Già dalla partenza da Milano ci è stato chiesto se potevamo arrivare a Nettuno entro venerdì perché la società di charter ha trovato un noleggio per il week end.
Nessun problema ovviamente, ma siamo all'ancora a Ponza da nemmeno un'ora quando con una telefonata ci chiedono se è possibile essere pronti per imbarcare nel primo pomeriggio, anzi meglio per le 11,30.
Ponza dista circa 5 ore da Nettuno, considerando la necessità di dare una pulita alla barca, fare acqua e gasolio e bere un caffè a terra significa salpare alle 5. Troppo. Decidiamo quindi di pranzare, penne al pesto vegano con pomodorini, e poi ripartire subito.
Alle 14 siamo in navigazione per circumnavigare l'isola, la rotta è semplice e sgombra, ma noi non smettiamo mai di stare attentissimi e ogni cambio di direzione è ponderato e controllato in continuazione.
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Due allevamenti, uno scoglio a "solo" 7 metri sott'acqua, un passaggio largo un centinaio di metri. Poca roba, ma la barca non è nostra e non ci prendiamo nessun rischio.
Scapolato l'Isolotto di Gavi mettiamo la prua per 330° e portiamo il motore a 2000 g/min per le 5 ore successive.
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Mare calmo, qualche imbarcazione e aliscafo attorno a noi, ma distante, 8 nodi costanti. Mentre Laura sistema la cucina mi siedo tranquillo alla barra guardandomi in giro e ricontrollando ancora la rotta sull'Iphone che fa da sistema volante in pozzetto... 220 miglia percorse alla media di 7 nodi, 32 ore di motore, consumo 7 litri ora, capacità serbatoio... 220 litri. Certo qualche tratta è stata fatta a vela, una decina di miglia a lento moto, ma da quando ho fatto il corso di sub mi hanno insegnato a prendere sempre il valore più alto sulla tabella, quindi non ce la facciamo!