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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: CROAZIA BIS
MessaggioInviato: 22/11/2009, 18:58 
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Iscritto il: 22/11/2009, 14:34
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Durante le prime settimane di agosto abbiamo fatto la nostra prima vacanza con barca al seguito. Siamo stati in Dalmazia, anche noi a Dugi Otok, dove è passato anche Jocondor.
Tante cose da raccontare, ma poco tempo a disposizione. Un po’ per volta…
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Venerdì 1 agosto, luogo di partenza nei pressi di Milano.
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Ci sono circa 800 Km per arrivare nei pressi di Zara e ci sono volute circa 12 ore.
All’ingresso in Slovenia, per percorrere il breve tratto di strada fino alla frontiera Croata, dobbiamo pagare la vignetta stradale che è stata introdotta quest’anno.
Una volta superata Rijeka (Fiume), l’autostrada che corre verso Sud all’interno del Paese è sempre migliore, ma ci sono rallentamenti e code in prossimità di due lunghe gallerie ancora con una sola corsia per senso di marcia.
Trascorriamo la notte Starigrad Paklenica, poco distante da Zadar (Zara). Avevamo prenotato su Internet due stanze doppie presso l’hotel Vicko. In tutto spendiamo 204 Euro: caro ma con un parcheggio comodo e facilmente accessibile per auto + carrello.
La mattina dopo arriviamo presto all’imbarco del traghetto per Dugi Otok e con una spericolata manovra riusciamo a metterci in coda mentre il traffico diventa sempre più caotico.
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Riusciamo a imbarcarci tra gli ultimi.
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Giunti nell’isola raggiungiamo il parco naturale della baia di Telascica ( www.telascica.hr/It/It_index.html ). In una valletta ventilata, immersa nella rigogliosa macchia mediterranea, si trova la graziosa villetta che abbiamo prenotato grazie al sito www.croaziainfo.it, che presenta un’ottima scelta di appartamenti sull’isola e fornisce anche molte informazione interessanti, anche se a volte con un taglio un po’ “pubblicitario”.
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Il privilegio di vivere nel parco si paga con un affitto piuttosto elevato per la Croazia (92 Euro al giorno nelle prime due settimana di agosto) e con qualche rinuncia: l’acqua corrente viene attinta dalla cisterna che raccoglie l’acqua piovana; l’energia elettrica prodotta dai pannelli solari è sufficiente per l’illuminazione ma non è possibile usare asciugacapelli, computer e attrezzature elettroniche varie (i nostri figli non riusciranno a rassegnarsi facilmente); il frigo a gas è poco efficiente; l’acqua calda… qualche volta è tiepida. Per ricaricare i cellulari usiamo la presa accendisigari dell’auto.
In compenso la posizione è idilliaca e la tranquillità assoluta. Non pagheremo nulla per l’accesso al parco e l’ormeggio.
I nostri ospiti Mario e Gordana, sono molto simpatici. Gordana è istriana e parla un po’ di Italiano. Mario no, ma capisce ugualmente e riesce a farsi capire (“No problema…”).
Per fare la spesa e cambiare la valuta, si raggiunge in pochi minuti Sali, che è uno dei centri principali dell’isola, con un porto turistico che può accogliere 100/200 barche. A Sali si trova anche la capitaneria, dove è possibile pagare la tassa di navigazione. Ci sono un minimarket alimentare e una macelleria (con un assortimento piuttosto estemporaneo). Come locali “notturni” solo una gelateria, alcuni caffè e diversi ristorantini che circondano il porto.
Non li frequenteremo molto, perché qualche volta Gordana si offre di prepararci la cena: per 15 Euro a testa faremo grandi mangiate di risotto con le seppie e pesce alla griglia pescato il giorno stesso da Mario, annaffiando il tutto con il vino proveniente dalle vigne che lui stesso coltiva nel parco.
Le altre sere facciamo a casa grandi grigliate. Di carne: per comprare pesce dovremmo trovarci al porto verso le sette di mattina e nessuno prende seriamente in considerazione l’idea.

