Marinai di Terraferma

Forum dei marinai carrellatori
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 Oggetto del messaggio: Velaraid 2012 - il racconto
MessaggioInviato: 04/06/2012, 16:41 
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Ebbene si, forte dell'aifon ho potuto scrivere mentre avveniva, non l'ho però riletto quindi sarà oltremodo prolisso ripetitivo e pieno di errori.

Ci siamo. Dopo una settimana passata in ansia per la paura di farsi male e, visto Gabriele, probabilità tutt'altro che remota, sono le 8 del mattino, la macchina è carica e io seduto sul divano attendo che venga un orario adatto a partire senza arrivare da Biella perfino prima della messa. Mi preparo un toast e un caffè solubile guardo la meteo sul sky... È ora! Scendo in box apro ancora una volta il baule per dare un'occhiata e mi pare ci sia tutto. Accendo l'auto regolo il sedile ed esco. Un ultimo atto scaramantico nel verificare che il gancio sia al suo posto e parto lasciando a casa solo la pentola a pressione e il costume da bagno, a conti fatti mi pare un ottimo risultato.

L'autostrada è trafficata e, sempre per minimizzare il rischio procedo a poco più di 100 km/h, ho comunque molto tempo, passo Novara dove dovrò tornare di li a 3 ore, in un'oretta arrivo all'uscita designata dal navigatore e prendo per Biella. Sono circa le 11 quando arrivo a destinazione Davide ha ancora 2 o 3 cose da fare, ma c'è tempo, un uomo indaffarato, mai fermo, sempre solare, io tengo molto alla puntualità, ma il sui modo di essere mi contagia e non mi sento per nulla infastidito da questa oretta di ritardo.
Sono invece molto più infastidito dalla telefonata di Gianni che mi comunica che i ferrovieri in questo lunedì di sole non hanno trovato nulla di meglio da fare se non un altro, l'ennesimo, inutile sciopero, impossibile per lui arrivare a Novara, gli indico sommariamente come raggiungere tramite la metropolitana la fermata di Lampugnano e proseguo di nuovo fino a Milano. Sono le 13 quando finalmente riusciamo a riunirci in effetti pochi minuti di ritardo rispetto alla tabella di marcia e perfino con meno chilometri da fare. Riprendiamo l'autostrada per Sesto Calende dove arriviamo poco prima delle 14.

Sosta per pranzo, siamo marinai, ma anche affamati, non c'è comunque fretta dobbiamo solo preparare la barca prima di sera e così verso le 15 scendiamo finalmente ai pontili per disarmare Vikolocorto, l'operazione che richiede circa 2 ore ci concediamo quindi anche un'uscitina. Alle 18, pronti per cena la barca è pronta per essere alata, operazione che effettueremo l'indomani. Cena con altri amici MdT e a nanna presto.

Mattina. Sveglia di buon ora usciamo per colazione e al ritorno troviamo l'operatore pronto e il carrello in posizione, l'alaggio lo si fa con la gru, mi fido di loro sono competenti e ho imparato che per metterla bene sulle selle per un lungo viaggio è bene essere pignoli. La partenza, quella vera, catartica, avviene verso le 10.

Si naviga spediti, il primo tratto a poco più di 80 km/h sui saliscendi delle colline moreniche, poi giunti in pianura aumentiamo un po' la media, mai comunque oltre i 100. Chiacchierando simpaticamente il tempo vola e in un attimo passiamo Bergamo, Brescia e solo in prossimità di Verona facciamo una sosta tecnica per benzina all'auto e sgranchire le gambe, pochi minuti comunque e si riparte, siamo quasi a Padova quando in lontananza si profila una stascion blu con un puntino giallo attaccato dietro, altri non è che Franco che lasciandosi dietro un aroma di caffè viene velocemente superato e ampiamente strombazzato.
L'ora del pranzo è passata, il navigatore indica un'ETA di meno di un'ora, tanto vale fermarsi per pranzo poco dopo Padova metto la freccia rallento e mi appresto a raggiungere una buona trattoria già utilizzata altre volte. Franco, duro e puro, prosegue. Pranziamo così con un buon piatto di tagliatelle accompagnato da acqua.

