Architeuthis ha scritto:
Credo che oltre al valore storico e culturale di questo libro, sia anche utile - se lo racconta - conoscere come facevano a conservare i cibi gli antichi. A volte è sorprendente cosa riuscivano a fare... certo su un galeone con il caldo e l'umido... poveretti.
In realtà la prima parte è proprio dedicata alle civiltà Fenice, egiziane e romane. Descrive come non vi fosse una grande necessità di conservazione, proprio perché le tratte erano molto brevi; inoltre l'alimentazione era talmente semplice e poco varia da essere identica a quella dei contadini e consisteva in pane raffermo, che oggi definiremo galletta, ma nel loro caso era proprio raffermo e poco altro tra cui pesce e carne secca; bevevano invece "bene" essendo l'acuqa di facile reperiilità e il vino onnipresente. Piccole variazione nell'alimentazione era presente nei popoli nordici che non utilizzavano la carne, ma solo il pesce e al posto del vino la birra.
Solo con la scoperta dell'america e con le navigazioni in altura si è presentato il problema della conservazione, risolto quasi subito con il sale, per l'acqua invece non so non ci sono ancora arrivato e non ricordo avendolo letto anni fa.
Architeuthis ha scritto:
...acciughe sott'olio quando siamo a bordo e alla sufficienza con cui le trattano quando invece gliele propongo a casa. E non ditemi adesso che sono un affamatore di equipaggi!
Alle acciughe non sono mai arrivato
Ma lo sgombro e il tonno a bordo è gettonatissimo
Ne divorano, anche da te immagino, tonnellate e quindi non mi considero un affamatore.