IL fatto, a mio modo di vedere alquanto grave, è questo:
una persona fa una buona azione. E' tassativamente prescritto dai protocolli che il beneficiario ed il benefattore non si devono conoscere. Accade invece che il beneficiario, avendo saputo almeno alcune notizie di base, cioè la provincia di residenza e la giovane età del benefattore, lo ringrazia pubblicamente su FB come suo salvatore, descrivendolo con queste sommarie caratteristiche.
Tra i due non c'è e non c'è stato alcun contatto diretto; ma in una o due giornate la notizia, rimbalzando da un "mi piace" all'altro, arriva dove non doveva arrivare, cioè a coloro che invece conoscono direttamente il benefattore, i suoi amici. Adesso tutti lo sanno, anche se direttamente i due non si conoscono. Volendo, qualcuno potrebbe e potrà da ora in poi, e per sempre, "svergognare" pubblicamente i due protagonisti.
Ora, la cosa di questo esempio non è certo vergognosa, anzi; però è riservata, e giustamente. Il fatto che, finché campa Fb ed anche oltre, questa informazione riservata viaggi sui server, non va bene. Pensa se fosse invece una cosa (giudicata) vergognosa, oppure un comportamento vile, oppure un reato: in capo ad un giorno lo sanno tutti. E lì rimane, per sempre; strumento di pressione e di ricatto su ciascuno di noi, in eterno; al quale ci si consegna per leggerezza, per autocompiacimento, per allegria.
E' molto inquietante.Soprattutto in un contesto in cui tra cella telefonica, navigatori GPS, telecamere, carte bancomat , email, post sui forum, etc, ogni nostro movimento può essere tracciato, un viso può essere riconosciuto, un comportamento od una opinione può essere "attenzionata" ....
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