Marinai di Terraferma

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 Oggetto del messaggio: Tragico incidente a vela
MessaggioInviato: 10/12/2009, 19:44 
Ancora un tragico incidente a vela. Il ragazzo è rimasto sotto la barca capovolta.
Non ho parole sinceramente per commentare l'accaduto. In queste situazioni a volte preferisco non dire niente perchè non andrei più in là delle solite banalità.

Parlerei piuttosto del rischio scuffia con i nostri barchini e sull'utilità di legarsi alla barca.
Pogoria aveva espresso un pensiero che mi sento di condividere. Legarsi conviene davvero? Se mi trovassi là sotto in panico non so se avrei la lucidità di eseguire tutte quelle azioni utili per potermi liberare. Questa estate un tizio dalle mie parti si è capottato con la macchina in un fosso... non è riuscito a liberarsi dalle cinture (eppure c'è solo da premere un tasto). Per fortuna c'era il figlio che è riuscito a liberarlo...
Dall'altra il fatto di legarsi ti fa sentire più sicuro contro le cadute accidentali fuori bordo...

http://www.julienews.it/notizia/cronaca/incidente-con-barca-a-vela-muore-16enne/37777_cronaca_2_1.html


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 Oggetto del messaggio: Re: Tragico incidente a vela
MessaggioInviato: 11/12/2009, 1:09 
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Iscritto il: 13/11/2009, 20:56
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Località: Povegliano (TV)
Ho visto anch'io purtroppo la notizia: non oso immaginare quello che stanno passando l'istruttore ed il compagno di barca, oltre ai genitori ed ai famigliari, ovviamente.

Per quanto riguarda il discorso di legarsi, non so, credo che dipenda molto dal tipo di navigazione che si sta facendo: io quando avevo l'EC 21 non mi sono mai legato, pero' e' anche vero che non e' che ci abbia fatto queste grandi navigazioni.
Il Limit lo devo ancora provare, quindi non ho idea della sua stabilita' in navigazione e di quanto possa essere portato alla scuffia.

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Matteo


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 Oggetto del messaggio: Re: Tragico incidente a vela
MessaggioInviato: 11/12/2009, 8:08 
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Iscritto il: 14/11/2009, 10:10
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Località: un romano tornato al mare!
Fidi75 ha scritto:
Ancora un tragico incidente a vela. Il ragazzo è rimasto sotto la barca capovolta.
Non ho parole sinceramente per commentare l'accaduto. In queste situazioni a volte preferisco non dire niente perchè non andrei più in là delle solite banalità.

Parlerei piuttosto del rischio scuffia con i nostri barchini e sull'utilità di legarsi alla barca.
Pogoria aveva espresso un pensiero che mi sento di condividere. Legarsi conviene davvero? Se mi trovassi là sotto in panico non so se avrei la lucidità di eseguire tutte quelle azioni utili per potermi liberare. [...]
Dall'altra il fatto di legarsi ti fa sentire più sicuro contro le cadute accidentali fuori bordo...

Ho visto la notizia. Al di là del dispiacere, provo a dire:
- il giornalista al solito non sa quel che dice, almeno così sembra nella sinteticità della cronaca;
- lo sconforto di Pippo dalla Vecchia, che non sa spiegarsi l'accaduto, appare l'unica cosa realistica in tutto quanto riportato.
In generale:
- questo accidente è' un fatto, uno, che vale per sé e non deve far regola;
- se una cosa così può succedere su un 420, piccola, leggera, in condizioni ideali di mare, allora stiamo tutti a casa;
- legarsi serve ogni volta che siamo da soli e ogni volta che a bordo non ci siano almeno due persone abili in mare e a vela;
- qualcuno qui dentro sa bene come la penso sul diffondere, avendo un minimo di autorevolezza comunque acquisita, atteggiamenti e/o regole di comportamento perlomeno discutibili.

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Alberto
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 Oggetto del messaggio: Re: Tragico incidente a vela
MessaggioInviato: 11/12/2009, 10:07 
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Iscritto il: 05/11/2009, 18:02
Messaggi: 3741
Purtroppo le tragedie accadono quasi sempre così, quando meno ci si aspettano. Il tema della sicurezza in barca è scottante e importante e cercare delle soluzioni che siano sempre valide probabilmente è impossibile. Certamente bisogna mettersi nelle migliori condizioni possibili e quella di legarsi con attrezzature idonee quando si è soli è sicuramente una di queste, ma ce ne sono certamente altre. Più in generale la natura può essere estremenete pericolosa e va saputa rispettare, a volte anche accontendandosi di fare solamente ciò che siamo veramente in grado di fare.


