L’esperienza al lago è terminata, ancor prima nella mente che nel succedersi degli eventi. I lavori per rendere il carrello stradale più funzionale, stanno per terminare. Adesso, saltando da un impegno a l’altro mi accingo a riportare la barca a casa. Pioggia, sole, banchine deserte, vento e aria del lago, notti a bordo: sono stati complici della mente alla ricerca di un modo d’essere che mi liberi da questi attimi stagnanti. Iseo, le sue straducole, i ristoratori sulla soglia in attesa di avventori, la poca gente che di sera scorre accanto alle vetrine spente di questa primavera ancora fredda, tutto è entrato dentro cercando di chiarie le ragioni più lontane e nascoste di questo periodo. Sgomento di fronte al vuoto di cose che riempiono normalmente i propri s pazzi, sovrapposto alla disposizione ad aprirsi allo spazio esterno, a prendere coscienza, con difficoltà, che in futuro tutto ciò che è attorno riempie i tuoi spazzi. Nasce un desiderio sempre più grande di mollare, sperimentare sempre di più cosa significhi lasciarsi andare, relegando in un angolo ogni cosa che adesso fa ancora parte di te…………………
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