torno su per recuperare la barca lasciata montata al circolo, non sono FIV e neppure ancora sicio di classe, penso che un buon coregone sulla griglia accompagnato da qualche bicchiere di “erbaluce” ( il vino di Viverone) siano un conoramento dignitoso per questo fine settiana.
Imprevisto: il delegato di zona mi ha iscritto alla classe e alla FIV: non posso andarmene senza scendere in acqua (per fortuna sono rimaste in macchia da giorno prima muta e scarpette)
--Ma sono senza prodiere!!!—(buona scusa)
--Ce l’abbiamo noi!!!—ed appare un ragazzotto su 20 anni tutto bardato—Mai stato sul fireball ma ha una buona esperienza in Laser2.
Issiamo le vele mentre gli altri cominciano a far ressa sullo scivolo, piove, sono senza cappello; adesso vedo veramante se il tempo passato a raginare e a incollare è stato speso bene e i pesi, questa mia ossesione. Dico al ragazzotto che mi basta di restare nel gruppo per avere una bella soddisfazione.
All’ultimo minuto della prima partanza i movimenti sulla linea sono frenetici, ci teniamo a distanza: non vorrei infilare qualche scafo per sbaglio.
Bolina, su e giù nelle onde piccole e ripide acqua a catinelle sopra e sotto, vento steso su tutto il lago, reggiamo il confronto e con somma meraviglia lasciamo indietro qualcuno, boa di disimpegno e lato di poppa, issiamo lo spi, o meglio un paio di mutande della nonna a forma di spi con anche un rattoppo e le tracce giallognole di una presunta incontinenza; il ragazzotto governa bene braccio e varea, ha un poco di impaccio al trapezio che usa mal volentieri, si incasina nelle scotte del fiocco (messe per un misantropo, che dovranno essere spostate se si va in due). Incastrati a poppa per evitare di piantare giù la prua ( i volumi del fireball a prua sono veramente esigui) reggiamo anche questo confonto: corriamo affiancati alle altre barche, qualcuno scuffia (bbrrr. Che freddo).
Risultati oltre ogni aspettativa 6° al passaggio del primo percorso; sulla boa di disimpegno il ragazzotto si incasina con le scotte del fiocco che resta a sventolare e due ci ifilano fregandoci la posizione reggiamo al lasco sulla poppa del secondo, lungo il percorso altri due con un bordo diverso sbucano fuori e ci fregano entrambi, 10°all’ultima boa. Poi di poppa lo spi bagato si incolla sul fiocco, la regata è finita: arriviamo utimi.
Il ragazzotto allafine tira fuori un gps dalla bardatura e legge le medie: 6/8 nodi con punte di 9.
A parte il risultato la soddisfazione resta grande :dimostrazione sul campo di aver capito la barca durante tutti i lavori e di essere riuscito a rendergli merito oltre il solo fatto di galleggiare, adesso bisogna fare sul serio, magari con uno spi migliore e fiocco e randa un po più nuovi (vele di 20 anni pese e sformate non sono indicate) ed un compagno a prua fisso.
Per il resto una bella esperianza tra gente normale appassionata di vela.
Saluti
F.FRANCO