Marinai di Terraferma

Pensavo di essere iperteso, avevo i battiti a piu di 90 al sec,spesso avevo vertigini mi affannavo facilmente!!!!Ho scoperto di soffrire di crisi di panico!!!!ho avuto una crisi che non auguro nemmeno al mio peggior nemico. Ora capisco perchè amo cosi la vela, in passato bastava salire sulla mia barchetta che mi passava tutto. Ora sono antidedressivi e sto da schifo, mi fanno più male che bene.
Neanche la settimana bianca che ho programmato da tempo per la prossima settimana mi libera la mente. L'unica cosa me mi riuscirebbe fare è imbarcarmi su una barca e partire senza meta, se solo avessi le possibilità economiche per sapere che i miei cari stavano tranquilli, lo farei senza batter ciglo. Ma sono costretto come tutti quasi noi ad alìzarmi la mattina mettermi in tiro, munirmi di grande sorriso e andare a lavorare su e giu per il trentino e veneto , 3 giorni la settimana di hotel, ristoranti e sempre solo con i miei tarli, anni fa' un mio ex direttore ci fece vedere una slide : TARGET = stato d'ansia permanente!!! ci sono riusciti!!!!
Ma io ho la pelle dura, bruciata dal sole, non mollo!!! e tra non molti giormi mettero la barca in funzione e il sabato e la domenica mi curo con delle belle raffiche di vento.

Piero, mi spiace...non so che dire. Coraggio...è una bolina dura, a volte la barca sbanda troppo e ti sembra di perdere il controllo ma arriverai al giro di boa...

Sono nuovo di questo forum, e non vi conosco neanche un po', mi scuserete se mi permetto di fare questo intervento, da velista e da psicologo...
Vedi di mettere al più presto la barca in acqua, che è la cosa migliore che puoi fare. La vela restituisce il contatto con la realtà, ti mette in una condizione di sfida leale, in un ambiente che ha certe condizioni, le conosci e reagisci di conseguenza. La barca da dei feedback che restituiscono un grande senso di autocontrollo e serenità... gli antidepressivi non sono per forza il diavolo, ma sono solo uno strumento per permetterti di reagire, e vanno usati con precisione chirurgica.
Se ti va possiamo parlarne più approfonditamente, sempre a disposizione...
Dalla barca non si scende, alla cappa che la tormenta non è per sempre!

Ciao Piero, mi fa piacere risentirti anche se io non sono di sicuro la persona più adatta a consigliarti. Credo che ciascuno di noi abbia, in un modo o in un altro, le sue forme di ansia e di depressione più o meno latenti, questa società difficilmente lascia scampo ed è inutile ricordare gli esempi degli ultimi giorni, bellezza, talento, ricchezza, fascino, notorietà finiti in un bagno d'albergo tra droga ed alcool. Ci possiamo chiedere il perché e dare una risposta? Hanno detto di tutto su quest'ultima perla di una lunga collana ma nessuno si è azzardato a dare una spiegazione plausibile.
A me personalmente la vela, come lo scrivere, è quello che mi ha aiutato di più ma bisogna fare anche attenzione a non crearsene una frustrazione. Anch'io sono partito da grandi progetti e tanti sogni ma via via mi sono dovuto ridimensionare e puntare verso obiettivi più contenuti apprezzando ciò che ogni giorno riuscivo a conquistare. Certo i sogni rimarranno sempre tali ma è anche inutile rincorrere delle chimere, bisogna cercare di mettere ogni tassello al proprio posto come un "puzzle" dei più complicati e difficili. Come hai detto te bisogna essere dei combattenti determinati e combattere le proprie battaglie nel campo di combattimento che la vita ci ha posto di fronte. Sognare di fuggire in barca a vela sarà la soluzione per altri ma non la nostra, non è possibile, come non è possibile fare tante altre cose che vorremmo.
Ultima cosa e non so se c'entra, la vela e la barca devono essere un sollievo ed un divertimento, non importa dove, non importa quanto, non importa come, l'importante è che non ci crei altre preoccupazioni e frustrazioni. E' per questo che fin dall'inizio e dalla nascita del sito dei MDT ho sempre detto che deve essere libera, ognuno come vuole, ognuno come può permettersi di viverla, guai ad imporre il proprio modo, da carrellatori o non, da posto fisso in banchina o da attraversata oceanica, ognuno deve essere libero di vivere la vela come può.
Ti sei presentato con una famiglia stupenda, un barchino ed un piccolo lago meraviglioso in cui ogni tanto veleggiavi, la tua vista è già un sogno.

Dai Piero la barca è in acqua vero? Programmiamo subito un'uscita così ti metto addosso una tal paura che l'ansia ti sembrerà una cosina da nulla


P.S. so come ti senti, dopo l'incidente ho avuto per anni stati di panico. Più che prendere medicine fatti aiutare.

Coelum non animum mutant qui trans mare currunt

occhio che non fuggi da te stesso, neanche con la barca.


per sdrammattizzare, come programma non mi sembra malissimo comunque tutta la settimana su e giù per alberghi e ristoranti del veneto e del trentino

Piero, hai tutta la mia comprensione e con-passione (non pietà ma condivisione del vissuto).
Per fortuna da quanto dici traspare un bello spessore, che è quello che ci vuole per applicare qualunque cura.


@ margutte: ho cancellato la parte condivisibile... ma per una volta sembra tu qui sopra non sappia bene quello che dici : ho girato per lavoro senza responsabilità di vendita, e per pochi giorni alla volta, e non è divertente affatto, salvo le (rare) scoperte cui accenni (cibo ) e magari luoghi e panorami.
Ma tutti i giorni e di corsa è una tortura.
(E lo so che scherzi... )

Scusate un altro intervento da outsider che non conosce nello specifico le situazioni...
In generale non credo che la barca serva per fuggire da se stessi, non deve essere la fuga il fine della navigazione. Serve proprio per avere un contatto reale col mondo e con se stessi, cosa che spesso si perde con l'alienazione che porta il lavoro. Non è una questione di fuggire, ma di "ripigliarsi un attimo"...

Ho trovato! Si fa un'altra notte con Max?

ho girato per lavoro senza responsabilità di vendita, e per pochi giorni alla volta, e non è divertente affatto, salvo le (rare) scoperte cui accenni (cibo ) e magari luoghi e panorami.
Ma tutti i giorni e di corsa è una tortura.

immagino