Voglio raccontare qualcosa che contribuisce (anche se non so come..) al dibattito che hai sollevato.
Nel 2007 ho cambiato lavoro: ho smesso da allora di andare in ufficio e lavoro "in ufficio" da casa, al PC, per programmare la mia attività e redigere preventivi e rapporti. Tre giorni alla settimana vado in giro, facendo i sopralluoghi (come sai) e anche moltissimi Km, non a spese mie, per l'auto, ma per la schiena si...
Ho dovuto cambiare perchè in quell'ambiente o mondo (e non solo) le cose andavano male; ho preso questo lavoro perchè mi dava la possibilità di non essere fisso in nessun luogo, ma solo in un'area che definirei a malapena da quanto è grande: dal Triveneto a Frosinone, per capirci. Guadagno parecchio di meno, ma la casa dove abitiamo è nostra, e il riscaldamento lo accendo solo al pomeriggio, quando ci sono le figlie...
Nel Dicembre 2009, mia moglie (tecnico, e Quadro in una media fabbrica) è stata costretta ad accettare la mobilità, vale a dire il licenziamento; da allora ad oggi in casa entra solo il mio stipendio + la sua indennità di 800 euro/mese. Come dire da benestanti a nuovi poveri nel giro di due anni.
Non ci facciamo mancare niente, sia ben chiaro: la seconda casa e la barca l'avevamo già, gli sci e la piccozza anche, l'auto per trainare l'avevamo comprata, nuova, giusto un mese prima.... Alle spese "voluttuarie" si sta attentissimi e le pulizie in casa le faccio io, il sabato mattina; la più grande, Francesca stira i panni (i loro, i miei li piego e basta); e si va avanti bene lo stesso, le vacanze-studio all'estero delle figlie pesano un po', ma i risparmi sono lì per questo no? e loro a scuola sono bravissime.
Con mia moglie in quel primo suo "anno sabbatico" abbiamo fatto molti castelli in aria: comprare una barca ed andare a viverci sopra, magari a Rimini, e gestire un bar "stagionale"; tanto le figlie presto andranno all'università (ma non subito..) e chissà dove, forse all'estero...
Insomma tutto è rimasto sospeso per aria, per un lungo (e bello) anno; dopo tanto tempo, ritrovarsi nel letto insieme la mattina, quando le figlie sono a scuola; fare una passeggiata di un'ora con il cane, al mattino, sull'argine del fiume, e fare ginnastica all'aperto (niente palestre= niente costi). Parlare molto, e fantasticare. E' bello.
Adesso la Giò si è decisa, ed ha intrapreso con un socio una nuova attività, grazie ad un finanziamento destinato ai disoccupati; speriamo in bene, e intanto abitiamo sempre qui in casa e la barca per viverci è rimandata al chissà. Cova dentro di me la voglia di darci un taglio, e la consapevolezza che presto dovrò farlo, perchè ho 52 anni e non reggerò ancora a lungo in questa occupazione sottopagata e faticosa. Aspetto ancora qualcosa che deve accadere, e che mi darà la spinta che manca.
E intanto leggo le tue parole, e rimugino e penso
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