Sono più o meno le 16 quando valichiamo il cancello del Casanova, già molte barche di ogni tipo sono nel piazzale, alcune ancora da armare, altre ancora da pensare. Cerchiamo l'organizzazione e ci facciamo indicare dove fermarci. Il nuovo piazzale logistico è immenso, un campo di calcio, mi posiziono proprio in mezzo e iniziamo le operazioni. Con noi c'è Gabriele che si adopera fattivamente per aiutarci. Un'oretta e siamo in acqua, ci spostiamo per liberare la zona di movimentazione, portiamo il carrello e l'auto nei rispettivi parcheggi, birra e infine doccia prima della cena di apertura.
3 file di tavoli panche, tanta gente, sembra più una festa di paese che una regata, tra regatanti e ospiti del circolo ci saranno 200 persone si cena con poche cose, ma non è il cibo il protagonista dell'evento. A letto poco prima dell'una, il breafing è alle 9, la partenza alle 10,30.

Ci svegliamo molto presto già attivi e riposati, la marea è bassa e lascia intravedere le secche delle barene antistanti che già ho ben sperimentato lo scorso anno. Scendiamo a andiamo al circolo per colazione (cappuccio e pizzette) e breafing.
Oltre all'acqua manca anche il vento quindi ci viene dato un via teorico e con motori remi e traini finalmente la flotta si muove verso Murano, quindi Burano per la prima sosta, percorso libero noi decidiamo per il canale che passa a destra di Murano per goderci almeno la vista della città. Le 13 puntualissimi arriviamo all'ormeggio dove il barcone dei pranzi ci attende: torellini, insalata, uova sode, vino e acqua tutto condito dal Frate priore che come un tornado si avventa chiedendoci di andarcene in quanto area privata, per fortuna viene riportato alla ragione facendo presente che era stato chiesta, e data, ospitalità mesi prima.
Stesi sul prato digerendo il magro pasto ci gustiamo il passaggio delle orde turistiche, onnipresenti in tutto il raid.

Finalmente un po' di aria, al breafing ci viene comunicato che il percorso previsto passa in aree troppo poco innevate, ops bagnate, faremo quindi una regata risalendo verso Burano e Torcello per tornare poi alla linea stabilita davanti a Mazzorbo. Ottimo per noi visto che nei canali possiamo esprimere il nostro potenziale.
Costeggiando Burano con un vento leggermente a poppa del traverso manteniamo una buona posizione, quindi poggiamo aprendo a farfalla il code0 riuscendo a riprendere qualche altro avversario. La corrente è a favore quando ci infialiamo nel canale di Torcello vediamo i primi zizagare e comprendiamo che sarà una bella bolina, finche regge quindi si userà il code0 poi via con il fiocco, sottoinvelati, ma molto più agili.
I primi incagli si susseguono, difficile capire dove finisce il canale, noi per sicurezza viriamo sempre molto presto, perdiamo qualche posizione con gli armi Marconi, meno con gli Aurici, non c'è storia con le vele latine. Boa di disimpegno in fondo al canale e si torna, ancora 2 metri di bolina nella bolgia e poi via al traverso dove il code può di nuovo esprimere la sua potenza. Solo l'ultimo tratto, dove la corrente inizia di nuovo a girare, ci vede costrette ad una soluzione ibrida: fiocco sul lato a perdere e code sul buono.
L'arrivo ci vede in buona posizione e noi siamo ben contenti della prestazione. L'equipaggio ormai è affiatatissimo, non solo non abbiamo litigato, pare che si stati insieme in barca da sempre.

Il luogo di ormeggio lo conosco, mi avvicino e subito mi viene indicato di portarmi sull'altro lato del canale, peccato la darsena offrirebbe riparo, ma non ci si sta tutti ormeggio a due briccole e subito dispongo le cime robuste con le molle per la notte che sarà un po' sballottata.
2 passi per Mazzorbo, un aperitivo e siamo di nuovo in barca per cena, salame, toma, pane pugliese e ottimo vinello. Ci rimane ancora l'energia per fare i 200 metri che ci separano dal ristorante per andare a prendere il caffè, giusto in tempo per scampare un acquazzone epocale.

