Aggiornamento: giovendi pomeriggio abbiamo fatto una scappata a viareggio e abbiamo tolto l'albero del nostro amato barchino. Eravamo in due, barca con poppa rivolta al pontile e una splendida giornata primaverile. E' proprio vero, quando arrivo al mare, tutti i problemi e le preoccupazioni si dissolvono, facendo posto al profumo della salsedine, ai colori, che nn trovi da nessuna altra parte, a quelle sensazioni di pacificazione che soltanto lì riesco a provare. In questa coppia io rivesto un po' la funzione di "esperto" al quale, il tapino, si è affidato per ridare insieme nuova vita a questo glorioso barchino. Arriviamo al molo e subito ci diamo da fare, il tempo è poco, dobbiamo portare le sartie vecchie in officina per rifarle, portare l'albero a casa sua e rientrare a firenze per le 20,30, ho un incontro alle 21. Non avendo mai disalberato, nn avevo neanche io le idee ben chiare di come fare e la notte precedente avevo provato a immaginare una sequenza per fare tutto in sicurezza ed evitare di finire a mare con l'albero e tutto. Il problema principale è stato di fare tutto tenendo conto dei movimenti fatti durante le manovre perchè, su un barchino così piccolo, ogni piccolo movimento si ripercuote su tutta la barca, compromettendone l'equilibrio. Abbiamo abbassato la deriva, che magari tanto nn faceva ma....tutto fa brodo!!, e io mi sono portato sopra la tuga, per abbracciare l'amato (l'albero!!). In sequenza abbiamo mollato le sartie basse, quelle alte, a questo punto i movimenti laterali sono stati banditi e ci siamo mossi solo lungo la linea di mezza barca. Ho fatto fissare uno stroppo che rendesse solidale la base dell'albero e la piatra che lo alloggiava, perchè nn sapevo se avrei potuto abbatterlo completamente giocando sul perno e soprattutto se la base era costituita da un foro e un perno passante o da una canaletta aperta. Ho fatto allentare e successivamente mollare il paterazzo nn prima di averlo agganciato ad una cima per poterlo poi gestire durante la discesa dell'albero. Ho sollevato l'albero e contemporaneamente ho fatto filare il paterazzo in maniera che il peso della cima dell'albero permettesse la sua discesa verso prua ( lo strallo era ancora fissato); lo stroppo ha impedito che quest'ultimo facesso un movimento a pendolo, con la conseguente caduta in acqua, sua e magari mia. Dolcemente, reggendo a questo punto tutto il suo peso sulla spalla sx, l'ho appoggiato in coperta e il mo amico....ha smesso di sudare!!. Abbiamo mollato anche il paterazzo, raccolto il tutto, portato l'albero in banchina, smontato, consegnato ad un operaio le sartie vecchie ( mi è sembrato un ragazzo che sapesse il suo lavoro, che credo ci abbia ben consigliato e soprattutto, forse, nn mi è parso il solito squalo in cerca di preda). Abbiamo sistemato l'albero e in fretta siamo ritornati a firenze. Il mio amico si è sperticato in ringraziamenti di tutti i tipi ma nn sono riuscito a fargli capire che quello dei due che era più grato all'altro, ero io; ho passato un bellissimo pomeriggio, facendo cose che mi piacciono, in compagnia di persone gradevoli ed interessanti. Tutto bello, insomma. Quando dovremo rimontare il tutto penso di girare la barca e presentarla con la prua alla banchina; nei miei progetti, questo, dovrebbe rendere ilrialberamento più facile, magari con una persona in più. Marco, a questo appuntamento ti è fatto obbligo di nn mancare, il tuo supporto sarà fondamentale. Apro, poi, un post condelle domande sull'argomento. A presto Giovanni
_________________ "Noi fummo i Gattopardi, i Leoni; quelli che ci sostituiranno saranno gli sciacalletti, le iene"
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