Marinai di Terraferma

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 Oggetto del messaggio: elettricità a bordo, tra possibilisti e radicali
MessaggioInviato: 21/11/2013, 0:06 
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Ancora non molti anni fa sulle barche piccole l'elettricità era un lusso. Le batterie costavano, erano poco potenti e normalmente erano destinate all'accensione del motore. La sera si viveva di conseguenza, a lume di candela o con luci a pila e di giorno non esistevano piloti automatici: tuttalpiù una radio per i più fortunati.
Oggi le cose sono un po' cambiate possiamo addirittura immaginare un impianto elettrico completo per la nostra barchina. Sono cambiate soprattutto le nostre abitudini, ma anche il rendimento degli strumenti è aumentato, permettendo cose un tempo non immaginabili per le nostre dimensioni. Resta comunque una questione fondamentale, su una barchina l'impianto elettrico serve o no?
Le risposte possono essere varie; in funzione di ciò che vogliamo fare e del budget che abbiamo a disposizione, esistono differenti scuole di pensiero: la radicale e la possibilista. Io ero un radicale e poi mi sono convertito al possibilismo.
La scuola radical sceglie l'opzione zero: niente batteria, niente luci interne, niente luci di via, niente VHF, niente pilota automatico, niente di niente. [….]la soluzione radicale elimina tutti i problemi di carica della batteria, di trasmissione dell'energia, di installazione e manutenzione e di efficienza legati all'impianto elettrico. Elimina anche ogni barlume di (si fa per dire) di comodità a bordo.
Da: Lorenzo Carnevali - La piccola crociera costiera; il tagliamare 1994, Pisa ; pag 73


Carnevali scriveva il suo manuale vent'anni fa. Da allora ne è passata di acqua sotto alle nostre pance lisce. Allora una cellula fotovoltaica era qualcosa di avveniristico e le lampadine a led, esistevano solo nei fumetti di fantascienza, una scatola di batterie costava molto più di quanto costi ora ed era impensabile avere strumentazione elettronica a batteria. Solo una cosa è rimasta pressoché identica da allora: la difficoltà di immagazzinare corrente elettrica, che si traduce in costo e peso delle batterie. L'impianto elettrico di un guscio di noce, vive in ambiente marino e se l'acqua salsa corrode ogni cosa, per i contatti elettrici è addirittura deleteria. Insomma un impianto elettrico presuppone una manutenzione costante e chiaramente impone di capirne qualcosa di elettricità. In molti barchini, esiste già un impianto elettrico precostituito, ma in molti casi è solo qualcosa di basilare.

