Marinai di Terraferma

Forum dei marinai carrellatori
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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Un saluto veloce
MessaggioInviato: 15/10/2011, 16:37 
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Iscritto il: 04/11/2009, 16:08
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Mentre gli altri visitano il paese io mi godo il lungomare
Oggi dopo un breve smotorata abbiamo trovato fino a 30 nodi di vento per essere abituati alle barchine devo dire che siamo stati bravini

Domani si torna a viareggio


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 Oggetto del messaggio: Re: Un saluto veloce
MessaggioInviato: 15/10/2011, 16:40 
?????? Mi devo essere perso qualcosa.... dettagli per favore!!!


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 Oggetto del messaggio: Re: Un saluto veloce
MessaggioInviato: 15/10/2011, 16:40 
?????? Mi devo essere perso qualcosa.... dettagli per favore!!!


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 Oggetto del messaggio: Re: Un saluto veloce
MessaggioInviato: 15/10/2011, 20:18 
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Iscritto il: 04/11/2009, 16:08
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Niente di che si è noleggiato a Viareggio per andare in capraia e poi siamo andati qui

Magari si organizza insieme se volete


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 Oggetto del messaggio: Re: Un saluto veloce
MessaggioInviato: 15/10/2011, 20:24 
Vogliamo... :D


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 Oggetto del messaggio: Re: Un saluto veloce
MessaggioInviato: 16/10/2011, 6:29 
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Località: un romano tornato al mare!
"qui" dove?

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Buon Vento!
Alberto
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Il più bello dei mari è quello che non navigammo (N. Hikmet)


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 Oggetto del messaggio: Re: Un saluto veloce
MessaggioInviato: 17/10/2011, 9:21 
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Tramp ha scritto:
"qui" dove?



Eggià i forum non hanno localizzatore :oops:


Portovenere. Mooooolto bello in autunno.


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 Oggetto del messaggio: Re: Un saluto veloce
MessaggioInviato: 17/10/2011, 14:01 
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Iscritto il: 04/11/2009, 16:08
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Si può fare 850km in un week end per uscire in barca? Certo che si, e a questo proposito una breve divagazione in cui vi esorto a fare il raduno ;) , siamo partiti da Milano all'imbrunire di venerdì e ci siamo velocemente diretti a Viareggio, dove un SO40 dal nome caotico ci aspettava all'ormeggio; fatto incredibile pur partendo dai 4 angoli delle province varesotte e prendendo strade completamente diverse siamo giunti tutti con un distacco di 10 minuti.
La barca era prontissima, la meteo purtroppo incerta. La meta Capraia con il passare dei minuti è diventata sempre meno plausibile e alla fine si è deciso di non uscire in notturna e di partire l'indomani per il più semplice golfo dei poeti.
Ottima scelta perché il previsto NE che ci avrebbe spinto allegramente per poi però impedirci di tornare si è tramutato in una lieve termica da est che ci avrebbe costretto a 50 miglia di frestornante motore.

Così alle 9 del sabato fatti i controlli prevolo ci disponiamo ad uscire dall'ormeggio con il sottoscritto eletto suo malgrado a responsabile del timone con delega alle fiancate. Condizione quella dello skipper che finche non ti capita non è descrivibile.
Come detto usciamo, sono io al timone, ma l'equipaggio non è certo neofita, anzi potremmo dire che sono proprio io quello con meno miglia all'attivo, così le vele si dispiegano immediatamente senza nemmeno una parola e la barca inizia a muoversi paciosa verso la meta prefissata. Purtroppo o per fortuna il vento di lascia che non siamo nemmeno a metà strada, purtroppo, ma per fortuna non c'è nemmeno un'ondina e così si può dispiegare un altro genere di ali: le ante del tavolo del pozzetto atte a contenere quelle poche e povere cose che si sa il velista porta sempre con se. Prima compaiono dei timidi taralli e dei semplici pistacchi poi come se richiamati si aggiungono mozzarelle di bufala, prosciutto di montagna, cotto alla brace, pane di altamura, caciottine, bianco frizzante e acqua gassata.
La concentrazione è comunque massima e l'equipaggio è lesto a far sparire tutto al primo segnale di aumento della termica, così verso le 12 a meno di 5 miglia dal golfo ecco che il rinomato e caratteristico vento delle montagne spezzine si fa sentire, solo nei primi istanti è timido e quasi subito si dimostra gagliardo e adatto alle capacità dell'equipaggio che con al massima tranquillità contiuando a chiacchierare del più e del meno inizia le operazioni di riduzione prima del fiocco e quindi della randa alternandosi a tutte le manovre e naturalmente anche al timone. Bhe al timone quasi visto che alla fine ce lo litigheremo solo in due.
Così a forza di bordi fantastici anche grazie alla randa più che nuova alla sua prima uscita entriamo nel golfo e qui dopo aver messo un paio di volte la falchetta in acqua prendiamo anche la seconda mano e ci dirigiamo prima verso Portovenere e quindi entriamo nel vero e proprio porto per un veloce passaggio a Le Grazie cercando di vedere qualche bel veliero.

