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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Una in meno!
MessaggioInviato: 07/04/2015, 23:56 
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Iscritto il: 18/10/2011, 23:36
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Anche se era una delle navi da me più odiate (la prima è la MV Nisshin Maru!), vedere un bestione simile che affonda è sempre un triste spettacolo....

Spero gli sia rimasto poco gasolio a bordo :?


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 Oggetto del messaggio: Re: Una in meno!
MessaggioInviato: 08/04/2015, 8:26 
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Non la conosco, che nave era?


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 Oggetto del messaggio: Re: Una in meno!
MessaggioInviato: 08/04/2015, 9:32 
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MV Thunder


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 Oggetto del messaggio: Re: Una in meno!
MessaggioInviato: 08/04/2015, 10:01 
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Iscritto il: 22/11/2009, 10:47
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Ed in mediterraneo gli operatori che salvano in naufraghi in arrivo dall'africa non possono affondare i barconi che sono stati utilizzati per il traffico...........risultato vengono lasciati alla deriva fino a che altri trafficanti di uomini li recuperano per utilizzarli ancora...


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 Oggetto del messaggio: Re: Una in meno!
MessaggioInviato: 08/04/2015, 10:38 
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Iscritto il: 11/05/2012, 9:22
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Ma scusa,
chi la ha affondata e perché?


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 Oggetto del messaggio: Re: Una in meno!
MessaggioInviato: 09/04/2015, 0:03 
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Iscritto il: 18/10/2011, 23:36
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Architeuthis ha scritto:
Ma scusa,
chi la ha affondata e perché?


Un’altra missione impossibile resa possibile da Sea Shepherd

Commento del Capitano Paul Watson - 7 aprile 2015

Centodieci giorni: l’inseguimento serrato più lungo della storia marittima di una nave bracconiera è finalmente finito.

La Thunder, la più famigerata delle Bandit 6, non c'è più. La nave giace ora a 4000 metri sul fondo dell’Oceano Atlantico. Settantadue chilometri di reti da posta illegali della Thunder sono a bordo della Sam Simon. Altre due navi bracconiere, la Kunlun e la Viking sono in stato di fermo: la Kunlun in Tailandia e la Viking in Malesia.

Questo è stato l’intervento di maggior successo nella storia delle operazioni anti-bracconaggio in alto mare.

Il Capitano Peter Hammarstedt, cittadino svedese, a bordo della Bob Barker e il Capitano Sid Chakravarty, cittadino indiano, a bordo della Sam Simon hanno compiuto un lavoro incredibile insieme ai loro equipaggi: un’odissea di quattro mesi iniziata per la Sam Simon a Wellington, in Nuova Zelanda e per la Bob Barker a Hobart, in Tasmania. Le navi hanno solcato l’Oceano del Sud, l’Oceano Indiano, hanno doppiato il Capo di Buona Speranza, arrivando nell’Atlantico meridionale, per superare l’equatore il 109° giorno ed entrare nell’Atlantico settentrionale. L’inseguimento ha coperto 10.260 miglia nautiche.

40 pescatori hanno abbandonato la loro nave che affondava. L’equipaggio di Sea Shepherd ha raccolto materiale probatorio relativo alle loro attività grazie ad una squadra inviata a bordo della Thunder. Tutti e 40 gli uomini sono stati portati a bordo della Sam Simon (30 indonesiani, sette spagnoli, due cileni e un portoghese), e sono stati dati loro cibo e coperte. Nessun membro degli equipaggi delle tre navi ha riportato ferite. La Bob Barker ha scortato la Sam Simon a Sao Tomé, dove l'equipaggio della Thunder è stato consegnato alle autorità.

Dopo l’affondamento della Thunder non si è verificata alcuna fuoriuscita di lubrificante; inoltre, quando è colata a picco, l’imbarcazione aveva a bordo pochissimo carburante. Tutto il materiale probatorio è stato raccolto per essere consegnato all’Interpol.

Per oltre un decennio questi bracconieri hanno pescato senza impunità in Oceano del Sud. L’ultimo inseguimento ha avuto luogo nel 2003, quando la Southern Supporter, nave della Dogana australiana, ha tallonato la nave bracconiera battente bandiera uruguaiana Viras I per 21 giorni, da Herald Island sino al centro dell'Atlantico meridionale.

Quest'anno ha segnato la fine della supremazia dei bracconieri nelle acque dell’Oceano del Sud.

Operazione Icefish ha focalizzato l’attenzione sul bracconaggio ai danni del merluzzo dell’Antartico (Dissostichus spp., nota di traduzione) e ha coinvolto le autorità della Nuova Zelanda, dell'Australia, della Malesia, della Tailandia, delle Isole Mauritius, della Nigeria, della Guinea Equatoriale e della Spagna, oltre all'Interpol.

Durante l’inseguimento la Nigeria ha cancellato dai propri registri la Thunder e l'ha privata della propria bandiera.

Gli equipaggi della Sam Simon e della Bob Barker hanno portato avanti una campagna-maratona conclusasi con successo.

