Metà anni '70. Ne avevo 7 così, ad uso della scuola di vela. Rigorosamente in compensato marino, e gialle, manco a dirlo. Luciano Gavazzi, il costruttore, quando alla consegna delle prime due scavalcò l'argine dell'Albegna mi disse: "Hai trovato l'oro!!". (E qui mi domando perché Lorenzo non ci fa una capatina dentro, è a due passi da Talamone..) Posto in spiaggia per le barche a secco (ma oggi ci sono anche moli galleggianti), fiume per varare, fondo, e timoni a pala fissa (primi metri col prodiere che va senza timone e il timoniere che suda camicie per innestarlo prima di dover virare) uscita in bordi di bolina non più lunghi di 10 mt. ciascuno; rientro a terra con solo fiocco su frangentino e mano alla deriva e alla pala, guai a toccare terra con la prua!! Nella prima settimana di corso, sul Caravelle, dovevamo farne di lavoro (e buono) per far sì che gli allevi non distruggessero i Vaurien nella seconda... Ma la notte ogni tanto trovavamo qualche allievo in piedi sulla prua del letto: "Ma cazza 'sto fiocco, ti ho detto!!..." Della barca, due particolari la datano perfettamente: negli anni '80 il paraonde fu ribassato fin quasi a sparire (h circa 2 cm), e le panchette presero un profilo curvilineo longitudinalmente. Dimenticavo: l'albero era di legno, il vang rudimentale, 1:2...
_________________ Buon Vento! Alberto ________________________________________________ Il più bello dei mari è quello che non navigammo (N. Hikmet)
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