Oggi su solovelanet hanno pubblicato questa:
Barche in fuga dai porti italiani
Tassa di stazionamento
27 mila barche italiane hanno abbandonato i porti nazionali
L'Ucina (confidustria nautica), ha reso noto oggi, che secondo un'indagine dell'Osservatorio Nautico Nazionale, al 31 gennaio 2012, sono state 27 mila le barche battenti bandiera italiana ad abbandonare i nostri porti .
Il danno complessivo per i porti turistici, calcola l'Ucina, sarà di circa 1,5 miliardi di euro, mentre il mancato indotto generato dai superyacht la prossima estate, arriverà a 210 milioni di euro. La tassa di stazionamento e le sue conseguenze, stanno mettendo a rischio investimenti portuali per 1,4 miliardi di euro e 8.900 posti di lavoro.
Un rappresentante dell' Ucina ha dichiarato: "A fronte di un gettito, peraltro assai incerto, stimato in 210 milioni di euro, stiamo causando un danno pari ad almeno un miliardo e mezzo di euro."
La Confindustria nautica, a nome di 11 diverse associazioni del settore, ha chiesto al governo, approfittando dell'esame del decreto legge liberalizzazioni, di rivedere profondamente la tassa stessa al fine di non incorrere nell'errore che già fu della vecchia tassa di stazionamento, quando si dimostrò che i danni recati e le spese per la sua riscossione erano di gran lunga superiori al gettito apportato alle casse dello stato.
Questo mi fa riflettere:
chi ha partorito questa magnifica idea, non ha previsto questo effetto, oltre a non aver pensato che il tributo poteva essere legato all'immatricolazione, dato che è dovuto dai possessori di imbarcazione e non di natante?
Esiste un RINA, per cui essendo un registro, che già costa allo stato il mantenimento in essere, lo si poteva rendere utiile anche per incassare la tassa.
Questo avrebbe evitato il suddetto efetto.
E pensare che non sono neanche un legislatore
