Parlando di dotazioni e scuffie mi torna sempre alla memoria l’espressione di sgomento degli amici imbarcati quando con Sandro,L’armator e del Sen_Kiss (13 metri da crociera, rollafiocco strallo di trinchetta timone a ruota,manovre tutte rinviate in pozzetto) abbiamo deciso di portare più vicino l’autogonfiabile: liberandolo di tutte le autoritenute e attaccare la sagola di azionamento ad un candeliere. I giubbotti li avevamo già indossati dalla mattina. Stavamo tornando da Alicante; traversavamo lo stesso tratto di mare, anche se in senso inverso, dove qualche anno prima si era inspiegabilmente inabissato il “Parsifal”( bellissima barca di Sciarelli appena uscita da una manutenzione/risistemazione nei cantieri di Sangermani a Lavagna . P.S. brutto presagio che abbiamo somatizzato in Sardegna appoggiati al bancone del bar mentre smozavamo il rollio rimasto nelle gambe ). Le nuvole più basse, nel cieloviolaceo, erano strappate dal vento, l’orizzonte spariva continuamente dietro le onde, il mare aveva una densità ed un colore insolito: sembrava ghisa attorno allo scafo, la spuma delle creste, opaca, scrosiava giù con un rumore più di frana terrosa ancichè d’acqua. Il Sen_Kiss è piatto di scafo, bella deriva, con uscita di poppa generosa, baglio massimo appena arretrato, timone ellittico appeso, senza skeg : Nei bei salotti,disteso tra cuscini morbidi diresti: fatto apposta per surfare sulle onde .Avevamo ridotto la velatura ma non fino al punto di penalizzare la velocità. Con quello scafo, quel timone che hanno bisogno di portanza per tenere la barca in rotta sensibile e ricettiva, cercavamo un equilibrio di assetto salendo sino ad una bolina estrema, vicino allo stallo, per parare le situazioni più brutte.Comunque avevamo già accusato due straorze: in poppa: quando un’anda traversa entra sotto lo scafo e viaggiando alla stessa velocità tutte le situazioni si modificanio di colpo: il timone sembra essersi staccato, manovri e non lo senti, la pressione del vento sulle vele porta via la barca in un carosello incontrollato; mezzogiro con il fiato in gola, poi l’onda si allontana, esce da sotto loscafo, ed il sangue riprende a scorrere. Perché eravamo fuori con quel mare? Perché le previsioni meteo ,anche quelle Francesi (a detta di tutti più precise), davano si tempo brutto ma in attenuazione e più vocino alla Sicilia: lontano da dove stavamo navigando. Situazione difficile senz’altro fuori dai pensieri dei carrellatori, se non altro per dimensione e tipo di barca: Il Sen_Kiss tornava da una traversata oceanica: aveva svernato alla Martinicca e noi lo attendevamo in Spagna. Però quando leggo nel blog le considerazioni sui comportamenti con tempo brutto pondero sempre lo stato d’amimo personale che mi porterebbe a non essere catastroficamente previdente e l’espressione degli amici rimasta nella memoria. Difficilmente a questo puinto sono ingrado di dare una ricetta, mi sovviene solo la frase più retorica: se uno si trova in quelle situazioni deve sentirsi ancora padrone del proprio destino e se sente necessario il sacchetto di Paddy è giusto che quel sacchetto ci sia.
|