Solo verso le 16 ci rendiamo conto che il vento ci ha stancato, non siamo più dei ragazzini, ed è l'ora di trovare un comodo approdo. Le soluzioni del golfo sono molte, ma solo una ci pare adatta al nostro spirito un porto vacanziero degno del nostro spirito di marinai dèlite, Portovenere.
Ci avviciniamo con il vento in poppa spinti da un apparente fisso sopra i 20 nodi, chiamiamo e ci indicano il molo dove un addetto è già pronto a ricerverci; prua velocemente al vento per ammainare e quindi molto lentamente entriamo nella darsena che agli occhi del timoniere appare più stretta del solito. Con la poppa al vento riesco a malapena a trannere le 10 tonnellate della barca e di girarsi per accostare di poppa non se ne parla per l'esiguo spazio in caso di un brandeggio incontrollabile, faccio quindo marcia indietro alcune volte provando mentalmente l'accosto fiducioso soprattutto dell'equipaggio che è già tutto ai propri posti di controllo senza che nessuno di noi abbia proferito parola. Eccoci quindi: con la prua a 3 metri da pontile mantengo la poppa al vento con poco motore e giocando di timone mentre le cime vengono passate al pontile e la trappa portata a poppa. In men che non si dica siamo fermi e in sicurezza, spengo il motore e solo in quel momento mi rendo conto di avere la salivazione azzerata.

Non ci rimane che una visita al caratteristico paesello per poi goderci finalmente una meritata pasta al pesto.


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 Oggetto del messaggio: Re: Un saluto veloce
MessaggioInviato: 17/10/2011, 17:27 
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Iscritto il: 16/11/2009, 9:24
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Si può fare 350m in un week end per uscire in barca?

Certo che si, siamo (plurale maestatis) partiti da casa all'imbrunire di domenica e ci siamo velocemente diretti al porto, dove un micropomo ci aspettava all'ormeggio.

La barca era prontissima, la meteo gagliarda. La meta prefissa con il passare dei minuti è diventata sempre meno plausibile e alla fine si è deciso di uscire comunque per una perlustrazione senza meta.
Ottima scelta perché il previsto NNE che ci avrebbe spinto allegramente, si è rivelato ben piu' teso del previsto non appena messo il naso fuori dal porto.

Così alle 15 della domenica fatti i controlli di rito ci disponiamo ad uscire dall'ormeggio con il sottoscritto eletto a responsabile del timone, vele e manovre con delega alle fiancate. Condizione quella dello skipper singolo che finche non ti capita non è descrivibile.

Come detto usciamo, sono io al timone, me alle vele, ancora io alle manovre.... solo, con un vento gagliardo che soffia forte gia' in porto.
Ma l'equipaggio non è certo neofita, anzi, così le vele si dispiegano immediatamente senza nemmeno una parola e la barca inizia a muoversi rapida verso la meta prefissata.

La concentrazione è comunque massima e l'equipaggio è lesto a lascare la randa al primo segnale di aumento del vento, così verso le 15 ecco che il rinomato e caratteristico vento del nord est si fa sentire, subito si dimostra gagliardo e generoso, gli anemometri a terra misureranno una media di 16 nodi con raffiche fino a 30 nodi, per me sara' un apparente dai 20 ai 35 nodi.