La baia di Telascica (pronuncia Telàs-cizza) si trova all’estremità meridionale dell’isola a ridosso dell’arcipelago delle affascinanti isola Kornati.
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La baia è splendida! Le foto sono scattate da un altura a breve distanza dalla casetta dove risiediamo.

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La mattina successiva alberiamo, con la barca ancora sul carrello. E’ la prima volta e ci occorrono 2/3 ore per sistemare tutto.
Nel pomeriggio il varo. Con un sopralluogo a Sali scopriamo che, contrariamente alle informazioni che abbiamo trovato in Internet, lo scivolo sul fondo del porto su cui contavamo per il varo e l’alaggio può essere adatto al massimo per varare un materassino gonfiabile.
Senza perdere il nostro (incosciente) entusiasmo, decidiamo di approfittare di una piattaforma di attracco nelle vicinanze.
La pendenza è buona, ma c’è lo scivolo termina con un gradino, come si vede nella foto.
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C’è un discreto spazio per manovrare con l’auto, ma non sufficiente per farlo senza staccare il carrello. Con un po’ di batticuore e l’aiuto di alcuni bagnanti tedeschi prontamente accorsi riusciamo a metterci nella posizione adatta. Il varo richiede diversi tentativi per spostare e regolare i rulli del carrello, ma alla fine la Ciumbietta si tuffa felicemente in acqua ed abbiamo finalmente la grande soddisfazione di vederla galleggiare in acqua salata.
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Ebbene sì, il suo nome è “Ciumbia!”: non ci piaceva molto ma non l’abbiamo scelto noi e non abbiamo osato sfidare le tradizioni e cambiarlo!

Lasciamo la Ciumbietta al moletto che costituirà il suo ormeggio durante la nostra permanenza a Telascica.
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Nei giorni successivi facciamo le nostre prime prove di navigazione.
Avevamo fatto solo poche uscite sul lago di Como, dove era ormeggiata la Ciumbietta quando in giugno l’abbiamo comprata usata. I laghi mi ispirano tristezza e senso di claustrofobia. Navigare in mare è fantastico!
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A bordo siamo in quattro: io (papà), Anita (mamma), Alessandro (figlio di 15 anni) e Francesca (figlia si 12 anni).
Alessandro e Francesca, che negli anni scorsi hanno frequentato corsi di vela su derive, si dimostrano dei bravissimi marinai e di solito collaborano molto attivamente. Qualche volta, però, sono un po’ renitenti...
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La navigazione all’interno della baia di Telascica è sicura e divertente.
Anche nelle giornate di bel tempo la brezza può essere piuttosto tesa.
La nostra base di partenza si trova verso il fondo della baia. Se il vento è di maestrale, la mattina quando usciamo in poppa è ancora debole, mentre il pomeriggio rinforza e il rientro di bolina può essere lungo e impegnativo, con la barca molto sbandata anche con due mani di terzaroli alla randa. Al contrario, quando il vento proviene dai quadranti meridionali (Yugo) è intenso la mattina e “si ammoscia” nel pomeriggio. Per allargare il nostro raggio di percorrenza (e per sedare certi sintomi di ammutinamento dell’equipaggio), qualche volta accendiamo il motore.
Troviamo numerose baiette e angolini dove è piacevole fermarsi a fare il bagno.
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La baia e i dintorni sono molto frequentati da barche da diporto di ogni tipo che trovano numerosi ridossi ben protetti. Non bisogna però trascurare la prudenza e l’attenzione: questa zona è spesso interessata da manifestazioni metereologiche pericolose anche nei ridossi, come forti venti (Bora o Yugo) e come i Neverini, temporali estremamente violenti che possono sopraggiungere anche in breve tempo.
Una notte durante la nostra permanenza, un Neverino ha colpito l’isola. Riprendendo il mare la mattina dopo, è stata impressionante la vista di alcune barche a vela e a motore di discrete dimensione sdraiate sugli scogli.
Le dimensioni delle barche che abbiamo incontrato, molto spesso parte di flotte a noleggio, sono state spesso generose. Quasi assenti le barche a vela carrellabili. Ha fatto eccezione un’Elan 19, che mi è sembrata una barchetta molto simpatica. Appartiene a una coppia slovena che fa base nella vicina isola di Uglijan (raggiungibile via terra) per crociere a medio raggio nei week-end e durante le ferie estive. Il costo dell’ormeggio da quelle parti è di ca. 1000 Euro l’anno.

