Fabiocosetta ha scritto:
è disarmante il fatto che la maggior parte delle cose da sapere per andare a vela sia frutto di esperienza e non di studi. allo stesso momento però è emozionante, sembra più un arte che una tecnica.
Ma e' un'arte...
Studiare aiuta... sopratutto ad accorciare i tempi per accumulare l'esperienza richiesta...
e fa capire perche' certe cose si fanno/accadono..
il solo studio non basta.
Nei manuali/libri non c'e' scritto di quanti cm devi lascare la base della tua randa per ingrassarla quando c'e' poco vento...
o di quanto spostare il carrello del fiocco per farlo svergolare "il giusto"..
Sono cose che devi imparare con l'esperienza.
Fabiocosetta ha scritto:
dei 6 punti penso di limitarmi al 3, spero di riuscire a vedere uno strappo o una scucitura.
gli altri sono inaffrontabili. anche la durezza a cosa la paragono?
Ma no dai.. non e' cosi' difficile.
dei 6 punti solo il primo e' difficile da valutare...
2. tessuto cotto: e' talmente rigido e fragile che se lo pieghi si cricca o si spezza...
3. se non le vedi vuol dire che non sono importanti...
4. dai che le macchie e la muffa le vedono tutti...
5. delaminazione: nei tessuti compositi ci sono due strati esterni di solito in mylar trasparente con all'interno le fibre di rinforzo; se i due strati trasparenti sono scollati fra loro la vela e' delaminata.
Se la vela e' in dacron bianco (come il 90% delle vele) il problema non sussiste.
6. anche qui... non e' difficile vedere il tessuto tutto accartocciato sulla ralinga..