Secondo giorno, si pare il 32, ma abbiamo appena iniziato. Breafing al ristorante alle 9, il capoflotta arriva alle 11, ritardo minimo di tutto il raid. Anche questa mattina il vento latita ci portiamo quindi in flottiglia verso il canale che da Burano va a Treporti dove si alza un po' di brezza e possono dare la partenza: Burano/Treporti/Sant'Erasmo poco meno di 5 miglia, ma a parte il primo e l'ultimo tratto è tutta bolina.
Partiamo bene e teniamo il passo tranne questa volta che le vele al terzo che al traverso fuggono letteralmente via, quando poi diventa bolina anche i 2 Stag ci staccano, anche se non di molto, e nella nostra tipologia teniamo dietro solo il Micropomo.
Ancora una volta ci dimostriamo un ottimo equipaggio, le virate sono perfette, considerando che ogni volta bisogna avvolgere e svolgere il code, maciniamo miglia su miglia, fino al canale che da sul mare aperto dove il vento sale ancora oltre i 10 nodi e, per esperienza, decido di utilizzare il fiocco che ci da un miglior angolo di bolina.
Sempre con il micropomo alle spalle scapoliamo le secche della punta e infine poggiamo riaprendo il code, qui con un colpo di reni il malnato tiene una rotta più vicina alle secche e riesce a superarci.
L'ormeggio a Sant'erasmo è "unconventional", nel senso che si arriva con la bassa marea e quando ti fermi scendi con l'ancora un mano e la porti qualche metro sopra vento.
Anche qui birretta e quindi pranzo, questa volta piatto unico con riso bianco, taralli, olive, pomodori e uova in poltiglia.

Si riparte, o meglio si ripartirebbe, di comune accordo sin da subito si è deciso di evitare i tratti "sconnessi", facciamo quindi un pezzettino fino in fondo a Sant'erasmo e quindi ritorniamo per ormeggiarci nella darsena dove passeremo la notte, visto che abbiamo almeno un paio di ore torniamo alla spiaggia e al bar de "i Tedeschi", per un secondo richiamino di bionda schiuma gelata. Cena ancora una volta a base di grassi animali accompagnati da verdure sott'olio e prosecco.
Dopo cena un goccio di Annoiatore e poi a nanna.

Il terzo giorno arriva nella laguna sud, dopo aver passato il trafficatissimo canale ci sarà la partenza tra il lido e la giudecca e quindi via per barene che da qui in poi saranno più profonde. Circling prepartenza e via di bolina stretta per le 15 miglia che ci separano da Chioggia, si sarebbe dovuto uscire in mare per questa tappa, ma il tempo minaccioso fa stare tutti tranquilli all'interno soprattutto per le imbarcazioni più piccole.
Procediamo quindi per le prime miglia abbastanza bene, il fondo dichiarato non è proprio dei migliori, siamo sul metro, troppo poco per il nostro timone, ma teniamo botta. Passato il primo canale il fondo torna ad un metro, ma questa volta pieno di alghe che ci bloccano, alziamo tutto e scarrocciando ci liberiamo. Una, due, tre volte poi ne abbiamo abbastanza, chiamo l'organizzazione via radio comunicando la rottura del Foroworth e torniamo nel canale consci della strada in più da fare ripartiamo con più acqua sotto di noi.
Siamo molto sopravento alla flotta e dovendo seguire le briccole piano piano li vediamo sfilare, fino al canale petroli dove incredibilmente notiamo che alcuno sono ancora dietro, forse il miglior angolo dato dalle appendici, forse un salto di vento incrociamo perfino il seascape, lui però prosegue dritto e noi abbiamo una lunga curva da fare.
Ed è su quella che in lontananza iniziamo a specchiarci, da sud arriva infatti Zembo e come in un gioco di riflessi ci troviamo ad incrociarlo. Con lui a farci da guida possiamo finalmente allontanarci un pochino dalle briccole e veleggiare con meno ansia.
Manca meno di 1 miglio all'arrivo, l'ultimo canale, la corrente si fa man mano più forte di fianco a noi Shilla (stag18) fatica, ma resiste, noi molliamo. Poco dopo anche lui finisce su una secca e desiste confortando la nostra decisione. Comunque anche a motore fatichiamo non poco a venirne fuori.
L'ormeggio al porto è semplice e con Gianni che conosce e ci fa da guida, arriviamo ad un posticino comodo comodo di fianco ai bagni, al bar e all'ingresso. Doccia, birretta e ci mettiamo in attesa dell'arrivo di Zembo che passerà la notte in andana a noi, andana che difendiamo strenuamente con le unghie.
Cena in pizzeria per conoscersi finalmente e confrontare le nostre esperienze che si conclude con l'immancabile Annoiatore.

