Il lago continua a scendere e l'ansia a salire. Devo andare a vedere.
Fa un freddo bidello, perché poi e che centrano i bidelli, ma da noi si dice così, quindi aspetto di non poter più andare, mi alzo tardi, mi vesto leggero, vado al mercato, compro tante cose fresche che vanno messe in frigo, torno a casa.
Sono ancora solo le 11. "Ma non vai al lago?".
Fanculo, metto la cerata e parto.
Benzina, 20 euro, il serbatoio è bucato e non ne posso mettere di più, ma cambiarlo non se ne parla.
100 km/h, di più non si va, ho inserito il limitatore da quando sono partite le bronzine.
A mezzogiorno arrivo al lago. La barca c'è, le vicine sono lontane, sembra dritta, caffè.
Non ho molta voglia di salire in barca, ma ormai sono qui. Metto il cellulare nella custodia stagna e monto sulla delfiniera attento a non scivolare sul ghiaccio; avanzo con circospezione appoggiando i piedi su gallone e cardini, sul metallo il ghiaccio si scioglie.
Il telo è spostato, al solito sarà stato il vicino che si trova comodo a salire usando la mia e non lo riaggancia mai, apro il tambuccio e dentro c'è un po' d'acqua, forse un litro sotto al lavandino, pochissima in sentina, qualche goccia congelata sui cielini, un lieve odore di muffa; non c'è niente che possa fare, senza il telo dal finestrino percola dentro e cambiarlo è un lavoro fuori dalle mie capacità. Accendo la stufa e mi metto ad asciugare, mentre le ali di pollo prese al mercato si scaldano, birra all'odore di sentina, però ghiacciata.
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Fuori è freschino e nuvoloso, nonostante la previsione di sole, però c'è un po' d'aria e quindi sono costretto ad uscire. Accendo il motore, che dopo il primo tagliando fatto da me in 10 anni,o forse viste le incrostazioni nel carburatore forse è il primo tagliando fatto in assoluto, finalmente parte al primo colpo; faccio scendere la deriva e libero il timone, apro la sacca della randa e sono pronto. Retro, folle, cambia timone, avanti, tutta la barra a dritta e si esce dall'imboccatura.
Vento sui 4, 5 nodi, da NO, scapolo le boe Brovelli e mi metto al vento per issare la randa, poggio e parto ancor prima di aver spento il motore; spengo e apro il fiocco; mentre la barca viaggia da sola al traverso scendo a prepararmi un caffè, il bollitore è ormai caldo.
Con il caffè caldo lascio che prosegua verso Arona in un vento, ovviamente, calante; ormai sono fuori e non posso rinunciare, mi metto alla cappa e armo il circuito del code zero e con questo finisco il bordo vero il Piemonte fino a che il vento muore del tutto e rimango a ciondolare davanti alla passeggiata di Arona.
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Mi guardo in giro, aspettando, il sole è arrivato, giusto in faccia, e mi preclude la vista del paese. Però vedo verso sud e noto un paio di barche che si muovono, avvolgo il code e a motore vado in quella zona.
Vento zero, forse 2 nodi, mure a sinistra procedo al traverso a 1 nodo scarso, birra, fino quasi davanti al vecchio porto dove incrocio il Ghiro, qualcuno lo ricorderà come barca appoggio del Micro Raid Verbano, amici di lunga data, ci salutiamo, 4 parole di beneaugurio e poi ognuno per la sua strada; il vento aumenta.
Stringo e orzando trasformo i 3 nodi in 4 o 5 così da far muovere la barca ad una velocità decente, rimando sottovento per farla sbandare un pochino, rimane più stabile al timone se si appoggia di lato.
Giusto due bordi di bolina e in mezz'ora riguadagno la layline del porto, ultimo bordo fin quasi al campo boe, quindi ammaino, avvolgo e preparo tutto per l'ormeggio.
Entro agile e forse un po' sgarzolo, ma sono abbastanza stufo e ho freddo, agguanto al pelo il gavitello un istante prima di infilarmi sul gradino in cemento, dò volta e corro a prua per prendere le cime a terra; ho detto un attimo prima? Intendevo uno dopo, spostando il mio peso la prua che era sollevata si appoggia sul gradino semisommerso su cui era abbondantemente arrivata. Poco male è robusta, credo, e poi non striscia ma si appoggia.
Tolgo il code, le scotte, l'avvolgitore e scendo in cabina per farmi un cordiale, dopo tutta questa fatica me lo merito.
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Scendo dalla barca dopo una mezz'ora, un rapido controllo agli ormeggi dei vicini e posso andare finalmente a casa.