Il nostro Tiki, essendo autocostruito, ha un impianto autocostruito, ma abbiamo avuto la fortuna di avere un amico che a tempo perso fa l'ingegnere elettronico, per cui, anche il nostro catamarano si è trovato dotato di luci di via, pannellino solare, inverter, e molte altre diavolerie elettroniche. Ci sembrava che l'elettricità a bordo fosse indispensabile. Se consideriamo che una batteria costa più o meno 1 euro per ampere e che le cellule fotovoltaiche, non si può proprio dire che te le tirino dietro, ci siamo trovati a spendere molti soldi per l'elettricità e dover risparmiare di conseguenza per altre cose forse più importanti.
Durante l'ultima crociera, probabilmente c'era un cortocircuito da qualche parte, per cui la batteria non teneva la carica. Sepolto in qualche gavone della barca c'è un tester, ma lo tengo lì più perché bisogna che per altro. Oppure per darlo a Sergio, quando viene a trovarmi per bere una birra e si trova con la testa infilata in sentina a cercare di sistemare qualche contatto che fa le bizze. Insomma, non sono riuscito a capire dove stesse il problema, ma siamo partiti lo stesso, anche perché il programma era di rimanere a spasso solo un paio di giorni.
Come suggerisce Carnevali, il bioritmo cambia quando si vive in barca. Si va a dormire che è buio da poco e ci si alza che è giorno da poco, senza contare che spesso in crociera si va d'estate, quando le giornate sono molto lunghe e non è raro riuscire a cenare senza bisogno di luce in pozzetto. Certo che la luce serve, ma serve molto poco e spesso un intero impianto elettrico, non giustifica qualche minuto di elettricità per le lampadine. In termini di costo, una scatola di batterie usa e getta, ha un prezzo infinitamente minore di una normale batteria da auto, forse non in termini proporzionali, ma sicuramente in termini assoluti. Durante la nostra crociera, trovandoci senza luci in cabina, abbiamo comperato ad un supermercato un paio di lampade frontali a led, e una confezione di lampade solari da giardino, pagando il tutto qualche manciata di euro; mi sembra una ventina. Il fatto che non ricordi la cifra è sufficiente per capire che il costo era poco influente. Ho sistemato le lampade in cabina, e alla bisogna venivano appese sotto la tenda in coperta. Le lampade solari sono state fissate sui candelieri e una è salita in testa d'albero. È vero, non sono regolamentari, ma normalmente dove ormeggiamo le nostre pancelisce, non passano barche a tutta velocità e le luci in coperta sono più che sufficienti per farsi notare. Non fanno un granché di luce e sono insufficienti ad illuminare il pozzetto, ma consentono di non inciampare quando si fa la pipì fuoribordo e a fare in modo che una barca che deve prendere il gavitello vicino al nostro, capisca dove è la nostra prua e dove finisce la poppa. Se dovevo abbandonare la barca, avevo cura di lasciare la lampada frontale puntata contro la sacca della randa, in modo che fosse ben più visibile di una lampadina. Le batterie delle lampade frontali sono durate tutta l'estate, nonostante siano rimaste accese più di una notte intera. Maya teneva nella sua cabina una lampada da comodino, con ricarica solare, che le permetteva qualche ora di lettura ogni sera e quando io e Violanda ci trovavamo soli in quadrato, alla sera quando i bambini erano a letto, ci accendevamo una candela alla citronella, per illuminare le nostre conversazione e tenere lontano gli insetti, avendo cura di spegnerla prima di dormire.
Anche Il comandante di Maruzza aveva una lampada diottrica a petrolio, che appendeva al paterazzo quando era alla fonda e la sua luce era calda, romantica ed efficace. Soprattutto non abbisognava di energia elettrica.

Cerchiamo ora di ragionare su quale utenza elettrica sia fondamentale in barca:

- il frigo: come già scritto altrove, il frigo era un aut aut di Violanda: aut frigo aut nihil bambini in barca. Il frigo è stato il nostro regalo di natale, nuovo di stecca, con compressore, funziona a 12 o a 220, capiente tanto da farci stare dentro le bottiglie in piedi e non è mai salito in barca. Tuttora viene usato come frigo domestico in casa, perché con quello che l'abbiamo pagato almeno lo usiamo e funziona davvero benissimo.
Ci siamo resi conto che qualche birra ghiacciata e uno yoghurt fresco, non rendevano lo spazio che il frigo occupava in barca, in più il nostro pannellino solare e la nostra batteria 60ah, non reggevano lo sforzo per tanto sarebbe stato necessario spendere altri soldi per potenziare l'impianto. Siamo tornati al vecchio stratagemma della borsa termica con le bottiglie ghiacciate, che usavamo quando facevamo campeggio con il furgone e la canoa e abbiamo scoperto che gli yoghurt e la frutta fresca, si conservano benissimo anche in sentina.

