Dalla vetrata del bar sulla piazza, presso la riva, oltre gli alberi del marciapiede: dove sosta in divieto la macchina con attaccata la barca l’ultimo lago grande su cui non ho ancora navigato. La vetrata riflette i vari strati di umore che gli avventori anno lasciato con le mani mentre ammiccano e salutando i passanti che copre la foschia con abbagli di luce, l’isola di fronte diventa nera e sulla riva opposta, appena si distingue il profilo delle prime alture dominate da una cattedrale. Poco più in basso la riva dalla nostra parte inizia a salire con un torrione rotondo poi la macchia e la costruzione chiara con le due estremità a torretta e subito dopo l’incipit di un castello e la sua torre. Devo chiedere a Francesco che posto è. Francesco, chissa se lo vedo, sono arrivato questa mattina: ho guidato tutta la notte in quello stato di ebrezza che si prova all’inizio delle ferie…………
|