La quota giornaliera pro-capite di rum era di una pinta (0,4L) divisa in due parti la mattina e dopo pranzo, servita sotto forma di "grog" bevanda composta da acqua, rum, zucchero e succo di limone, la punizione più comune, per alcuni considerata peggiore delle frustate, era la diluizone del grog con 6 o 8 parti d'acqua invece di 3. Era infatti convinzione che aggiungendovi acqua "fino a diventare una bevanda imbevibile" [cit. Patrik O'Brian] il rum non ubriacasse più. In acque nazionali, di solito fino a Madera, il rum era sostituito da birra chiara nella quantità di 1 gallone inglese (o imperiale), circa 4 litri, stessa quantità, ma di vino, nel mediterraneo, nelle indie orientali si poteva utilizzare l'arak (arrack) distillato anch'esso dalla melassa, ma di vino di palma o datteri, molto più forte del rum; la quantità era però la stessa. Alla "quota" si aggiungeva ciò che il marinaio riusciva a portare di nascosto a bordo, di solito otri morbide di cherry (molto apprezzato), ma anche di qualsiasi cosa contenesse alcool.
"Drunken Sailor" Canto tradizionale dei marinai inglesi del diciottesimo secolo, proprio delle ciurme militari anche se normalmente non erano ammessi canti questo veniva ammesso perché considerato, appunto, una punizione per quanti erano ubriachi e incapaci di muoversi e cantato dai, generlamente pochi, in gradi di sollevare l'ancora e riprendere il mare dopo una sosta in porto. I marinai ubriachi venivano solitamente allineati a prua vicino agli ombrinali e inaffiati con l'acqua della pompa a mare, se non si svegliava i compagni lo consideravano un buono a nulla e non erano rari gli scherzi anche pesanti, fino ad arrivare alle sevizie.
Curiosità letterarie, anche se tratte da avvenimenti veri per stessa ammissione dell'autore, i marinai bevevano di tutto. In ben due casi a Steven Maturin vengono vuotati contenutori di animali conservati sotto spirtito, in un caso una mano, in un altro un aspide.
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