Marinai di Terraferma

Jo ci racconta di continui temporali, di arrivi all’ultimo minuto in baie dalle poche boe libere, ci fa capire che quando le situazioni meteo volgono al peggio meglio un corpo morto che un’ancora in una baia sperduta. Naviga di ridosso in ridosso, si affatica, spera, e ricomincia………. Mediterraneo che subisce anzitempo gli effetti di una stagione avversa, l’estate forse non ci sarà più per quest’anno. Un meteo raccontato, se non fosse per il caldo, sarebbe da inverno………..Tirreno, buchi di sole infilati tra temporali e libecciate. Quando programmi uno spostamento, guardi dove trovare il peggio e fissare l’arrivo in uno di questi buchi. Situazione che mette incertezza non solo nel presente ma anche nelle idee future………..Entusiasticamente pensi alle navigazioni lunghe, senza l’assillo delle ferie che finiscono…...poi la realtà ti prospetta una corsa alla sopportazione delle condizioni avverse…....Quando si immagina di navigare senza limitarsi nel tempo, ricorrono alla mente le pagine felici dei nomadi a ridosso di baie in Turchia, dei bagni ristoratori, dei pesci presi, dei paragoni con la civiltà abbandonata…..... Ragionando di tempeste pensi ai mari aperti dove la navigazione si ripete di giorno in giorno tra montagne d’acqua, senza un indizio di terra….Da noi, Forza 4 o 5 in mare aperto: Sali scendi chiudi quasi tutto e ti abitui. E’ la congiunzione tra i due elementi: la terra e il mare, condizione necessaria di ogni navigazione a destabilizzare gli equilibri. Francoise racconta di un Moitessier nervoso e irascibile quando doveva arrivare a terra, per poi rilassarsi appena l’ancora teneva sul fondo del mare. Questi giorni, in solitario pensiero, mi interrogo sui miei propositi, non voglio nemmeno immaginare una resa dei convincimenti, ma tutto ciò mi mette di cattivo umore…… forse è solo un equilibrio tra spazio e tempo da trovare.