Marinai di Terraferma

A vela da quando avevo 14 anni (il primo contatto l'ho raccontato altrove), su un glorioso Beccaccino,antenato dello Snipe, del 1943, ristrutturato con amore insieme a mio padre, con mia madre che cuciva e ricuciva quel maledetto fiocco in cotone (rosso!); poi le vele da regata!, e poi derive sempre derive, spesso anche di altri, regatine di club, qualche vittoria... un brevetto di Istruttore federale di primo grado alla FIV a Tirrenia. Il presidente del mio club mi propone di aprire una scuola, poi 'ritratta' per impegnare il circolo in attività più amene... e io apro una scuola con mio padre all'Argentario, alla foce dell'Albegna. Alla consegna dei primi Vaurien, Luciano Gavazzi visita la base della scuola e:"Hai trovato l'oro!"
1973-1982. Una quindicina di allevi per turno su Caravelle, Vaurien e io in aula e (sigh) quasi sempre sul gommone col megafono... ma a volte riuscivo anche a far qualche regata sul nostro nuovo e bellissimo Vaurien Gavazzi in compensato.
Di questa esperienza mi resta molto: mille amici in tutta Italia, qualche campioncino che mi richiama o che rivedo e mi ricorda di essere passato tra le mie grinfie...
Dai primi anni '80, voglia di 'navigare' : un Lanaverre 510 con Enzo e poi con qualche compagna/o in giro per l'Elba, sempre salpando dal mio Albegna; poi un Limit TCI, poi di nuovo regate, questa volta su uno Snipe vero, ma vecchiotto.
E poi di nuovo minicabinati carrellabili, che tenevo a Trevignano (Lago di Bracciano), per vararli 'a sinistra' nel lago o tirarli 'a destra' verso il mare. Un altro Limit, tanta Elba, un Micropomo, che purtroppo non ho mai portato fuori del lago.
Nel frattempo, dall'81 al 94, crociere, patente VM s.l., tanta scuola di crociera e corsi patente (Vela Blu, se la ricorda qualcuno?), skipperaggi ancora in Toscana, Sardegna, Corsica, Isole Ionie.
Insomma barche mie (piccole, maneggevoli) e da un po' di tempo soltanto barche di altri (se ti invitano che ci vuoi fare? ci vai!)
In tutto questo, salvo i tecnicismi per le regate, sono del parere che "piccolo è bello", che "quello che non c'è non si rompe", che tanta informazione e un buon paio di mani - meglio se le mie! - fanno di una barchetta un regno, e di un miglio un ricordo incancellabile.
Oggi nada barche, sono in quel di Torino, in una pianura senza onde, rivedo il mare ogni tanto e le barche solo d'estate, su un C&C 36’ (non mio, naturalmente).
Questo per la tecnica e lo spirito.
Per essere utile: so di vela, naturalmente (meno che di elettronica e balle varie) e in particolare posso dire la mia sulle barche carrellabili e sulle migliorie che meritano, su perché non comprarsi una barca e andare a vela lo stesso e bene, su mille altre fesserie quali lo stare in equipaggio e via così.