Siamo ad una bella bolina larga, un'occhiata al solcometro, 5,5 nodi non male.. si alzano gli occhi e si vedono sfilare le bricole ad una velocitá spettacolare, il GPS del cellulare segna piu' di 7 nodi.. siamo a favore di corrente, parecchia a quanto pare.. ma non dovrebbero esserci problemi di sorta per il ritorno, la potenza non manchera' di sicuro, anzi e' proprio quella ad impensierire. Siamo in una bolina larga e gia' nelle raffiche la barca si siede con la randa completamente lascata e il boma che sfiora l'acqua; cosa succedera' piu' avanti dove la bolina dovra' per forza di cose essere stretta per restare in rotta?

Ma non importa, al momento la situazione e' sotto controllo e la rotta piega verso un lasco. Lo scafo si raddrizza, il fruscio dello scafo si fa piu' forte, tanto forte da competere quasi con il fischio del vento, l'onda a poppa diventa importante, si avverte un leggero tremolio sotto i piedi.. una sorta di fremito.. ancora un occhiata al solcometro.. 6,2 nodi.. accipicchia...
IL bordo termina in un attimo.. lo scafo mangia metri ad un ritmo forsennato.. il GPs segna 8 nodi..
E' ora della bolina stre..... ourch.. troppo.. lasca... niente da fare... restiamo sdraiati con la randa che fileggia... secondi interminabili..
Troppa tela.. non c'e' dubbio...

Ma l'equipaggio non si lascia intimorire, con la quella tranquillità incosciente inizia le operazioni di riduzione della randa alternandosi a tutte le manovre e naturalmente anche al timone. Bhe al timone quasi visto che alla fine ce lo litigheremo solo in due io e me stesso.
Orziamo, prua al vento, nei pochi secondi di immobilitá che il letto del vento concede (non ci si puo' mettere alla panna col fiocco autovirante...) si lasca la randa e si cazza la borosa, ma il tempoa disposizione e' gia' finito, la barca ha gia' ricominciato a macinare metri... un'occhiata in giro ed ecco una meda a tre, due metri sottovento... bisogna girarci intorno... rapidi al timone... poi di nuovo con la prua verso il vento per ricazzare la drizza della randa e terminare la manovra, il lazybag fara' il resto.
Fatto. Tutto a posto.

Ora va meglio.. velocita'.. 5,5 nodi esattamente come prima, ma ora siamo tranquilli con la randa e il fiocco che portano senza sventare.
Anzi, adesso posso giocare con le raffiche.. vediamo fin dove possiamo arrivare...
Arriva la raffica.. un rapido sguardo alla bussola dove c'e' l'inclinometro.. 30 gradi di sbandamento... avrei detto molti molti di piu'...
ma la misura e'quella... e mi stupisco di come la barca resti governabile, come nulla fosse, come se l'unico ad aver problemi con un simile sbandamento sia il coraggio dell'equipaggio.. forse e' proprio cosi'... provo a orzare leggermente... risponde docile... un altro paio di gradi di sbandamento.. 6 nodi.. puo' bastare.. laschiamo e ritorniamo in assetto...
Anche perche' il motoscafo che arriva di fronte vendendoci cosi' inclinati gia' pensava al peggio e ha deciso di passare ben alla larga..

Pero'.. pero'... ci pareva di aver notato uno strano effetto secondario.. quando la barca sbanda oltre i 25 gradi..
Riproviamo alla prossima raffica, eh si.. e' proprio cosi': oltre a sbandare la barca ruota su se stessa alzando la poppa e abbassando la prua; d'atronde e' difficile stare in equilibrio su una superficie a cucchiaio come e' lo scafo inclinato cosi' tanto, o si va da una parte o dall'altra... e visto che il fiocco spinge a prua... e' li che lo scafo si appoggia...
l'effetto e' alquanto strano... invece di inclinarsi ulteriormente lo scafo si appoggia letteralmente sull'opera morta di prua e a poppa ci si sente sollevare.. ci preoccupa la portanza del timone.. riusciremo a controllare lo scafo con il timone cosi' sollevato?
Proviamo... poggia, orza.. risponde... comincia a stallare... ma risponde ancora.. siamo al limite.. meglio lascare la vela e non approfittarne troppo, per oggi ne abbiamo gia' imparate abbastanza.

Non ci rimane che una visita al caratteristico paesello per poi goderci finalmente una meritata cena con la famiglia.
Domani riporteremo questa "scoperta"...


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