Sabato 31 ottobre.
Il sole si alza pigro tra le prealpi Bresciane e tra la foschia mattutina saluta noi poveri mortali quaggiù nella pianura bergamasca.
Oggi mi aspetta una giornata intensa e probabilmente si gira una pagina importante della ns. vita.
Porto mio figlio Giacomo a scuola e poi torno subito a casa per discutere di alcuni dettagli con l'impresa che sta rifacendo l'esterno ed il tetto di casa mia.
Ma la questione non è questa.
Alle 10:00 riesco a liberarmi dai vari adempimenti di cantiere e raccolgo tutti gli accessori della (ancora) mia Lazy Lady. Fuoribordo, serbatoi, tavoli, documenti, manuali ... tutto quelle che avevo preparato ordinatamente la sera prima in garage.
Mi metto in macchina ed alle 10:45 sono al Circolo Velico Sarnico dove tra un'oretta mi incontrerò con il prossimo armatore del mio amato Micropomo.
La pioggia dei giorni scorsi e l'umidità della notte hanno bagnato completamente tutta la coperta ed il pozzetto.
Mi metto ad asciugare il tutto con pazienza, mentre i raggi di sole che sbucano tra le nuvolaglia mi scaldano di tanto in tanto.
Passo quella spugna quasi ad accarezzare la barca che ci ha accompagnato per una buona fetta della ns. vita famigliare.
Ricordo quando stava per nascere Giacomo, il ns. primo figlio ... capivo che il grosso derivone che possedevo (un Veliplano) non era più adatto alle ns. esigenze e così mi ero messo alla ricerca di un piccolo cabinato classe micro. Tante navigate in internet, tante pagine di Bolina consumate dalle dita, qualche visita qua e la in nord Italia, poi l'annuncio di un Micropomo di proprietà di un professore Bolognese che lo teneva a Bocca di Magra.
Un viaggio in compagnia del mio amico Ferdinando e la decisione è presa ... Lazy Lady sarà mia.
Non ricordo quando l'abbiamo ritirata esattamente, penso fosse autunno ... ricordo di sicuro il viaggio fino a Bocca di Magra, le corse per riparare il carrello stradale con i freni rotti (e le gomme vecchie) di cui la barca era dotata ... ed il viaggio di ritorno di notte a bordo di una macchina col gancio traino che l'amico Ruben mi aveva prestato. Ricordo ancora ogni singola curva del passo della Cisa.
Poi l'inaugurazione a San Giuliano con la bottiglia di spumante che immancabilmente non voleva rompersi sul pulpito di prua.
Da li sono iniziati i normali lavori di ristrutturazione per adattarla alle esigenze mie e della famiglia ... lavori iniziati piano piano perché ogni giornata di sole era l'occasione perfetta per uscire e veleggia anziché per lavorare
Ricordo ancora mia moglie Arianna che allattava Giacomo in barca ... e alcuni amici (non velisti) che ci davano per matti.
Tanti ricordi ... tutti belli. Le prime esplorazioni della laguna, le prime notti passate fuori ... i fortunali presi nella laguna sud ... ma anche la sfida con se stessi e contro tanti altri velisti di San Giuliano per i quali i ns. gusci erano fatti per rimanere in laguna ... la navigazione d'altura in mare era pericolosa
Perché? mi chiedevo ... quelle barche erano state usate dai Glenans in Sardegna e concepite per navigare in mare. Certo con i dovuti accorgimenti.
E così abbiamo iniziato a mettere la prua fuori delle bocche di porto.
Prima fino a Eraclea, poi fino alla Laguna di Caorle, poi è venuto il momento della laguna di Grado Marano ed il delta del Po.
Poi come un Ulisse che vuole oltrepassare le colonne d'Ercole della consuetudine ci prende il sogno di arrivare dall'altra parte dell'Adriatico, in quella costa tanto vicina quanto diversa qual è quella della Croazia.
Un anno arriviamo a sfiorare Pirano in Slovenia ... ovvero ci fermiamo a Grado dopo che una signora della flottiglia con la quale navigavamo si fece male cadendo malamente sulla scassa della deriva del proprio Stag 18.
Ma l'anno successivo in compagnia di un altro Micropomo "ZiTaVa" dell'amico Carlo ci organizziamo e facciamo quella che a tutt'oggi considero la vacanza più bella e avventurosa della mia vita.
L'anno successivo riproviamo l'impresa, stesso percorso e sempre con l'amico Carlo (che nel frattempo si era preso un bel BlueDjinn). Ma nonostante tutto vada bene la vacanza non ha più quel fascino goliardico della sfida con se stessi ... e complice il casino di pseudo-marinai (per lo più italiani) che invadono la costa Istriana con barche che nemmeno sanno condurre (arriviamo quasi a metterci le mani addosso con un equipaggio di Udine per il diritto di usare un gavitello

) ... decidiamo che in Agosto quelle vacanze in Istria non fanno più per noi.
Nel frattempo viene l'opportunità di trasferirci a Bergamo ... per un anno lasciamo Lazy Lady al Circolo Velico Casanova ... ma poi la porto sul lago d'Iseo.