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 Oggetto del messaggio: Re: Tragico incidente a vela
MessaggioInviato: 11/12/2009, 11:43 
Credo anche io che si sia trattata di una tragica fatalità ma fa sempre un certo effetto quando si leggono certe notizie.
A prescindere dal fatto che eviterò caldamente situazioni difficili, se mi dovessi trovare in una brutta situazione non preventivata, mi legherei come altre volte già discusso sul forum.
Ho preparato una cima con moschettone da agganciare al salvagente autogonfiabile. La cima è piuttosto corta per evitare appunto cadute accidentali. Mi stavo chiedendo però come potrebbe essere là sotto (sperando ovviamente che non accada mai). E' solo un moschettone è dovrebbe essere piuttosto semplice liberarsi ma là sotto? Scusate se ho riaperto un argomento già affrontato ma credo che certi problemi vadano rispolverati di tanto in tanto...
Grazie a tutti per il contributo...


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 Oggetto del messaggio: Re: Tragico incidente a vela
MessaggioInviato: 11/12/2009, 13:47 
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Iscritto il: 17/11/2009, 12:30
Messaggi: 2171
Località: Ponsacco (pi)
La sotto, e parlo della mia esperienza di windsufista, la cosa è molto semplice, bisogna essere consapevoli che è una cosa che può succedere (in WS più che in barca), e bisogna avere il sangue freddo per stare calmi e liberarsi dai vari impicci che ci possono trattenere. In WS capita spessisimo di cadere e rimanere agganciati al trapezio sotto la vela (spesso la cima del trapezio si attorciglia al gancio). Con mio figlio che esce in WS dall'età di 6 anni ho adottato questa tecnica: l'ho portato in acqua dove lui non toccava e gli ho fatto cadere la vela sopra in modo da fargli provare cosa vuol dire rimanere sotto, poi ho fatto in modo che rimanesse agganciato al trapezio, dopo con le cime attorcigliate. Con questo sistema, provando in sicurezza, lui ora è consapevole di cosa può accadere e di conseguenza si sente più tranquillo e sicuro e sa cosa fare in caso di inconveniente.
Credo che sicuramente l'esperienza, fatta in sicurezza, sia la migliore scuola.
Detto questo, capisco che con una barca come il viko, certe esperienze siano impossibili da provare per capire, ma già conoscere il pericolo può essere di grande aiuto.
Questa è la mia esperienza...

Lorenzo

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Lorenzo


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 Oggetto del messaggio: Re: Tragico incidente a vela
MessaggioInviato: 11/12/2009, 16:22 
Lorenzo hai fatto bene a fare quello che hai fatto con Tuo figlio. Purtroppo sul Viko non si può fare però una simulazione la si potrebbe tentare con altro mezzo. E' vero che manca la componente panico perchè tutto viene fatto in sicurezza però c'è più consapevolezza di quello che ci può attendere. Una cosa del genere la pratichiamo in Wing Tsung(antica arte marziale cinese). Una manata in faccia, ad es, ti può far cadere senza applicare forza perchè ti crea disorientamento che non ti aspetti. Un conto è sentirne parlare, un conto è viverla direttamente... in una frazione di secondo tutto si spegne e ti trovi per terra senza sapere perchè e soprattutto senza sapere come reagire...
Non sapevo fossi un windsurfista. Ho provato questa estate per la prima volta (era una vita che volevo farlo). Mi è piaciuto tantissimo e mi piacerebbe poter continuare a praticare per potermi portare in vacanza la tavola (le mie vacanze purtroppo non saranno mai in barca)...


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 Oggetto del messaggio: Re: Tragico incidente a vela
MessaggioInviato: 11/12/2009, 18:11 
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Iscritto il: 14/11/2009, 10:10
Messaggi: 4574
Località: un romano tornato al mare!
Esperienza in sicurezza: non potrà forse mai sostituire la realtà, ma la speranza è che le cose ti tornino in mente quando serve.
Acquaticità è la parola giusta, credo. Quante volte a scuola ho subìto strambate con tanto di boma in testa o comunque addosso! Avevo imparato a cedere, anticipando il colpo; qualche volta addirittura mi lasciavo cadere in acqua e mi ritrovavo agganciato alla falchetta con l'avambraccio :)
Ancora: una volta, a scuola, esco con sette-otto barche per una gita: in acqua trovo un ex-allievo con famiglia che provava le prese di uomo in mare. Mezza giornata e torno: era ancora lì a provare!!
Ma: almeno una volta ricordo di essermi buttato in acqua in condizioni di sicurezza (aria leggera, acqua calma, e toccavo!) per farmi recuperare da due amici-allievi "esperti". Avrei preso due volte il dritto di prua sulla zucca, se non mi fossi spostato! Non lo faccio più.
Ancora: mi getto in acqua per recuperare un gabbiano impastoiato in una lenza con tanto di amo nel becco. Lo prendo e mi dirigo verso la barca (11mt.) solo di gambe, perché le mani erano impegnate a tener fermo il bestiolo. Quattro facce da bordo mi guardavano, vele a farfalla, motore avanti al minimo (censura...)
E poi questa:
Tramp ha scritto:
Paura: solo qualche volta.
Un FJ nuovo di zecca dei fratelli Cru***ni, che allora erano dei bambini. Scuffiato, aveva scarrocciato fino a puntare l'albero sul fondo, in mare mosso e qualche frangente serio, quando riesco a farmi portare con un gommone sul posto, carico i ragazzi e mi immergo per vedere cosa si potesse fare.
Di raddrizzare non se ne parlava, piena d'acqua (solo mezzo doppio fondo, gavone allagato) vicino costa con frangenti non avrebe navigato.
Decido di disarmare l'albero. Con apnee frequenti ma mai troppo lunghe riesco a togliere prima oggetti vari, disarmare il fiocco, e mi accingo a togliere l'albero, con boma e randa insieme, non trattabili altrimenti.
Più volte, mentre ero sott'acqua a togliere anellini vari dalle lande, il signor gommonauta mi si avvicinava da sopravvento e a marcia indietro per - disse poi - essere pronto a darmi una cima quando la volessi.
Ebbi davvero paura: pre-vedevo un frullato di onda elica gommone vele sartie scotte e... ciccia (la mia).

