Nell'ottobre del '99 sono uscito con il Cramar, come facevo di solito, a caccia di temporali.
Piovigginava e in lontananza si vedevano alcuni fulmini e dei fantastici cumuli che si innalzavano fino in stratosfera, poca aria, ma prometteva bene. Armo subito le 2 mani, il fiocco piccolo, quello pesante e punto verso sud direttamente al centro.
Si alza subito un bel vento tosto e comincio a bordeggiare con la falchetta in acqua con la randa completa.....
[ma quella è un'altra storia]
..... rientro mesto e ammaccato con la barca piena d'acqua mista a ghiaccio, la randa e il boma di traverso mezzi in pozzetto e mezzi in cabina e i brandelli del fiocco sotto i piedi. Sono fradicio e ho un freddo cane accosto alla boa dove c'è il barchino chiudo tutto alla belle meglio e ci salto dentro, ho i piedi in 30 cm d'acqua e grandine, ma chi se ne frega.
Remo lentamente verso il pontiletto del cantiere e ad un certo punto di fianco a me scorgo la testa di un albero che spunta di 50 cm dall'acqua inclinata di quasi 90°, altri 50 metri e in trasparenza vedo un altro scafo adagiato in 3 metri d'acqua, l'albero a fianco con un angolo innaturale. Arrivo a riva tiro il barchino in secco, Marco sta raccogliendo ombrelloni, sdraio e sedie infilati nelle siepi.
[azz mi sto dilungando, vengo al punto]
La prima che ho visto, un Deateti 6000, è stata presa dalla raffica improvvisa al traverso e rovesciata in un nano secondo. Normale succede niente da dire.
La seconda presa in pieno da un fulmine. Dopo avers sciolto tutta la strumentazione in testa d'albero il fulmine è arrivato in coperta a sciolto il puntone in alluminio facendo uscire l'albero che si è sdraiato pur agganciato alle sartie, è quindi sceso lungo il puntale sottocoperta ha raggiunto il log e l'ha fuso provocando la via d'acqua che l'ha affondata.
Quindi non brucia
