Vuoto. Non c’è nessuno, come la riva del mare e la spiaggia irta di rami, in questa stagione. Ed io cammino, scalzo sulla sabbia elastica della riva, il mare, immobile, ogni tanto bagna la linea immaginaria che percorro. Non è freddo è solo deserto. La montagna ancora scura nel chiarore del mattino si poggia sull’orizzonte roseo, sopra l’azzurro della giornata colora il diafano chiarore dopo la notte. Lontano oltre i pensieri, dietro tagliente perimetro del mare contro il cielo, restano le sagome delle isole. Tra poco si dissolveranno nelle rifrazioni della giornata, con esse si dissolverà anche il silenzio della mente e le costrizioni dell’‘esistenza ripeteranno le loro assordanti impellenze. Difficile portarsi dentro l’odore della sabbia che si asciuga, del salmastro fresco, gli occhi rubano ancora un attimo di libertà e già la sabbia è cemento, asfalto rugoso, si stacca secca e inutile dai piedi. Cercare non serve: non c’è nessuno.
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