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Si parla di cambusa per il giro del mondo
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Autore:  Paddy [ 10/12/2013, 11:28 ]
Oggetto del messaggio:  Si parla di cambusa per il giro del mondo

Ho ritrovato nella mia libreria questo:
Immagine

E me lo sto rileggendo con gusto, gusto relativo perche nelle sue pagine c'è anche ben chiaro quali e quante schifezze mangiassero i marinai nell'epoca della vela. Noi saremmo morti sul cesso, che per altro non c'era, in pochi giorni.

Titolo: Nel segno della galletta, la cambusa nei millenni
Autore: Paolo dell’Oro
Casa editrice: Seneca
Prezzo: € 18,00

Autore:  Architeuthis [ 10/12/2013, 13:41 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Si parla di cambusa per il giro del mondo

Credo che oltre al valore storico e culturale di questo libro, sia anche utile - se lo racconta - conoscere come facevano a conservare i cibi gli antichi. A volte è sorprendente cosa riuscivano a fare... certo su un galeone con il caldo e l'umido... poveretti.

E' bello anche pensare come da impellente e a volte ributtante necessità la cambusa si sia trasformata, nello yachting da diporto, in uno dei veri piaceri della navigazione: convivialità, semplicità, varietà, sperimentazione...
Ricordo sempre con stupore la festa che figli e amici fanno alle mie acciughe sott'olio quando siamo a bordo e alla sufficienza con cui le trattano quando invece gliele propongo a casa. E non ditemi adesso che sono un affamatore di equipaggi!

Autore:  rameka [ 10/12/2013, 14:02 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Si parla di cambusa per il giro del mondo

affamatore di equipaggi!!!!!!!!!!!!!!!!

:twisted: :twisted: :twisted:

Autore:  Paddy [ 10/12/2013, 14:02 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Si parla di cambusa per il giro del mondo

Architeuthis ha scritto:
Credo che oltre al valore storico e culturale di questo libro, sia anche utile - se lo racconta - conoscere come facevano a conservare i cibi gli antichi. A volte è sorprendente cosa riuscivano a fare... certo su un galeone con il caldo e l'umido... poveretti.


In realtà la prima parte è proprio dedicata alle civiltà Fenice, egiziane e romane. Descrive come non vi fosse una grande necessità di conservazione, proprio perché le tratte erano molto brevi; inoltre l'alimentazione era talmente semplice e poco varia da essere identica a quella dei contadini e consisteva in pane raffermo, che oggi definiremo galletta, ma nel loro caso era proprio raffermo e poco altro tra cui pesce e carne secca; bevevano invece "bene" essendo l'acuqa di facile reperiilità e il vino onnipresente. Piccole variazione nell'alimentazione era presente nei popoli nordici che non utilizzavano la carne, ma solo il pesce e al posto del vino la birra.

Solo con la scoperta dell'america e con le navigazioni in altura si è presentato il problema della conservazione, risolto quasi subito con il sale, per l'acqua invece non so non ci sono ancora arrivato e non ricordo avendolo letto anni fa. :oops:


Architeuthis ha scritto:
...acciughe sott'olio quando siamo a bordo e alla sufficienza con cui le trattano quando invece gliele propongo a casa. E non ditemi adesso che sono un affamatore di equipaggi!


Alle acciughe non sono mai arrivato :lol:
Ma lo sgombro e il tonno a bordo è gettonatissimo ;)

Ne divorano, anche da te immagino, tonnellate e quindi non mi considero un affamatore. :roll:

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