Se mi è consentita una piccola digressione, la barca ci insegna molto anche nella vita quotidiana. Ci siamo resi conto che il frigo è diventata una dispensa e che molta della roba che finisce nel frigo, ci finisce per comodità, ma starebbe benissimo anche in cantina. L'habitat naturale di uova, verdura, formaggi, salumi è la cantina, dove per altro non si crea quella odiosa condensa che fa ammuffire il formaggio di latteria. Mia moglie però si lamentava di dovere andare in cantina ogni volta che cucinava, così mi è venuto in mente che mia nonna, teneva la roba da mangiare fuori dalla finestra, perché sosteneva che se fuori era freddo e dentro caldo, accendere il frigo in cucina per tenere la roba al fresco, aveva lo stesso senso che accendere la stufa in giardino per riscaldare l'ambiente. Così ho sistemato una zanzariera sulla finestra della cucina e il davanzale esterno è diventato la piccola cantina per uso quotidiano e nel frigo ci vanno solo la birra e il prosecco. Certo anche il prosecco, può stare fuori dalla finestra, ma ormai il frigo l'avevamo comperato e in questo modo se non altro lo usiamo e quando bevo l'aperitivo, mi pare di essere sulla coperta di Tomtom. Fine della digressione.
Strumentazione: già, qui non si scherza e oramai l'elettronica a bordo è diventata molto importante. Diciamo anche che nei nostri gusci di noce un plotter non è necessario, ma nel nostro piccolo cabotaggio costiero, un gps, magari cartografico, ma soprattutto portatile è più che sufficiente. Al giorno d'oggi quasi tutta l'elettronica è disponibile con una propria batteria ricaricabile. Un tablet, per collegarsi ad internet e conoscere le previsioni meteo, un vhf, per gli avvisi di burrasca o per mettersi in contatto con un porto, un telefonino, l'ipod, una macchina fotografica. Tutti questi aggeggi hanno quasi sempre una propria batteria ricaricabile. Per uscite di pochi giorni, il problema non si pone, è sufficiente usare la strumentazione con parsimonia, avendo cura di spegnerla quando non serve e le batterie durano diversi giorni. La cosa si complica quando la crociera dura più di qualche giorno. Esistono in commercio dei caricabatterie solari che soddisfano perfettamente le nostre necessità, sono portatili, sufficientemente economici, universali e non necessitano né di impianti elettrici, né di pesanti batterie. Ne esistono addirittura a energia eolica. Avendo cura di risparmiare nell'uso della strumentazione, questi caricabatterie bastano alla poca elettronica di cui necessitiamo a bordo.
Anche le pile delle lampade frontali o delle torce elettriche possono essere ricaricate in questo modo, e lo spirito ecologico che anima ogni piccolo armatore di un guscio di noce è rispettato.

- timone automatico. In effetti qui casca il palco. Il timone automatico consuma tanto ed è impensabile usare batterie incorporate o usa e getta. C'è anche da dire però che quasi sempre se si usa il timone automatico, il motore è acceso e quindi l'energia elettrica per caricare una piccola batteria dedicata al timone è garantita. Se invece si naviga a vela, un timone a vento è molto più efficace ed economico. I comandante di Maruzza se n'era fabbricato uno che si chiamava Giacomo e non serve essere ingegneri per capire il meccanismo si questo marchigegno.
Su Tomtom non abbiamo nessun tipo di autogoverno e nonostante abbia sempre sentito parlare bene del timone automatico, non ne sento la mancanza. Raramente la nostra rotta è tanto monotona e dritta da richiedere il timone automatico, Maya si diverte a timonare, tra un po' credo anche gli altri figli si divertiranno a stare al comando e se proprio devo allontanarmi dal governo, lego il timone con due sagolette e i gradi che perdo lungo la nostra rotta sono irrisori. Mi piacerebbe montare un timone a vento, ma lo farei più per gusto estetico da vecchia marina, che per reale necessità, quindi per ora, per noi, il timone automatico non serve.
La moderna tecnologia permette oramai di poter soddisfare alle normali necessità di energia elettrica, grazie a quotidiani e oramai comuni accorgimenti. Lampadine a led, piccoli caricabatterie solari, batterie sempre più efficienti, strumenti tascabili, che solo qualche anno fa era impensabile poter tenere in un guscio di noce. Alla luce di quanto sopra, sostengo che la necessità di corrente elettrica a bordo, non giustifichi il peso e soprattutto il costo di una batteria, la spesa per un pannello solare, le complicazioni per montare e mantenere un impianto elettrico a bordo di un guscio di noce.

