Marinai di Terraferma

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 Oggetto del messaggio: una storia autunnale
MessaggioInviato: 08/11/2010, 15:13 
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Era partito pensando ad un laser da caricare sul tetto del camper ed è tornato novello armatore di un Piviere: scafo in plastica e deriva fissa.
L’ho conosciuto Domenica mentre ero intorno alla mia barca: un giro ogni tanto per vedere sotto il telone , nella stalla, se tutto è in ordine; lui girava attorno al suo camper parcheggiato poco distante.
Inevitabile lo scambio di convenevoli: primo approccio per dare sfogo alla curiosità di entrambi; fuori dal tetto di tegole e assi della stalla una leggera pioggerella batte sulle foglie degli alberi: gialle e marroni contro il cielo viola e grigio.
-- Ma lei con la barca come fa? cosa fa? e quella piccola sul carrello infagottata nel telone verde?—
Quale migliore occasione per iniziare una conversazione: cosi mi racconta di essere andato sino alle sponde ll’adriatico con un amico esperto di barche a cercare la sua barca. La prima. Ed emergono i soliti argomenti di chi si avvicina a questo mondo: un po’ diverso e più complicato di quello dei camper:
--ho pensato che un laser dopo tutto fosse troppo piccolo e comunque faticoso da issare sul tetto del camper, poi troppo limitato--.
--Meglio qualcosa di un poco più grande, magari con un poco di cabina e primo grave errore di valutazione: tanto un paio di metri in più non possono fare una differenza fondamentale—(adesso dopo il danno ha capito che fanno la differenza…).
Ecco li in agguato il Piviere, lo ispra, lo seduce: la barca di Mancini, ha pure la chiglia fissa—
L’amico esperto lo incoraggia.--Una volta ho provato a navigarci con un amico ed è un bell’andare, meglio di quelle barche con la deriva mobile, più stabile, più sicura—
Così con il benestare dell’amico si fa l’affare (non dico il prezzo pagato per riservatezza), qualche lavoretto per cominciare e poi la verniciatura e l’estate prossima in giro.
La barca è un affare di cuore, il motore però no: troppo vecchio, si trovano usati in buono stato, assicura l'esperto. Neppure le vele in quel momento euforoco vegono tirate fuori dai sacchi: questione di stile per non offendere la nuova compagna? o disattenzione? non si sa. In seguito nello stupore e nella prima delusione cocente: fuori dai scacchi escono la randa e i fiocchi macchiati e rattoppati più di una coperta a quadri: di quelle fatte all’uncinetto con gli avanzi dei gomitoli di lana.
Con ancora un poco di entusiasmo il nostro amico chiede preventivi in giro: impossibile presentarsi al mare con vele simili.
Le mazzate arrivano subito dopo:
-Impossibile fare i lavori di manutenzione da se nel rimessaggio.
-Occorre un cantiere per la verniciatua. Che costi!!! E necessariamente la verniciatura si interrompe.
-E il motore: quanti ne vuoi elencati sul mercatino di bolina, poi telefoni ed è già venduto.
-E quei lavoretti che ti lasciano fare!!! Quanta strada da Milano all adriatico.
-Portare a casa la barca, vicino al camper, forse , ma occorre il carrello e l’invaso e la macchina che ho è solo 1100cc.
Ormai siamo allo sconforto, al proposito di liberarsene, regalarla per non avere più a che fare con qualcosa che debba galleggiare.
Ci metto tutto il mio ottimismo per rincuorarlo, arrivo a offrire la mia collaborazione, prometto che quest’estate usciremo insieme con le nostre barche.
Dentro di me penso che per uscire bisogna metterla in acqua, cosa che costa e poi bisogna andare a vedere come stanno gli ormeggi qualche volta. Non mi azzardo a parlare di traino: oltre la macchina penso sia necessaria anche la famigerata B/E e sostenere i costi di acquisto di un carrello adatto, perche non è vero che qualcuno poi te lo affitta.
Se ne va ignaro ancora del suo futuro ma un po’ rincuorato perché non è più solo in mezzo alla pianura padana, si porta dietro un pezzo di cartone con il mio numero di telefono scarabocchiato.
Un trattore nei campi brumosi spande concime seguito da un nugolo di uccelli: come un peschereccio sul mare.


