Marinai di Terraferma

Hai ragione, ma vai a dirlo a chi le vende, pubblicai la foto e venni immediatamente contattato.




Hai ovviamente ragione, non è un problema di volontariato, ma di costi anche minimi di qualsiasi iniziativa. Costi che un eventuale sponsor potrebbe coprire facilmente. Non credo che commercialmente sia però vantaggioso parlare dei problemi della piccola nautica. Il commerciante solitamente evita come la peste i difetti siano essi legati al progetto o all'utilizzo.

Forse dovremmo proporci in modo diverso, in uelità di promoter di attività legate alla piccola nautica avremmo più successo, certo sarebbe una limitazione alla libertà di informazione.

Per quanto riguarda le soddisfazioni, si certo è sempre piacevole osservare che c'è tanta gente che si interessa a quello che scrivi, e a me mi basta e mi sprona a migliorare sempre di più.
Per quanto riguarda la piccola nautica invece una cosa è certa, quando ci sarà qualcuno che avrà capito che potrebbe essere un affare allora vedrai quanto se ne parlerà e quante iniziative verranno organizzate con fiumi di denaro nelle tasche dei soliti, commenti nelle riviste, nei forum, interesse degli amministratori locali, etc. etc.
Oggi vedo solo che siamo solo "accuratamente" ignorati e più passa il tempo più ne sono orgoglioso, ho una tale repulsione verso questo mondo degli affari che mi viene la nausea, è carente di una qualsiasi etica e stile, è solo mediocre e pacchiano ... e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Siamo fatti così, purtroppo.

Lo status è alla base della nostra società, ma fosse solo questo basterebbe convincere che anche una barca di 6 metri rappresenta un'estensione fallica decente e il problema sarebbe risolto

Il problema è che per quanto la si renda virile la piccola nautica rimane sempre e comunque percentualmente poco remunerativa e non solo nella vendita, 20 Viko valgono la vendita di un Comet 26, ma anche nell'Aftermarket.

Sempre meno così, purtroppo per loro. Un comet 26 mica costa 200000 euro? Per un comet 26 ne bastano si e no 3 o 4 di VIKO. Guarda ieri osservavo le auto che c'erano in giro in città, non so da voi a Milano, ma qui la macchina media ha una targa di 5 o 6 anni fa (come la mia meriva) e quelle nuove sono tutte piccole (come il mio cinquino). Se pensano di andare avanti in Italia a vendere barconi credo che si sbaglino. Sicuramente oggi faranno buoni affari da altre parti ma non in Italia. Con questo non voglio dire che l'economia non avrà una ripresa, ma solo e soprattutto se ci sarà la capacità di cambiare, come è già avvenuto negli anni '70.
Il problema però non è solo economico, come hai già anticipato te. Il barcone serve solo a dimostrare qualcosa che interessa sempre meno ed è una spesa enorme ed altrettanto inutile. Qui sta il punto.

Leggerò con calma il post perchè sono di fretta al lavoro... Torno a suggerire una soluzione al problema: costituzione di associazione legalmente riconosciuta... Contabilmente non costerebbe nulla...
Si potrebbero cercare sponsor per promuovere diverse iniziative come quella qui descritta (cosa facile da farsi). Alla fine si tratta di concretizzare con atto formale l'impegno che quotidianamente viene profuso nel blog e nel forum... ora datemi del rompi balle...

Per carità non sei mai un rompiballe. Che ti devo dire, purché sia sempre senza scopo di lucro da parte nostra, gli sponsor sarebbero sempre ben accetti (o da me o da Paddy o da chiunque altro incluso il CPN), ma visti i "soggetti" con cui dovremmo interloquire che te conosci bene, a quanto mi risulta, non penso che otterremo dei grandi risultati.