Io ero un possibilista e poi mi sono convertito al radicale.



larga è la foglia stretta la via.....mi piacerebbe sapere come la pensate voi senza rima

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 Oggetto del messaggio: Re: elettricità a bordo, tra possibilisti e radicali
MessaggioInviato: 21/11/2013, 0:38 
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Iscritto il: 04/11/2009, 17:08
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C'ho messo un'ora, perché quando scrivi tu mica posso saltare dei pezzi.
Quindi prima di rispondere devo sedimentare


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 Oggetto del messaggio: Re: elettricità a bordo, tra possibilisti e radicali
MessaggioInviato: 21/11/2013, 8:49 
io ho sempre fatto come te alla fine,navigazione a vista e pile usa e getta
ma volevo di più allora batteria da 50 e pannellino solare da 20w non mi bastava aggiunta batteria da 100
tutto a posto il primo giorno il secondo qualche intoppo il terzo navigazione a vista pile usa e getta
adesso mi sto preparando per tempo con un nuovo progetto e penso l'ultimo
nessun pezzo debole,energia da gruppo elettrogeno gestione del sistema da pc indistruttibile
ieri ho messo un controller sul coperchio batteria collaudato buttato a terra da un metro 3 volte
continuo istruzione della lorenza sull'uso di oziexplorer tutti e due devono saper fare tutto
per il multimediale devo decidere se mettere gli autoparlanti fissi o mobili per la connessione
seguirò il consiglio di joe prendere in croazia la scheda
comunque ho tre mesi una cosa per volta
del timone automatico non ne posso fare a meno
sulla mia barca siamo in due bisognerebbe essere almeno in tre il timone fa da terzo uomo
sul frigo ho ancora dei dubbi trovo più svantaggi che vantaggi magari trovo un frigo che consuma poco e funziona e cambio idea
per il momento abbandono l'idea del impianto idrico ho levato tutto serbatoio da 150 pompa a immersione ecc.
è una fonte non di acqua ma di rogne


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 Oggetto del messaggio: Re: elettricità a bordo, tra possibilisti e radicali
MessaggioInviato: 21/11/2013, 12:58 
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Iscritto il: 04/11/2009, 17:08
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Acco la mia risposta concisa:
Il nostro è un gioco in cui noi definiamo le regole. C'è chi è arrivato in Turchia o naviga per 40 giorni da solo con una lampada fotovoltaica e chi ha stazioni del vento nucleari. Va bene tutto purche soddisfi.
Nel mio l'elettricità è inutilmente indispensabile, mi diverto e per questo non posso farne a meno, ma lo faccio soprattutto nelle fredde giornate invernali quando colle e resine non sono utilizzabili, mentre i cavi elettrici sono comunque utilizzabili.
In navigazione avrei necessità solo di qualche ampere per caricare i cellulari, in effetti nel primo anno ho usato con soddisfazione una batteria portatile con accendisigari incorporato che ricaricavo allacciandomi alla 220 dei bagni del porto o dei ristoranti.


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 Oggetto del messaggio: Re: elettricità a bordo, tra possibilisti e radicali
MessaggioInviato: 21/11/2013, 14:13 
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Bello rileggere quanto ero saggio vent'anni fa... :shock: ;)

Mi sembra che sia Margu, sia Ivano che Paddy di fatto diano ragione a Paddy e cioè che ognuno è bene che faccia ciò che preferisce.
Le regole, secondo me, sono solo legate alla sicurezza della navigazione e dell'eventuale impianto.

Sull'Oca I già sapete.
Sull'Oca II autocostruita avevo messo una piccola batteria da 60Ah ricaricata dall'fb che serviva per le luci della cabina (4), per la testa d'albero, per l'autopilota, per il vhf, per la presa accendisigari e per l'autoclave, sì, l'autoclave, perché mia moglie voleva farsi la doccia in pozzetto.
Oggi, sulla stessa barca, al posto dell'autoclave metterei una pompa a pedale, le luci in cabina le sostituirei con qualcosa di fisso a pile (conoscete qualcosa?), il tricolore in testa lo cambierei con luci a pila (se nel frattempo avessero inventato qualcosa di affidabile e che si vede...).
Terrei invece autopilota, vhf, accendisigari e aggiungerei il Navtex. GPS lungocosta non serve quasi a nulla, comunque rigorosamente portatile e a pile.

