Marinai di Terraferma

In precedenza ho cercato di illustrare come si verifica se un angolo che appare o dovrebbe essere retto lo è davvero.
Qui vediamo una soluzione allo stesso tipo di problema, applicabile a oggetti o forme di dimensione limitata; ad es. uno strumento di misura (squadra), l’angolo compreso tra due lati di una lastra, il premontaggio di una cornice (oblò?) prima di procedere ai fissaggi, un particolare di una invasatura, …

1. Su un piano (ben piano e ben liscio), disponiamo una barra certamente rettilinea (un rigone o staggia, o regolo da muratore) e fissiamola se possibile al piano, con morsetti o chiodi;
2. Appoggiamo in aderenza alla barra un lato – meglio il più corto – dell’angolo da verificare;
3. Segniamo sul piano la traccia del secondo lato dell’angolo; (possiamo, per riguardo al piano, marcare soltanto un breve tratto in coincidenza dell’origine dell’angolo e un altro all’estremità del lato;
4. Ribaltiamo l’oggetto da verificare, ponendolo in perfetta coincidenza con la marcatura precedente sulla barra;
5. Marchiamo di nuovo all’estremità
Un angolo retto deve provocare la coincidenza delle due marcature di estremità.
Se le marcature non coincidono, possiamo correggere rifilando la lastra, o deformando la cornice, … ; la misura della correzione è data dalla metà dell’errore registrato in corrispondenza delle marcature.

n.b.: nei disegni ho usato un errore di 2° per evidenziare il metodo. E' evidente che più è grande l'oggetto da verificare più è sensibile l'errore.
Qui di seguito riporto una tabella che fornisce i valori di scostamento - in centimetri - per errori d'angolo differenti, in funzione della lunghezza del lato del nostro 'oggetto'.
Esempio di lettura:
- per un errore di 1° in un angolo retto (89°, 91°), a distanza di 3 metri misureremo un errore di oltre 5 centimetri;
- per lo stesso errore di 1° in un angolo retto (89°, 91°), a distanza di 5 metri misureremo un errore di quasi 9 centimetri.