“AVANTI TUTTA” e la sua bella barca di legno che risale il vento.
Più volte ho cercato di spiegarmi l’emozione che provo per barche come questa, ho cercato di sezionare ogni emozione, separarla dal rapporto emotivo con il tempo con la storia, avvicinarla all’evoluzione che la nautica ha avuto negli anni successivi. La nautica da diporto è un frutto recente del patrimonio nautico: mi dico, nasce alla fine dell’ottocento e gli Argonauti navigavano prima di Ulisse.
Di fatica se ne fa ancora oggi per realizzare un bello scafo (basti pensare quanto lavoro artigianale c’è ancora nella produzione di scafi in vetroresina) e qunidi non è il sudore dell’uomo, la fatica l’impegno che si legano all’emozione.
Olin stephens racconta che STORMY WEATHER è l’ultima barca che nasca dalla sola sua intuizione nautica.
Cos’ riporta un articolo sulla biografia di L.F.Herreshoff”” Le sue barche, caratterizzate da linee snelle e filanti e dalla ricerca di semplicità nello scafo e nell'attrezzatura mostrano di essere state prodotte da un vero artista. In ogni disegno è stato tolto tutto l'inessenziale e rimangono i puri elementi di un capolavoro. Il padre, Nathaniel Herreshoff, ebbe lo stesso genio, ma mentre il lavoro del padre enfatizzava la perfezione ingegneristica, il figlio prediligeva la perfezione artistica.””
Michelangelo quando parla del marmo dice “”Carne da rivelare e scoprire””.
Ottonello ripete sempre gli stessi gozzi eppure sente sempre nascere per la prima volta le sue barche:
Dice che non potrebbe costruire con un materiale diverso dal legno: perché nessun altro materiale ha un’anima germogliata nelle essenze del modo.
Se pensate vecchi i disegni ripetuti dagli artigiani, se pensate che tutto è rinnovato oggi, guardate le forme di questa barca che una volta era usata a Carloforte per la pesca delle aragoste( è un pdf allegato), guardate come sono larghe ed avviate le forme delle ordinate, non ricordano forme apparentemente più moderne?
Ci vorrebbe il tempo e l’accoglienza di una cena d’inverno per dare spazio a tutto quello che sento dentro,ma adesso conto le righe e sembrano troppe ho l’urgenza di concludere, l’apprensione di aver stancato, generato disattenzione……………
Qunidi frettolosamente mi rispondo: forse in quella bella barca emerge con maggior prepotenza l’essenza dello spirito di ognuno di quei personaggi che hanno contribuito alla sua realizzazione.
Dal bravo carpentiere che salva le vene del legno e con esse accompagna le curve del disegno, al bravo pittore che le risalta e le carezza con lo sguardo, alla mente geniale che l’ha custudita fino alla sua realizzazione…………………
P.S.
Abbiate pazienza se sono lungo e prolisso,ma almeno qua penso di potermi esternare
CIAO.oggi mi è uscita così.

Te ne prego!!
Giovanni

Non ho mica capito di cosa si stia discutendo...

Porca zozza!!! Abbiamo perso un'occasione d'oro e questo ci serva da lezione!!
Sono giorni che ogni tanto ci ripenso e mi sale il sangue alla testa.
Io credo che dovremmo contattarli, scusarci in 127 lingue per non essere stati in grado di essere presenti e poi sederci con calma ad un tavolino, anche virtuale, insieme a tutti gli amici del Circuito Piccola Nautica e provare, una volta per tutte, a buttare giù una specie di protocollo di intesa e un piccolo elaborato di quello che vogliamo portare avanti.
Altrimenti si rimane alle lamentele tra di noi, su naima o sui propri blog.
In toscana si dice..." chi si fa pecora, il lupo lo mangia!!" e credo che si debba vendere, se ci si crede, cara la pelle.
Abbiamo barche carrellabili o figlie della nautica minore un po' in tutta italia e nn riusciamo a essere presenti da nessuna parte.
Abbiamo trasmissioni che fanno vedere quanto è bella la nostra italia e riusciamo solo a fare considerazioni che si limitano a dire quanto la nostra nautica sia morta!!
Ce la facciamo a fare un po' di casino o ci limitiamo a piangerci addosso?!?!
Adesso ho un impegno ma nn è finita qui!!
A dopo
Giovanni