Non ho esperienza di pannelli portatili e li trovo assai stimolanti. Studierò.
Ho provato invece le luci frontali e mi sono piaciute tantissimo, soprattutto suicciate sul rosso.


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 Oggetto del messaggio: Re: elettricità a bordo, tra possibilisti e radicali
MessaggioInviato: 21/11/2013, 15:14 
non so cosa sia il Navtex ho letto su wikipedia ma !probabilmente navighi
in maniera diversa o con barche più grandi con altre problematiche se mi dai una delucidazione
quando avevo la barca in canale la luce di fonda era sempre accesa per 7 mesi
per evitare incidenti,allora ho trovato una soluzione che uso ancora adesso
ho levato la lampadina e il porta lampadina ho saldato una striscia di 6 led consumo 0
le lampadine interne trovo più comodo visto le claustrofobiche dimensioni degli scafi usare
delle pile led comprate all'ildi 3 x 5euro con pile incorporate dei cerchietti le metti dove vuoi
quella del gps non ti capisco penso sia proprio impossibile navigare
dentro le incoronate senza


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 Oggetto del messaggio: Re: elettricità a bordo, tra possibilisti e radicali
MessaggioInviato: 21/11/2013, 15:30 
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Iscritto il: 11/05/2012, 9:22
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Il Navtex è una radio che dà i bollettini meteo. E' dedicata a questo e non fa altro.
Sai, io ho sempre paura che il tablet mi abbandoni... e il vhf è scomodo per il meteo.

Per il resto, come si diceva, va bene tutto, basta garantire la sicurezza e, aggiungo, un certo grado di praticità.


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 Oggetto del messaggio: Re: elettricità a bordo, tra possibilisti e radicali
MessaggioInviato: 21/11/2013, 16:07 
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Per me i tempi sono cambiati...ma molto dipende anche da come si utilizza il guscio.

il timone automatico, da quando l'ho provato, non ne farei mai a meno...a vela e soprattutto a motore.
Il frigo a compressore....ci ho provati in vari modi ma non ci riesco :cry: ci dovrei rinunciare
Una batteria da 65A a bordo non la vedo così male...ti permette di avere luce in quadrato, ricaricare cell, ipad, whf e gps
I motori erogano un minimo di energia...assieme un pannellino farebbe il resto per essere autosufficienti.
Un'altra cosa indispensabile è la lapmada frontale...ma ricordo un prezzo diverso ;)

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https://www.youtube.com/user/TheLimo74


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 Oggetto del messaggio: Re: elettricità a bordo, tra possibilisti e radicali
MessaggioInviato: 21/11/2013, 17:39 
un'altra cosa che ho notato siete tutti col tablet o con le app sui smart
col sistema operativo android
forse sono rimasto indietro forse questo sistema operativo non occorre tanta cpu e ram
ma mi dà l'impressione che sia delicato in mare dopo joe mi ha fatto vedere il suo programma di navigazione
devo dire che è veramente scarso anzi secondo me pericoloso e fai bene a non affidarti a quel robo
sempre secondo me un buon programma deve essere su carte nautiche dove quando tracci una rotta ti
segnala subito se ci sono scogli dove ti dice quale è la rotta migliore per entrare in un porto
memorizzare le rotte le tracce mettere i wtp avere sempre la carta della grandezza giusta insomma un vero
aiuto alla navigazione


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 Oggetto del messaggio: Re: elettricità a bordo, tra possibilisti e radicali
MessaggioInviato: 21/11/2013, 18:10 
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Iscritto il: 04/11/2009, 17:08
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Località: Arese
Hai ragione tablet e smartphone sono delicati, consumano molto e le custodie stagne li rendono complessi da usare.
Ma la cartografia, specialmente Navionics, è veramente ben fatta, aggiornata, a buon mercato, interattiva, con portolano ben fatti e molto semplice.

Ok quindi per programmare e raccogliere informazioni.

Ma come strumenti di navigazione bisogna avere un GPS semplice chiaro robusto e stagno, il mio è anche cartografico ma non è fondamentale.

L'uso di applicazioni su tablet con google come cartografia è troppo poco a meno di non avere le carte di carta


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