Francesco Lenzi ha scritto:
I cantieri dovrebbero essere obbligati a rilasciare un certificato nel quale è dichiarato il peso reale. [...]
Vero e giustissimo.
Ma spesso
due barche uguali possono presentare differenze notevoli di peso tra loro parti analoghe. In due parole: i primi due metri da prua potrebbero pesare diversamente; i successivi due anche, con pesi invertiti, e così via...
Il tutto dovuto a incuria nella costruzione o - nel caso di alcune barche da impiegarsi anche/esclusivamente in regata - ai vantaggi evidenti che si registrano mantenendo i pesi maggiori vicini al baricentro o centro di inerzia longitudinale. Lèggi: prua e poppa di carta velina. Con i relativi pericoli correlati alla resistenza/robustezza di ciascuna parte.
E ciò, anche dando per scontato che non si ricorra ad appesantimenti (longitudinali o laterali) per compensare squilibri delle parti funzionali...
bbrrr...In sostanza, i valori da certificare per la qualità (anche quando c'è)/tranquillità dell'acquirente sarebbero almeno:
- il peso complessivo reale dello scafo nudo (in vista di possibili future modifiche);
- il peso complessivo a vuoto della barca in ordine di navigazione, motore e liquidi esclusi;
- i risultati di prove di distribuzione dei pesi in senso longitudinale e trasversale;
- l'assenza - o la presenza, la misura e la posizione - di pesi correttori di assetto.
Ma si sa, la qualità -
anche quando si dichiara esserci - è fatta di pezzi di carta, che non necessariamente comprendono i giusti contenuti, ma solo quelli che l'azienda dichiara di voler perseguire "per la soddisfazione del cliente"...
ri-bbrrr...