Quattro urlacci hanno poi risolto, ma non mi è mai passata l'idiosincrasia per i motori:
- se ci sono, devono essere due;
- se governo io è moooolto meglio...

Ma quando impareranno 'sti motoschifari??

E' durata un bel po' e nessun dramma, era volontaria, e sotto la barca rovesciata e nei frangenti pensavo solo a tenermi e tenere discoste le robe contundenti. Insomma è stato possibile, credo senza pericoli tranne il motore (ri-censura).
Insomma esperienza volontaria e acquaticità. E speranza. Ma legati, se appena è possibile.
Sulla lunghezza del cavo di ritenuta avrei dei dubbi. Lungo abbastanza da uscire di lato e solo poi sganciarsi: se "lei" ti lascia uscire, magari è meglio. Troppo corto, rischia forse, ma forse, di farti battere (la testa?) quando cadi.
Ma non lo so...

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 Oggetto del messaggio: Re: Tragico incidente a vela
MessaggioInviato: 11/12/2009, 21:35 
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Località: roma
Non voglio commentare la notizia (provo ovviamente molto dispiacere) perche' tutto puo' succedere anche alla persona piu' prudente. Oltretutto qualsiasi attivita', anche la piu' banale e sedentaria, puo' comportare rischi inimaginabili. Purtroppo (ma anche per fortuna) la vita va vissuta cosi' com'e' cercando di fare il massimo possibile per evitare gli incidenti ma senza che cio' ci condizioni negativamente. In auto sono un tipo prudente, ho piu' airbag che ruote, metto sempre la cintura, ma non mi sogno di avere il roll-bar di sicurezza, ne' il casco e la tuta ignifuga come fanno i piloti. Questo per dire che l'importante e' fare il possibile per minimizzare il rischio di incidenti, senza che cio' renda impossibile il normale svolgimento delle attivita' che si intendono fare.
Oltretutto non e' mai prevedibile la dinamica di un incidente e quindi, l'unica cosa da fare e' (secondo me!) cercare di adottare quelle misure che le statistiche dimostrano come piu' efficaci e, ove possibile, fare qualche simulazione (come giustamente propone Tramp). Per quanto riguarda la barca, io se esco in solitario in genere mi lego abbastanza corto (ho un moschettone a sgancio rapido) . In alternativa, non mi lego e indosso il salvagente con al collo la custodia Acquapac ed il cellulare dentro: in caso di caduta la barca (avendo ed utilizzando spesso il pilota automatico) si allontanerebbe rapidamente ma avrei garantito il galleggiamento grazie al salvagente e potrei utilizzare il cellulare per chiamare aiuto. tutto cio' ovviamente presupponendo di essere sottocosta oppure al lago. Credo comunque che sia meglio legarsi in quanto, con barche semicabinate (tipo le nostre) la probabilita' che si rovescino e' molto piu' bassa rispetto alla possibilita' di una straorzata oppure una sbandata eccessiva e, di conseguenza, e' piu' probabile cadere in acqua piuttosto che rovesciarsi, almeno nelle normali condizioni meteo nelle quali si dovrebbe utilizzare la barca stessa (se c'e' burrasca si rimane a terra).

BV

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Ex: Aura (CNA - Brezza 22 ) http://lamiabarcabrezza22.myblog.it
Gli stolti corrono ove i saggi non osano nemmeno avventurarsi


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 Oggetto del messaggio: Re: Tragico incidente a vela
MessaggioInviato: 12/12/2009, 9:00 
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Perfettamente e assolutamente d'accordo.

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