Ecco una semi-carrelabile:
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C’è anche chi ha risolto il problema del tender in modo piuttosto originale:
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Uscendo dalla baia verso Sud-Est , si entra nell’arcipelago delle isole Kornati, molto noto e affascinante per il suo paesaggio, la cui aspra bellezza deriva dal contrasto tra il colore blu intenso del mare e il colore paglierino delle aride praterie che ricoprono le isole, venate dai muretti a secco che delimitano i fondi terrieri. I colori risaltano nei pomeriggi di bel tempo quando il vento rende l’aria tersa ed il cielo è venato da basse nuvole filiformi formate dall’umidità dell’Adriatico, che si raccoglie sui primi rilievi.
Le foto non riescono a trasmettere l’impatto visivo di questi paesaggi.


L’arcipelago delle Kornati è protetto da un parco nazionale. L’accesso è a pagamento: la tariffa è diversa se viene pagata a Murter dove si trova l’ingresso ufficiale o, più cara, se viene riscossa direttamente da una delle imbarcazioni del parco, che però, forse a causa delle nostre permanenze piuttosto brevi non abbiamo mai avuto l’occasione di incontrare…
Per accedere, invece, alla sorta di mare interno che si trova a Est di Dugi Otok, è molto piacevole circumnavigare l’isola di Katina, oppure è possibile attraversare lo stretto passaggio che si trova presso il capo sudorientale della baia di Telascica. E’ divertente inserirsi nel traffico intenso di barche che attraversano lo stretto. Si procede a bassa velocità tra le boe che indicano il percorso.
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Nelle giornate di tempo incerto (poche), visitiamo l’isola in auto. La strada che la percorre offre bellissimi panorami su entrambi i lati dell’isola, che è ancora verde ed integra e non è toccata dal turismo di massa. Tra i luoghi più belli vi sono la punta settentrionale, Veli Rat, con le sue ampie baie ed il suo faro e le spiagge di ciottoli e sabbia (poca) di Saharun e Mezanij, piuttosto frequentate ma non affollate, nemmeno nei giorni di massimo afflusso turistico (es.: domenica 10 agosto).
Dopo due settimane di permanenza a Telascica, ci spostiamo e passiamo (3 giorni) a Zman, un piccolo villaggio di pescatori e contadini sulla costa Est, poco a Nord di Sali. Affittiamo sul posto (50 Euro a notte) un bell’appartamento con grande terrazza e vista superba.
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A Zman c’è un porticciolo con uno spazio interno adatto a piccole barche oltre ad una banchina turistica cui possono ormeggiarsi una decina di barche di medie dimensioni. L’ormeggio dispone di acqua ed energia elettrica e nei pressi c’è anche una doccia (all’aperto). La tariffa giornaliera è modesta, ca. 2 Euro al metro di lunghezza.
Sul posto ci sono un negozietto di alimentari e due trattorie. Ci siamo trovati benissimo. L’integrità della natura di Telascica è stata completata a Zman da un’equivalente naturalità nei rapporti sociali.
Anche da queste parti mare stupendo e calette con acqua cristallina.
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A Zman, in fondo al porto, si trova il più bello scivolo di Dugi Otok, larghissimo e con tantissimo spazio per manovrare con l’auto, anche se con poca pendenza.
Al termine della vacanza, il varo è piuttosto travagliato, perché dobbiamo trovare un modo per limitare l’escursione dell’assale basculante posteriore, altrimenti la ruota di prora non riesce a superare il longherone che lo sostiene. Tutti gli anziani del paese, seduti all’ombra poco distante, seguono l’operazione con molto interesse.
Il giorno dopo alle 6.30 siamo in coda per riprendere il traghetto verso Zara, per scoprire di esserci sbagliati: il traghetto parte alle 11.00!
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Verso l'1.30 di notte siamo a casa.


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