E son 4, anche oggi si va per barene, ma noi abbiamo la scusa perfetta Davide deve prendere il treno, così partiamo presto senza aspettare ne il Breafing ne il via della regata. Seguendo Zembo procediamo prima per prendere la bocca di porto che ci porterebbe in mare, poi visto che di vento non se ne vede preferiamo per il canale interno, così in flottiglia procediamo per un'oretta, quando ornai certi che il vento non arriverà, è nuvolo e c'è nebbia,i nostri compagni ci lasciano e puntano nuovamente verso Chioggia.
La navigazione è noiosa, ma al contempo ci permette di vedere posti incantevoli, passiamo di nuovo il canale petroli e qui cominciano i problemi, il motore raccoglie alghe e si blocca. Per fortuna credo sia dotato di un sistema in caso di riscaldamento. Alzo il piede lo libero dalle alghe, riavvio, ma dalla spia acqua non esce nulla, provo a liberare con un fil di ferro, niente. Sono sconfortato in queste condizioni il Raid è finito, senza vento Davide perderà il treno e, ovviamente, io ho perso il motore. Rimaniamo qualche decina di minuti in silenzio sbocconcellando un cacio con grissini e birra nel frattempo il motore si è raffreddato provo a riaccenderlo, ma pur girando benissimo continua a non produrre acqua dalla spia. C'è poco da fare procediamo a vela per quando possibile avvicinandoci al luogo dove è previsto il pranzo della flotta sperando eventualmente di trovarli li o di raggiungere il porto della sera dove l'organizzazione ci ha detto esserci un meccanico. Il tutto sempre con l'ansia del treno da prendere.
Passa un'altra ora, siamo oltre la sosta pranzo il vento cala, riprovo ad accendere, questa volta esce un filo di acqua, tenendolo al minimo e tastando in continuazione l'acqua procediamo lungo la Giudecca. Gianni, navigatore forse poco di Terraferma, ma di sicuro esperto di rotte e approdi, trova sul portolano il porto e vi entriamo. Chiediamo e sorpresa delle sorprese li nessuno sa nulla del Velaraid! Però sono al contempo gentili e spiegato il problema, motore+vaporetto ci fanno accostare in un buon posticino tranquillo. Messe le scarpe facciamo 2 passi verso il canale della Giudecca per cercare la fermata del vaporetto, trovata questa e prima della verifica del motore ci concediamo la solita e immancabile birra ghiacciata.
Torniamo in barca, il cantiere è letteralmente costellato di centri assistenza di ogni marca e dimensione, sono molto più tranquillo tanto che giunto in barca intanto che Davide fa la sacca provo ad accendere il motore e questo non solo borbotta e ruggisce, ma sputa acqua come non mai!
Chiudiamo la barca e andiamo salutare. Per poi tornare ad aspettare gli altri perché nel frattempo qualcuno del porto si è ricordato che, si forse c'era una prenotazione per 45 barche e un centinaio di persone a cena. Notte solo in 2 una cabina a testa possiamo scialare in fatto di spazio.

