margutte ha scritto:
la questione è annosa e spesso dibattuta. Curioso perché trovo le stesse dinamiche in diversi ambienti:
io ho la mia barchetta, conosco questo mondo e mi fanno ridere quelli che spendono miliardi per una barca "vera", mentre compiango quelli che pensano che andare in barca sia uno sport da ricconi.
a)QUINDI perché dovrei usare del mio tempo per andare a spiegare alla gente che si può andare in barca senza essere figli di Onassis
B) QUINDI, per amore della disciplina e un po' di spirito (chiamiamolo) volontaristico, cerco di far capire di diffondere la mia linea di andare in barca, perché mi piacerebbe che più gente condividesse quest'avventura
c)QUINDI penso che se la nautica carrellabile fosse conosciuta, anch'io ne avrei vantaggi per atteggiamento mercato o quant'altro.
da che parte stiamo?
Per me è A con una punta di C
A me interessa entrare in contatto con coloro che hanno fatto la mia stessa scelta, al fine di scambiare esperienze e fare amicizie, e navigare in compagnia. Non mi interessa minimamente diffondere il nobile sport (il "credo") della nautica carrellabile.
Apprezzerei che ciò avvenisse, perché aprirebbe a tutti noi nuovi spazi; perché sarebbe un segnale di una diffusione di spirito di avventura, civiltà, scelte sostenibili, eccetera; ma non sono disposto a lavorarci intorno, e non credo realmente possibile una maturazione "di massa" in tal senso.
Più
gente va a sciare sulle piste, meno
persone trovi fuoripista a tracciare.
Più
gente va a salire sempre le stesse cascate di ghiaccio di comodo avvicinamento, meno
persone trovi in "ambiente" ad inventarsi tracciati nuovi.
Più
gente naviga con barche grandi, intasando i marina, meno
persone trovi in rada vicino alla terra.
Nei parchi nazionali, a sentire i regolamenti, il cane dovrebbe stare legato.....figuriamoci