Sea Shepherd non ha sentimenti di rivalsa nei confronti dell’equipaggio della Thunder. Coloro che appartengono a esso sono trattati con gentilezza e vengono resi loro disponibili pasti vegani. La maggior parte dei i membri dell’equipaggio di origine indonesiana, potrebbe essere vittima del lavoro forzato. Addirittura, tutti loro potrebbero esserlo. Questa situazione richiede lo svolgimento di indagini. Non tocca a Sea Shepherd decidere il destino di questi uomini: saranno le autorità competenti ad occuparsene.

L’affondamento della Thunder è stato un atto deliberato di disperazione da parte di un equipaggio abbandonato dai suoi proprietari danarosi e senza scrupoli, che si presume siano imprese di pesca con sede nella regione della Galizia, in Spagna. La polizia spagnola ha già perquisito alcune di queste imprese alla ricerca di materiale probatorio.

Il cerchio si è chiuso intorno a queste operazioni illegali, fonte del nototenide della Patagonia, la cui pesca è illegale, che è attualmente venduto nei ristoranti e nei mercati di tutto il mondo. Inoltre viene data sempre maggiore visibilità alla schiavitù collegata al reclutamento in queste operazioni di pesca piratesche.

Sea Shepherd Global, i suoi capitani, gli ufficiali, i membri dell’equipaggio, il personale a terra e i volontari, hanno fatto un lavoro straordinario e si sono ritagliati un posto nella storia marittima. Molti degli ”esperti” e dei politici hanno affermato che Sea Shepherd non sarebbe stata neanche in grado di individuare i bracconieri e, qualora questo fosse avvenuto, che non saremmo stati in grado di fermarli. Hanno anche insinuato che Sea Shepherd sarebbe stata accusata di praticare pesca illegale, se la rete fosse stata recuperata, o che sarebbe stata citata per danni dalle imprese che stanno alle spalle di queste navi illegali.

Sea Shepherd ha ignorato gli oppositori, ha trovato la Thunder, ha localizzato la Kunlun, la Yongding e la Songhua, ha confiscato la rete ed ha tallonato la Thunder fino a quando l’equipaggio di quest’ultima si è arreso, provocando il drammatico auto-affondamento della propria nave.

Un altro membro delle Bandit 6, oltre alla Viking in stato di fermo in Malesia, è la Perlon. Tre su sei fermate, due in stato di fermo e una affondata: un duro colpo per gli operatori di questo cartello. I carichi della Viking e della Kunlun sono stati sequestrati e quello della Thunder è andato perso. In tutto, ciò rappresenta una perdita finanziaria stimabile fra i 6 e i 12 milioni di dollari statunitensi.

Sea Shepherd è intervenuta negli anni contro le operazioni di pesca illegale in tutto il mondo. Abbiamo condotto campagne in difesa del tonno, dei delfini vittime delle tonniere con reti a circuizione, degli squali, dei merluzzi, dei salmoni, delle oloturie, delle aragoste, dei tonni rossi e dei merluzzi dell’Antartico (Dissostichus, spp., nota di traduzione). Queste campagne non sono state semplici ma sono state efficaci. Siamo stati citati in giudizio da una società maltese dedita all’allevamento del tonno per aver liberato 800 esemplari catturati illegalmente e abbiamo vinto in tribunale. I costaricani continuano a perseguirmi per aver agito in difesa degli squali. Il governo canadese mi ha denunciato per aver protetto i merluzzi, ma anche in quel caso abbiamo vinto la causa. Le nostre battaglie, in mare e nei tribunali, non sono mai state semplici, ma come disse, agli albori, il mio vecchio amico Al Johnson: “Ehi, se fosse facile lo farebbero tutti”.

Operazione Icefish non è stata facile. L’organizzazione logistica per il percorso coperto da due grandi navi che hanno ciascuna toccato luoghi remoti e superato le 10.000 miglia; le condizioni meteo avverse, il recupero a bordo di 72 chilometri di reti da posta illegali, l'inseguimento dei bracconieri, le dispute con i politici e i burocrati, i rifornimenti in mare, la consegna del materiale probatorio, il salvataggio dei pescatori e le comunicazioni con i mezzi d’informazione: tutto ciò ha costituito una sfida. Essa è stata vinta senza che si siano verificati infortuni tra i membri dei nostri equipaggi né, tanto meno, tra quelli della controparte. Non sarebbe potuta andare meglio.

Nel complesso è stata una campagna epica, storica, e sono immensamente fiero di quello che Sea Shepherd ha compiuto con Operazione Icefish.

Operazione Icefish è stata una campagna di Passione Implacabile, Perseveranza, Pazienza, Determinazione, di Arte della Navigazione, Successo e Coraggio.


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 Oggetto del messaggio: Re: Una in meno!
MessaggioInviato: 29/01/2016, 16:57 
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ma l'hanno affondata loro?

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 Oggetto del messaggio: Re: Una in meno!
MessaggioInviato: 29/01/2016, 21:33 
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margutte ha scritto:
ma l'hanno affondata loro?


Si sono auto affondati, ormai non potevano fare altro e nessun porto li accettava ;)

Ma è tutto scritto nel rapporto sopra...


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