Qui però facciamo fatica ad incontrare altre famiglie che escono in barca e così i miei figli (e mia moglie) iniziano ad annoiarsi ... effettivamente abbiamo mille altre opportunità di stare all'aria aperta ... e così la barca la usiamo sempre meno.
Arriviamo quindi ai giorni nostri.
Un annuncio su Subito.it e sul forum.
Tante richieste di informazioni e 4-5 visite di interessati alla barca.
Alcuni incontri sono stati veramente molto belli umanamente ... nonostante il non acquisto della barca.
Altri invece sono venuti a vederla pensando di trovare una barca pari al nuovo da portare a casa per 2000 € ... ma questo è un classico.
Ecco, stamattina sono tornato a Sarnico per incontrare Daniele, un lettore del Forum che per primo si è dimostrato seriamente interessato al Micropomo.
Mentre asciugo la barca con la spugna per renderla più bella ... mi sembra di essere un padre che porta la figlia all'altare ... ma non sono così poetico come sembra e così impreco a quei maledetti uccelli che hanno preso il pulpito di prua per un WC
Ore 11:30, Daniele non si vede ancora e l'uomo di cantiere mi dice che se voglio mettere Lazy Lady in acqua è meglio farlo subito perché alle 12 lui stacca.
E così faccio, porto la barca sotto la gru, stacco il paterazzo, mollo il lazy Jack per adagiare il boma in pozzetto, passiamo le cinghie della gru e in pochi minuti siano in acqua.
Mentre riarmo il tutto e provo anche il motore arriva Daniele con suo padre Stefano.
Il sole è alto adesso anche se il cielo non è completamente sgombro ... vento quasi zero.
Saliamo in barca e iniziamo a spiegare alcune cose basilari dell'attrezzatura ... almeno per come l'ho adattata io alle mie esigenze.
Partiamo a motore per portarci vicino a Montisola dove il vento è un po' più presente ... nel tragitto ne approfittiamo per illustrare tutte le vele, i trucchi e le soluzioni. prese. Issiamo anche il Jennaker ... è ancora vergine, l'avrò usato 3 volte in vita mia. Per fortuna ricordo ancora come armarlo senza fare pasticci con il rollafiocco a prua, le sartie e le draglie. Issato il Jennaker, nonostante senza bompresso o delfiniera, di poppa e gran lasco ci da una bella spinta ... con pochissimo vento facciamo quasi 4 nodi.
Sono quasi le 13:30 e la fame si fa sentire ... sfruttiamo il traverso esistente per provare l'autopilota ed il tendalino parasole ... ma soprattutto per mangiare qualcosa.
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Commento file: l'ultimo pranzo :-)
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Il vento non è mai stato troppo forte ma viaggiamo tra i 3 ed i 4,5 nodi ... ci siamo portati troppo a nord, è ora di rimettere la prua verso Sarnico.
Arriviamo in banchina verso le 16:30, mettiamo Lazy Lady sul carrello e la riportiamo al suo posto ... nel tragitto incontriamo anche Pierfrancesco, un altro frequentatore del Forum che casualmente passava per il circolo col figlio.
Daniele sembra convinto dell'acquisto ... è troppo tardi per disalberare e preparare la barca per il trasporto.
Ne approfittiamo per sistemare il sistemabile. Via la randa, via il boma, togliamo il motore ... e carichiamo sulla loro macchina gli accessori non indispensabili.
Firmiamo una scrittura privata per "registrare" la vendita e immortaliamo l'evento con un paio di scatti.
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Commento file: passaggio di consenge
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Commento file: La nostra esperienza con Lazy Lady è oramai al tramonto.
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Oramai comincia a fare buio e ci salutiamo ripromettendoci di incontrarci uno dei prossimi weekend per dare una mano a disalberare.
Non mi volto a guardare Lazy Lady quando chiudo il cancello del Circolo dietro di me ... tanto ci vediamo presto per un'ultima (forse) volta.
In macchina sulla via buia del ritorno ripenso a quella giornata bella e amara.
Bella perché la barca l'ho acquistata proprio per usarla così ... con la famiglia o con altri marinai.
Amara perché comunque un pezzo di cuore è e sarà sempre legato alla lei, il primo cabinato della nostra breve ma intensa vita a vela.
Buon vento Lazy Lady ... buon vento Daniele.
3 novembre 2015
Scrivo queste righe sul forum perché sul forum ho condiviso anche tutti i momenti di questa bella avventura.
Cambio pure la mia firma ... ora l'unica barca a vela rimasta è quello scherzo della tecnologia chiamato Mariposa, una deriva pieghevole.
La ribattezzo Lazy Lady II perché un nome non l'ha mai avuto ... ma forse la scelta è solo temporanea. Penso che ogni barca debba avere un proprio nome, una propria anima ... usare lo stesso nome per altre barche è come una pretesa di continuare una esperienza che invece rimarrà unica ... unica come quella che ti può dare una nuova barca.
Ora comincio a guardare su Subito.it per vedere se il destino mi sta riservando qualche sorpresa di una nuova compagna per la vela qui sul lago ... per vedere se da qualche parte una barca ci sta aspettando per dispiegare al vento le sue e le nostre vele.