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 Oggetto del messaggio: Re: una storia autunnale
MessaggioInviato: 08/11/2010, 15:40 
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Franco sei un poeta


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 Oggetto del messaggio: Re: una storia autunnale
MessaggioInviato: 08/11/2010, 16:08 
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Ancora non c'è la consapevolezza che si è raggiunto il fondo del barile, ma quello che ancora mi stupisce è come tutti non vogliano guardare in faccia alla realtà. Ancora la totalità delle riviste, dei siti di vela, nei programmi TV parlano di grandi barche, mega yacht e Portofino. Ma per chi, per cosa? Sento un incontenibile senso di pietà per il provincialismo e la dabbenaggine di noi italiani.


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 Oggetto del messaggio: Re: una storia autunnale
MessaggioInviato: 08/11/2010, 16:32 
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Paddy ha scritto:
Franco sei un poeta



Ovviamente mi riferivo alla prosa con la quale ha descritto il fatto. L'evento è invece tristissimo, purtroppo l'ho visto accadere troppe volte.
Non passa settimana nella quale non riceva una telefonata, una mail, un messaggio via forum, di qualcuno che vuole farsi la barca e mi chiede consiglio, perché poi a me non lo so.

Le domande sono invariabilmente:
- quanto costa l'ormeggio? Se mi chiedi quanto costa meglio che lasci perdere perché è la parte più piccola dell'insieme
- quanto costa l'antivegetativa? A cui segue: bisogna farla tutti gli anni?
- se prendo una barca da sistemare rispamio? Si certo se hai un cantiere dove tenerla per i 10 anni necessati a sistemarla

Se invece l'argomento è il Viko 20, la domanda principe è:
- posso andarci a Ponza? Chissà perché poi Ponza, mi chiedono sempre quello


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 Oggetto del messaggio: Re: una storia autunnale
MessaggioInviato: 08/11/2010, 16:42 
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Per andare a Ponza ci vuole un categoria B, se ti chiedessero all'Elba o al Giglio penserei proprio di si, in una bella giornata di bel tempo. E comunque Elba o Giglio se ti prendi una libecciata rischi con qualsiasi barca.


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 Oggetto del messaggio: Re: una storia autunnale
MessaggioInviato: 08/11/2010, 16:49 
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Francesco ha scritto:
Per andare a Ponza ci vuole un categoria B, se ti chiedessero all'Elba o al Giglio penserei proprio di si, in una bella giornata di bel tempo. E comunque Elba o Giglio se ti prendi una libecciata rischi con qualsiasi barca.



Perché dici ciò? Il Viko può andare a Ponza, quello che rispondo io di solito è: ci andresti con un Alpa 550? Sperando che capiscano qual'è il termine di paragone


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 Oggetto del messaggio: Re: una storia autunnale
MessaggioInviato: 08/11/2010, 17:18 
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Non sono più di 6+6=12 miglia Ponza? VIKO = C = entro le 6 miglia, no?


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 Oggetto del messaggio: Re: una storia autunnale
MessaggioInviato: 08/11/2010, 17:27 
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Francesco ha scritto:
Non sono più di 6+6=12 miglia Ponza? VIKO = C = entro le 6 miglia, no?



A Fra!

Viko categoria CE C "navigazione litoranea, ovvero con vento fino a forza 6 e onde di altezza significativa fino a 2 metri (mare molto mosso);"

I natanti e le imbarcazioni costruiti dopo il 1998 (CE) non hanno più nessun limite di distanza dalla costa. Imbarcando quindi le dotazioni previste dalla legge per la distanza alla quale si intende navigare e possedendo il conduttore la patente idonea non vi è alcun limite, esisteva un limite iscrivibile alle acque territoriali, ma con la legge 172/2003 non c'è più.


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 Oggetto del messaggio: Re: una storia autunnale
MessaggioInviato: 08/11/2010, 17:56 
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Ma allora, allora, allora posso realizzare il mio sogno, passare le Colonne d'Ercole e ormeggiare sotto la Statua della Libertà!!!!!

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 Oggetto del messaggio: Re: una storia autunnale
MessaggioInviato: 08/11/2010, 18:05 
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Francesco ha scritto:
Ma allora, allora, allora posso realizzare il mio sogno, passare le Colonne d'Ercole e ormeggiare sotto la Statua della Libertà!!!!!




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