Il 5° giorno nasce un po' in sordina, è l'ultimo è c'è quella voglia generalizzata di farlo durare il più possibile. La rotta sarebbe verso la Certosa, ma tutto concordano che c'è tempo per una breve disgressione verso sud. Noi sempre per canali seguiamo la regata in realtà il vento è al traverso quindi più che seguirla la precediamo, non fosse per la disgressione su altri bassi fondali con un'aria così avremmo anche potuto vincere tantè che poco dopo mentre rientriamo verso la linea di arrivo ci affianca il gommone dell'assistenza e ci comunica che siamo primi!
Non siamo però stronzi e in luogo di prenderci un merito non nostro ci portiamo all'arrivo senza dichiarare il passaggio.
Non rimane che l'ultimissima veleggiata fino a Certosa con un po' di mestizia e consci di ciò che ci attende infiliamo il canale dietro al porto di Vento di Venezia e ormeggiamo.
Ci sbagliavamo, le previsioni non erano nulla e così ci ritroviamo seduti su un muretto più o meno al sole a gustarci un ottimo magma, pardon pasta e fagioli.

Nemmeno il tempo di farlo raffreddare nello stomaco che sudati per il caldo anche esterno ripartiamo verso San Giuliano, il tempo purtroppo stringe, le barche da disarmare sono molte e tutto deve essere fatto prima delle 20 quando dovremo finalmente mettere le gambe sotto un tavolo.


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 Oggetto del messaggio: Re: Velaraid 2012 - il racconto
MessaggioInviato: 04/06/2012, 21:49 
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Iscritto il: 13/05/2012, 21:02
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Ciao Paddy,congratulazioni per il racconto della velarid 2012. Mi sa che la mia Bella Dentro è proprio quella che dicevi tu, l'altro giorno ero in cantiere per prendere due stopper e parlando con Aldo mi ha detto, se non ho capito male, che Il tuo Wiko è ormeggiato da lui. Parlando mi ha anche detto che dovrebbero esser ci almeno altri 2 paguro sull'alto lago, se ti capita fammi sapere. Ricordati per il prossimo anno, se hai posto io ci sarei partecipando ovviamente alle spese. L'nvito per il lago d'Orta è sempre valido. Saluti Pier


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 Oggetto del messaggio: Re: Velaraid 2012 - il racconto
MessaggioInviato: 05/06/2012, 8:56 
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Iscritto il: 04/11/2009, 17:08
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Località: Arese
Si sono ormeggiato li e l'Aldo mi ha detto del tuo passaggio. Non può essere altro che lei, due Paguro con lo stesso nome è pari alla probabilità di un meteorite che estingua i dinosauri ;)

A quanto ho capito il prossimo anno non ci sarà il Velaraid, ma se dovesse o se ci fosse un altra iniziativa ti terrò presente.


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 Oggetto del messaggio: Re: Velaraid 2012 - il racconto
MessaggioInviato: 05/06/2012, 10:08 
Bello bello. Letto di fretta per mancanza di tempo ma mi è piaciuto. Da "raccordare" con le foto.


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 Oggetto del messaggio: Re: Velaraid 2012 - il racconto
MessaggioInviato: 05/06/2012, 11:46 
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Iscritto il: 23/06/2011, 16:18
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bel racconto, grazie :)


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 Oggetto del messaggio: Re: Velaraid 2012 - il racconto
MessaggioInviato: 05/06/2012, 12:04 
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Iscritto il: 17/11/2009, 12:30
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Località: Ponsacco (pi)
Ha ragione Fidi, il racconto è interessante, fa venire l'acquolina in bocca (tanto sotto non c'è), ma in fondo alla pagina c'è un pulsante "Modifica" cliccaci sopra e poi inserisci le foto..... :lol:

Bravi ragazzi, che invidia :twisted:

_________________
Lorenzo


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 Oggetto del messaggio: Re: Velaraid 2012 - il racconto
MessaggioInviato: 14/07/2012, 7:53 
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Iscritto il: 14/11/2009, 10:43
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Mi piace il tuo racconto e mi piace quella laguna. Faccela vedere anche con qualche foto e con le rotte sulle cartine che solo tu sai postare. ;)


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 Oggetto del messaggio: Re: Velaraid 2012 - il racconto
MessaggioInviato: 14/07/2012, 15:39 
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Iscritto il: 14/11/2009, 10:43
Messaggi: 522
Ho spulciato nelle altre 24 pagine e ho trovato molto di quel che cercavo.
Ora mi è rimasta solo tanta voglia di tornarci.
:roll:


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