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E’ una storia di agonismo e preparazione atletica di gente normale con propositi di rivincita contro la vela d’oltralpe che scende sui nostri laghi mietendo vittorie.
Così ad ottobre, dopo l’ultima regata dell’anno, il condottiero di turno impugna l’elsa del timone e redarguisce i suoi: occorrono allenamenti seri, miting, riprese tv, concentrazione e voglia agonistica. Ecco i laghi e circoli addormentati dal gelo invernale che si rendono disponibili ad ospitare l’intera flotta dei fireball. Proclami di rivincita, liste di partecipazione, idee di barche super preparate e poi le prime rinunce.
!!!!!Nessuno ha paura o teme il gelo, sono gli impegni familiari inderogabili, gli accoppiamenti timoniere prodiere che si scontrano con le necessità individuali, i tragitti autostradali per il lago, la nebbia, la neve. Nessuno ammette che bagnarsi d’inverno, ad un palmo dall’acqua, appesi al trapezio per noi abituati al piacere ludico sia un po’ eccessivo ma la defezione è totale. Ozzter, siamo in lista per la buona stagione, andremo in acqua togliendo la barca da sotto il telo quando le prime margherite fioriranno e la griglia delle salamelle sfrigolerà nei prati: tutti con la linea di galleggiamento più bassa, segnata da un’inverno passato accanto alla stufa compiacendoci dei cotechini e degli arrosti, delle torte e del buon vino.
Per questa vela non occorrono barche nuove ogni anno, per restare nel gruppo ( e questo è il lato più importante) basta partecipare. Agonismo e convivio contaddistiguono la flotta Italiana dagli sfidanti oltralpe: un piacere tutto nostrano.
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